C’è chi vuole arginare la fuga dei cervelli e chi vuole «dare al Paese un piano energetico». Chi vuole «abolire il finanziamento pubblico alle testate giornalistiche» e chi ha fatto l’arbitro «e quindi vorrei interessarmi di calcio». Gli eletti del Movimento 5 Stelle si presentano in un incontro all’Hotel Universo di Roma, trasmesso in streaming con più di 24mila utenti connessi. All’inizio dell’incontro sono stati scelti per alzata di mano i capigruppo del gruppo: Vito Crimi per il Senato e Roberta Lombardi per la Camera. Ma, spiega Grillo dal suo blog, il M5S effettuerà «una rotazione trimestrale dei capogruppo e portavoce Camera e Senato con persone sempre differenti».
Così è iniziata la carrellata degli eletti (108 alla Camera e 54 al Senato). In ordine alfabetico, uno ad uno escono e dicono chi sono. Nome, città di provenienza, professione. C’è l’operaio, l’avvocato praticante, lo studente che ha dovuto spostare la laurea da marzo a giugno per le elezioni. L’entusiasmo è grande, raffrenato solo da qualche disagio della rete che fa saltare in continuazione il collegamento dall’hotel di Roma: la linea continua a passare allo speaker collegato da Milano che prova a intrattenere gli utenti interessati alla riunione di Roma, dove nel frattempo si fa appello ai gestori dell’albergo di cambiare la password della wireless, così da non avere interferenze e disturbi. Epic fail per chi ha sempre indicato il web come strumento per portare avanti la rivoluzione.
Il collegamento va e viene, quanto basta per concedere la possibilità di ascoltare alcune delle presentazione degli eletti. Dieci, venti secondi a testa, perché il tempo è poco e la gente che deve parlare tanta: si procede per sommi capi, certo non con indicazioni politiche puntuali. «I miei argomenti sono soprattutto riguardo al lavoro, la casa e la famiglia. Direi che… più di così!», butta lì una neoeletta un po’ emozionata. Tema ricorrente è l’ambiente, una delle cinque stelle del partito: tam tam costante è la mobilità sostenibile, «vera passione» di tanti, come Roberto Cotti, eletto al Senato dalla Sardegna, che sogna di arrivare a Palazzo Madama in bicicletta direttamente dall’aeroporto, in barba alle auto blu. Più precisa è Donatella Agostinelli, che dice basta ai «soldi per le finte rinnovabili: vanno restituiti alla collettività». Si parla anche di giornali e comunicazione, cavallo di battaglia di Monica Casaletto, anche lei scelta per il Senato e che ha «sempre fatto controinformazione, diffusione di informazioni vera. Spero di continuare a lavorare così». Ma tra presentazioni sobrie, titoli di studio e proposte varie, ecco che s’alternano alcune mozioni un po’ nebulose: «Vorrei lavorare nella Commissione Difesa perché faccio parte dei gruppi pacifisti»; «in quanto sommelier mi occuperò dell’agricoltura»; «dobbiamo demolire il nostro ego per metterci al servizio della causa»; «parlo tre lingue e studio la quarta, per questo vorrei andare alla Commissione Esteri». Tra i più disinvolti c’è Paolo, da Bologna, vegano e «disiscritto alla Chiesa Cattolica», mentre arrembante è Marco Brugnerotto, eletto alla Camera dal Veneto, che mette in guardia tutti sul peso delle responsabilità: «Questo è l’ultimo tentativo di democrazia. Non dobbiamo sbagliare niente».
I commenti su Twitter si sprecano, e la gara alla battuta più ironica su quanto succede a Roma si scatena. Caustico Giuliano Ferrara dal suo profilo: «Mandateli in differita, quei simpatici deficienti. Fate un montaggio, per cortesia», che poi consiglia tagliente: «Avviso ai bravi grillini disposti in circolo: fatevi di cocaina, fumate qualcosa, poi casomai prendete la parola. Ma non è indispensabile». Qualcun altro è altrettanto sarcastico: «Ecco perché, prima delle elezione, non voleva che andassero in tv». La linea torna a Milano: lo speaker spinge l’acceleratore sul movimento che vuole cambiare con la vecchia aria stantia della politica, «refreshare» e «fare F5» della vecchia Italia. Ma nel secondo collegamento l’assemblea si fa più confusa: si dibatte su come organizzarsi per gli alloggi a Roma, e su un tema sempre delicato, come i portaborse. «Evitare parenti, mogli, mariti, amanti…» suggerisce la Lombardi, neo-eletta capogruppo a Montecitorio. « Non è che Roberta ha già deciso», ribatte invece Crimi, pari titolo al Senato: «Decideremo insieme se potranno esserci parenti o amici, lo faremo nella prossima riunione».