Agorà è una delle buone badanti della mattina su Rai Tre. Martedì scorso, il tema del suo intrattenimento pendeva tra il quanto-siamo-indietro-noi rispetto agli americani che hanno votato per i matrimoni gay (motivetto molto twitter e facebook). E quanto-è-stata-americana la passerella su Sky Tg24 dei candidati alle primarie del centrosinistra (lozione molto amara per i pochi capelli del Cav.). Che poi, sul primo versante, era la cattolicissima deputata del Pd la vera pasionaria delle nozze gay. Che poi, sul secondo, il nuovo Pd sembrava la vecchia Dc. L’avete sentito, no? Non ce n’è stato uno della cinquina democrat che non abbia indicato come ideale un tipo di chiesa. Altro che Balena Bianca. Siamo allo scudone nazional-crociato che va da papa Giovanni XXIII (Bersani) al cardinal Martini (Vendola), da Alcide De Gasperi (Tabacci) a Tina Anselmi (Puppato). E vuoi che Mandela (Renzi) non abbia idealmente fatto un girotondo di peace&love cantando Imagine davanti alla Porziuncola di Assisi?
Ecco caro cattolicesimo italiano quanto vale il tuo pacchetto azionario di “valori non negoziabili” e di “battaglie culturali antropologiche” agli occhi del battezzato che ragiona come la Repubblica di Lady Gaga e desidera ardentemente una famiglia Corriere della Sera come Elton John. Ma il vero punto G lo sta titillando Grillo? Non cambia nulla. Anzi. Aumenta la percezione di un adattamento del parrocchiale che c’è in ogni italiano alla propaganda ideologica impersonale. Non sarà per caso venuto il momento di desiderare una vita esagerata e almeno non quelle facce lì? Il dissenso, il “non conformatevi” di san Paolo, l’andare in direzione opposta di dove va la folla?