Ha difeso Asia Bibi: l’ambasciatrice pakistana (musulmana) negli Usa a processo per blasfemia
È musulmana, ambasciatrice pakistana negli Stati Uniti, ma potrebbe essere processata per blasfemia dopo avere difeso in televisione Asia Bibi e avere proposto di modificare la legge sulla blasfemia. Sherry Rehman, parlamentare del Pakistan People’s Party, è indagata: così ha deciso la Corte Suprema, che ha accolto le accuse lanciate da Faheem Akhtar Gull, commerciante di Multan, che ha denunciato Rehman nel febbraio 2011 per avere difeso Asia Bibi durante un talk show su Dunya Tv.
LA STORIA DI ASIA BIBI. Asia Bibi è una donna cattolica di 46 anni condannata a morte senza prove per blasfemia e rinchiusa nel carcere pakistano di Sheikhupura da 1312 giorni, in attesa del processo di appello. Il giudice che ha condannato a morte Asia per blasfemia per avere bevuto acqua dalla stessa pozzo di una musulmana, le ha proposto di annullare la pena se si fosse convertita all’islam. Lei, madre di cinque figli, ha risposto: «Se lei mi ha condannata a morte perché amo Dio, sarò orgogliosa di sacrificare la mia vita per Lui».
COME SALMAN TASEER. Dopo che il ministro cattolico Shahbaz Bhatti e il governatore musulmano Salman Taseer sono stati assassinati per avere difeso Asia Bibi, un altro politico pakistano dunque sarà processato per essersi opposto alla legge sulla blasfemia. Sherry Rehman aveva presentato in Parlamento una mozione per la modifica della cosiddetta “legge nera” ma dopo le polemiche sull’assassinio dei due politici aveva ritirato la proposta. La denuncia presentata contro di lei era stata inizialmente respinta da un tribunale di Lahore ma la Corte Suprema ha imposto al Capo della Polizia di Multan, Amir Zulifqar, di registrare ufficialmente il caso di blasfemia (con un First Information Report) sulla base dell’articolo 295c del Codice penale, che punisce con la pena capitale o il carcere a vita il vilipendio al Profeta Maometto. La donna dunque è indagata.
BLASFEMIA STRUMENTALIZZATA. Secondo le statistiche, le accuse di blasfemia si rivelano nel 95% dei casi false e strumentali, avanzate per ottenere vantaggi economici o eliminare un avversario per vendette personali. In questo caso, l’ambasciatrice musulmana è dichiarata blasfema solo perché ha proposto di cambiare una legge che, nel caso di Rimsha Masih, si è rivelata ampiamente strumentalizzata.
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