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«Gorbaciov fu un premio Nobel involontario»

Di Leone Grotti
01 Settembre 2022
Sergio Romano, ambasciatore a Mosca ai tempi della perestrojka, racconta a Tempi chi era Gorbaciov, «un uomo generoso, ma incapace di calcolare gli effetti delle misure che stava prendendo. La fine dell'Urss, però, fu più colpa di Eltsin»
Mikhail Gorbaciov in una foto del 2005

«Era un uomo simpatico, fine, garbato e con un buon senso dell'umorismo». Così Sergio Romano ricorda in un'intervista a Tempi Mikhail Gorbaciov, ultimo segretario generale del Partito comunista dell'Unione Sovietica dal 1985 al 1991, e presidente dell'Urss dal 1990 fino al suo disfacimento, deceduto martedì a Mosca a 91 anni.

Era a Mosca come ambasciatore, Romano, negli anni in cui Gorbaciov promosse la modernizzazione del paese e la libertà di espressione (perestrojka e glasnost), senza però ottenere i risultati sperati. E fu tra i primi a vederlo quando «ritornò alla vita pubblica. Desiderava essere accettato nelle ambasciate».

Ambasciatore, che ricordo ha di Gorbaciov?
Ne ho un buon ricordo. Era un uomo generoso, che voleva fare il bene della sua patria, ma incapace di calcolare gli effetti delle misure che stava prendendo. Era un uomo intelligente, la moglie Raissa poi era ancora più intelligente di lui e lui ne ascoltava molto i consigli.

Gorbaciov gode di gran...

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