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Quante narcisistiche chiacchiere da bar sul terribile omicidio di Giulia

Di Caterina Giojelli
22 Novembre 2023
Una ragazza è stata uccisa, ma giornalisti, scrittori e influencer vedono solo se stessi da incolpare con tweet, editoriali e selfie. Una misura meschina incurante del fatto che una responsabilità più grande c'è, ma non è quella di "essere uomini"
Giulia Cecchettin
Giulia Cecchettin (Foto Ansa)

«C’è un gancio che unisce i nostri comportamenti quotidiani e i fatti estremi. E quel gancio è: come sono fatti gli uomini, e cioè: come siamo fatti. Visto che scrive un uomo». Ieri Repubblica apriva con Francesco Piccolo la rassegna dei commentatori incapaci di rispondere alle domande di fondo aperte dall'omicidio di Giulia Cecchettin senza ridurre tutto alla sola propria, meschina, misura.

«Non mi piacciono gli uomini che si sottraggono all’accusa di essere violenti», scrive Piccolo. «Non mi piacciono gli uomini che si vogliono salvare». «Dico di più: non mi piacciono gli uomini progressisti. Perché sono un’invenzione, o al massimo un involucro; o nei casi migliori uno sforzo continuo prodotto per anni, che poi in qualche modo va sempre a schiantarsi».
Piccolo e Serra non vedono Giulia ma le ossessioni di Repubblica
Una ragazza è stata uccisa e lo scrittore insiste:
«Siamo stati almeno una volta (e anche di più) nella vita quello che urlava sopra, che non faceva parla...

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