Scritto con gli occhi
Il computer si è rotto e mi ha lasciata “senza voce” (ma le primule del giardino sono coloratissime)
il mio lungo silenzio è dovuto al mio sintetizzatore vocale che è “entrato in coma” il 6 gennaio; adesso è in Svezia perché stanno cercando di “risvegliarlo”. Ora dico: ma doveva proprio rompersi adesso che voglio raccontarvi le mie avventure? Ma anche questo fa parte della mia vita “piena di intoppi”! Se posso essere proprio sincera con voi, questi giorni senza computer sono diventata insopportabile, una vera rompiscatole perché tutto mi annoiava e, visto che mi accorgevo di essere tale, la soluzione era dormire tutto il giorno. Voi direte: non è da te, ma ero molto giù perché mi sentivo abbandonata dal mio “my tobii”. Ma anche lui – poverino – meritava una bella revisione dopo quasi sei anni di onorato servizio. Vi devo confessare che io e il “my tobii” ne abbiamo fatte di battaglie, ma questa volta lui ha ceduto le armi ed è andato a fare una piccola revisione (o almeno spero!). Adesso ho assunto Immacolata come mia segretaria (per la sua gioia), ma almeno posso scrivere ancora e comunicare con voi.
Povera Immacolata, le è toccata una malata bizzarra che non si accontenta di stare “buona buona” nel letto; deve cercare di stare dietro a tutte le mie pazzie! Adesso le sto dettando il mio articolo e lei, “povera crista”, sta cercando di assemblare il tutto.
Per noi che non ci possiamo muovere e non abbiamo voce, il computer è fondamentale. Ci permette di rimanere soli in una stanza anche se per pochi istanti, perché abbiamo “lui” che ci consente di chiamare aiuto in caso di bisogno, e soprattutto di interagire con tutti e col mondo intero. Io, ad esempio, ho amici in tutta Italia che non conosco personalmente ma con cui posso dialogare. Ho dei carissimi amici in Grecia, che non potrei sentire senza il computer. Con lui riusciamo ad uscire fuori dalla nostra stanza. Vi sembra poco? Voi forse non potete immaginare cosa voglia dire rimanere 365 giorni, e per tanti anni, prigionieri nella propria camera. Infatti, come dico sempre io, sto scontando il 41 bis da 8 anni a questa parte, cioè da quando ho avuto l’arresto respiratorio. Credo sia il paragone giusto: scontiamo il carcere duro, anche se noi non abbiamo commesso reati, ma a noi la malattia ci ha temprato e affrontiamo le difficoltà con coraggio senza fare i “lagnosi”.
Veramente io qualche uscita la faccio (anche i carcerati hanno l’ora d’aria) e rompo le scatole al dottor Vidili che, all’inizio, protesta perché si preoccupa per me, ma poi “cede come sempre”. L’anno scorso sono uscita 13 volte e per me è stato un gran successo. Non ero mai uscita così tanto e per il 2013 mi riprometto di battere il record!
In questo periodo ho dovuto ricominciare – era sei anni con non mi capitava – a esprimermi solo col cartello, costretta a dover per forza fare il “riassunto del riassunto” di ciò che volevo dire. Perché col cartello, anche se sono brava e veloce, non tutti riescono a capire al volo, senza contare quelli che si inventano quello che vorrei dire per fare prima, e allora io dico di non inventare, e riprendiamo dall’inizio.
Quindi potete ben capire la mia angoscia, anche perché quando devo parlare devo far “scomodare” le persone, e allora molte volte evito di parlare e sto zitta (oddio, zitta è una parola grossa per una ciarliera come me).
Spero che gli svedesi siano abbastanza veloci nel ripararlo, altrimenti Immacolata scappa da casa per esaurimento nervoso, e dovrò andare per forza a Chi l’ha visto a cercarla. La mia buona Immacolata è una santa. Oltre al lavoro a scuola deve badare a me e mamma che la facciamo impazzire.
Essere isolati dal mondo – so che gli altri malati di Sla mi capiscono bene – è tremendo. Credetemi, è molto brutto anche per il solo fatto di non poter leggere o seguire le mie squadre del cuore, o non leggere le ultime notizie, o non poter tenere i contatti con gli amici (hey, è il computer che è rotto, io sono ancora tutta intera).
Per ora continuo a godermi il bellissimo giardino sul terrazzo davanti alla mia finestra (si sono aggiunte anche delle primule coloratissime), ma continuo a pensare all’impegno che ho preso con Tempi e con tutti voi. Cercherò di scrivere le mie avventure se la mia “segretaria” non dà le dimissioni! Il che sarebbe un disastro, senza computer e senza segretaria! Ma ditemi voi, chi ha una segretaria laureata in lingue che fa la professoressa? Solo io! Non credete che sia fortunata? Ho una segretaria e non la pago nemmeno, a parte i miei tanti sorrisi e i ringraziamenti perché mi sopporta ogni giorno. Amici, cercherò di essere presente il più possibile, ma sono sicura che voi mi perdonerete se ritardo.
Bacioni
Susanna
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