«I media seguono la logica del potere, il Papa nomina i cardinali secondo quella di Cristo»

Di Leone Grotti
22 Febbraio 2012
L'ex portavoce dell'Opus Dei Pippo Corigliano commenta a tempi.it l'omelia che papa Benedetto XVI ha rivolto ai 22 nuovi cardinali creati ieri: «I media hanno inquadrato il recente Concistoro nel contesto di sciocchezze esaltate ad arte. Ma il Papa guarda tutto dalla prospettiva dell'intervento di Dio nella storia».

I presunti difficili rapporti tra Benedetto XVI e il cardinale Tarcisio Bertone, la presunta malattia del Papa che potrebbe portare a breve alle sue dimissioni, le presunte guerre intestine al Vaticano che spingono i vescovi a diffondere all’esterno lettere e documenti riservati. Si è svolta ieri la Messa solenne in San Pietro, durante la quale il Papa ha creato 22 nuovi cardinali e i giornali hanno parlato di tutto tranne che di una cosa. «La fede. I mezzi di comunicazione hanno inquadrato il recente Concistoro nel contesto di piccole polemiche recenti, esaltate ad arte. Per fortuna che il Papa non tiene conto delle beghe montate dalla cultura laicista, sempre più in declino, ma guarda tutto dalla prospettiva dell’intervento di Dio nella storia» spiega a tempi.it Pippo Corigliano, già portavoce dell’Opus Dei, che per Tempi firma la rubrica “Cartolina dal Paradiso”.

Dei 22 nuovi cardinali creati 16 sono europei, di cui sette italiani, uno è brasiliano, due asiatici e tre americani del Nord. Ha vinto, come ha scritto il Fatto quotidiano, «la Chiesa di un tempo: eurocentrica con le sue propaggini americane»?
No, il fatto che i nuovi cardinali vengano da tutto il mondo conferma solo la grande unità della Chiesa: universale e romana allo stesso tempo.

Con questo Concistoro si è riusciti, come scrive il Corriere, ad «archiviare lo scontro sordo fra Segreteria di Stato e Cei»?
Il Papa non tiene conto delle piccole polemiche della cultura laicista, sempre più in declino, ma guarda tutto dalla prospettiva dell’intervento di Dio nella storia. I giornali hanno parlato del Concistoro secondo le solite logiche, ma la logica di Cristo è diversa da quella mondana e il Papa l’ha spiegato bene nell’omelia.

Cioè?
“Logica” è stata la parola chiave del suo discorso. Il Papa ci mette in guardia dalla tentazione che sempre attanaglia l’umanità e che è la stessa tentazione che Gesù accetta di ricevere nel deserto, in modo che il suo insegnamento resti chiaro. La tentazione della mentalità mondana, della gloria effimera e del potere umano inconsistente. Una tentazione che riguarda tutti noi e che appare nel Vangelo nelle pretese della madre dei figli di Zebedeo: “sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra» (Mc 10,37). Tutti siamo soggetti a questo tipo di tentazione: dai laici ai cardinali. Gesù approfitta della richiesta impertinente della madre di Giacomo e Giovanni per trarne un insegnamento: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti» (Mc 10,42-44).

Servire «fino al sangue», come ha detto ai cardinali Benedetto XVI.
Esatto. Il Papa risale all’insegnamento dei profeti dell’Antico Testamento. Per Daniele il figlio dell’Uomo è colui che riceve il potere e il dominio da Dio (cfr Dn 7,13s). E come esercita questo potere? Secondo la figura del Servo sofferente, descritto da Isaia (cfr Is 53,1-12). «Egli riceve il potere e la gloria solo in quanto “servo”; ma è servo in quanto accoglie su di sé il destino di dolore e di peccato di tutta l’umanità. Il suo servizio si attua nella fedeltà totale e nella responsabilità piena verso gli uomini. Per questo la libera accettazione della sua morte violenta diventa il prezzo di liberazione per molti, diventa l’inizio e il fondamento della redenzione di ciascun uomo e dell’intero genere umano», dice il Papa.

Perché allora i mezzi di comunicazione hanno piegato il discorso del Papa alle recenti polemiche?
Perché sono allo sbando: ci rappresentano sempre più chiaramente l’agonia della cultura laicista. La cultura che segue pedissequamente la “logica” opposta, quella del potere e della gloria effimera. Un cultura che è arrivata al capolinea. Nessuno dei paradisi in terra promessi nell’arco dei due secoli si è realizzato, anzi i paradisi si sono rivelati inferni. L’ultimo mito del capitalismo autosufficiente si sta frantumando.

Ma quando il Papa chiede di pregare perché «possa sempre offrire al popolo di Dio la testimonianza della dottrina sicura e reggere con mite fermezza il timone della santa Chiesa», non allude forse alla grave fuga di notizie di cui parlano i media?
No, perché il Papa per fortuna non insegue le sciocchezze. Quest’ultima espressione, “mite fermezza”, di Benedetto XVI è bellissima perché è come se avesse fatto il proprio autoritratto: “mite” perché è buono, “fermezza” perché è anche il pastore, che deve essere fermo. L’unica alternativa alle logiche terrene dimostrate dai media è l’orizzonte che ci propone il Papa: quello della fede e della vita eterna. E per quanto riguarda la situazione sociale il Santo Padre ci indica la dottrina sociale della Chiesa, per tanti anni irrisa e disprezzata, che oggi appare l’unico punto di riferimento su cui costruire una nuova civiltà. Una civiltà che si avvalga delle conquiste positive della modernità e metta al centro l’uomo.
twitter: @LeoneGrotti

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.