
Ieri il fascismo, oggi l’ombra di governi antagonisti. Germania e Italia unite nel rifiuto del liberalismo
Vi è un altro caso in cui la sinistra antagonista può andare al governo: è la Germania. Le riforme dello Stato sociale, volute da Gerhard Schröder e portate avanti da Angela Merkel, hanno diminuito la disoccupazione, migliorato il bilancio pubblico, rinvigorito le esportazioni. Il governo federale è riuscito nel suo compito, ma il Partito socialdemocratico, che fa parte della grande coalizione, perde consensi. Il congresso della Spd ha chiesto l’aumento dell’indennità di disoccupazione per chi ha oltre 40 anni. È un piccolo segno, ma indica chiaramente che la protezione sociale, e non il mercato mondiale, resta il baricentro della sinistra tedesca. Non a caso gran parte del partito è oggi in dissenso con il vicecancelliere Franz Müntefering, che ha approvato la linea di Schröder e della Merkel. La linea dell’unità a sinistra, cioè, comincia a mietere consensi nella socialdemocrazia. E perfino nella Cdu la memoria dello Stato sociale è causa di nostalgie. Insomma, proprio gli effetti benefici che la linea liberale ha avuto sulla condizione della Germania nel mondo hanno favorito, per contrasto, il sorgere di una linea corporativa intratedesca. A conferma dell’adagio che Global è Glocal. Si delinea così la possibilità di un futuro governo della Spd con la Linke, anche a costo di ostacolare il grande successo della Germania sui mercati mondiali, che è il fondamento della sua prosperità.
Germania e Italia restano perciò gli unici paesi in cui esiste il rimpianto dello Stato sociale così com’era prima della fine del comunismo e dell’avvento della globalizzazione. Mi colpisce il fatto che questi due paesi, i soli al mondo (a parte la Russia) a soffrire di nostalgia per il passato nonostante il loro successo nel presente, sono quelli in cui nacquero fascismo e nazismo. Non ci fu dunque una destra liberale né in Italia né in Germania. E infatti sia qui che là si conserva malinconicamente la memoria dello Stato locale e quasi patrimoniale che esisteva prima di Cavour e di Bismarck. La destra in Germania e in Italia è localista, e il più bell’esempio di questo, il più coerente, in Italia non è dato da Silvio Berlusconi o da An, ma dalla Lega. Il Carroccio vive del risentimento del Lombardo-Veneto contro lo Stato nazionale, che, paradossalmente, nacque da un’impresa di bergamaschi e bresciani, i Mille di Giuseppe Garibaldi. Una destra liberale italiana non poté nascere a causa del diffondersi, da sinistra a destra, di un elemento torbido, l’idea di rivoluzione e di Stato totale. Rimane il fatto che l’Italia e la Germania sono sempre simili nelle loro grandi diversità.
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