Sono tentato dalla disperazione. Lo confesso. Scrivo come al solito dall’Armenia, a un passo dal meraviglioso lago di Sevan, nelle giornate limpide scorgo l’abissalmente celeste monte Ararat, che evoca la presenza di Dio e subito mi fa gridare il salmo 121: «Alzo gli occhi verso i monti… Da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore». Lo grido, ma sembra più forte l’urlo che dice di no, e che la guerra, e insieme la distruzione del nostro popolo armeno e di qualsiasi segno di presenza cristiana, prevarrà.
Eppure, eppure non è così. La speranza è più vera, forte, bella della menzognera disperazione che pure avanza con la potenza dell’invincibilità. Ma la menzogna è la non-realtà. Il male non reggerà la forza della croce che fiorisce nella resurrezione di Nostro Signore e di coloro «che amano Dio». «Tutto coopera al bene per coloro che amano Dio» (Rm 8,28). Anche la guerra, anche questa ferocia? Ma certo! Spes contra spem. Ma cer...
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