Giorgio Bocca si è sposato in chiesa poco prima di morire. Repubblica si guarda bene dal dirlo

Di Daniele Ciacci
30 Gennaio 2012
Solo il Giornale ha dato notizia che l'icona di sinistra e co-fondatore di Repubblica Giorgio Bocca, scomparso il giorno di Natale, si è sposato in chiesa poco prima di morire. Intervista al giornalista Maurizio Caverzan, che ha fatto la scoperta: «Era curioso nei confronti degli interrogativi essenziali, non parlerei di "conversione" ma di "avvicinamento"»

Giorgio Bocca, fondatore nel 1976 insieme a Eugenio Scalfari de la Repubblica, è venuto a mancare lo scorso Natale. Tutti i quotidiani hanno pubblicato un laico elogio dell’icona di sinistra, ma solo il Giornale ha dato notizia del suo matrimonio cattolico a poche settimane dalla morte. La voce è poi caduta nel vuoto. Tempi.it ha intervistato Maurizio Caverzan, giornalista de il Giornale e autore della scoperta.

Perché la Repubblica, la testata di Bocca, ha taciuto la notizia del suo presunto avvicinamento al cristianesimo?
Perché Bocca è una specie d’icona del partito di Repubblica, il fondatore della testata radical-chic della sinistra. Nonostante egli non sia mai stato un allineato regolare, tengono alla sua immagine. Bocca è un personaggio controverso, sopra le righe, difficilmente inquadrabile. Per un periodo ha quasi simpatizzato per la Lega, ha anche lavorato per le televisioni di Berlusconi. Ha dentro di sé diverse anime.

Eppure, tra i tanti aspetti controversi, perché è stata taciuta proprio la sua dimensione religiosa?
Credo perché fosse una scelta personale. La moglie, Silvia Giacomoni, ha cercato di mantenerla privata, ha minimizzato. Sappiamo che Bocca ha avuto un’educazione religiosa, e che ha sempre apprezzato il lavoro della Chiesa in ambito sociale e assistenziale. Ma un conto è dir questo, tutt’altro conto è mettere sul piatto i suoi quesiti personali. A mio parere, è interessante che una persona a novant’anni continui a porsi certe domande.

Voi del Giornale avete ricevuto delle smentite a riguardo?
No. So che la cosa è stata rilevata in quegli ambienti, ma nessuna smentita. Ho avuto degli avvicinamenti con la moglie, con la quale ho mantenuto un rapporto discreto. Lei era molto restia a darmi informazioni così personali. Il marito era morto solo da due settimane e capisco il suo dolore. Naturalmente, il fatto che scriva per il Giornale è stato un ostacolo ulteriore.

La conversione di Bocca è maturata nel tempo o è stata influenzata dalla morte imminente?
Io non userei il termine “conversione”. La parola “avvicinamento” è più corretta. Bocca ero curioso nei confronti degli interrogativi essenziali, decisivi, dettati non tanto dalla prossima fine quanto dalla testimonianza della moglie. Nella sua ultima intervista a Lettera43 dice di preferire il Vangelo alla Costituzione, perché «mi sembra qualcosa di più commovente, più umano, più vero. È ciò di cui gli uomini hanno più bisogno». Vorrebbe incontrare il divino nella sua vita. Si definisce «un po’ vigliacco, molto cattolico: la penitenza, la confessione». Sono le parole di un’anima inquieta. In una lunga intervista di Maria Pace Ottieri e Luca Musella ammette di aver avuto un’educazione cattolica, benché superstiziosa. «Adesso che mia moglie è molto religiosa, vedo che essere religiosi è una cosa molto diversa». A mio parere, il rapporto con la moglie – una mangiapreti che si è convertita conoscendo il cardinale Carlo Maria Martini – è stato il cuore delle sue domande. Altrimenti, perché sposarsi in Chiesa dopo un matrimonio civile che durava da 35 anni?
twitter: @DanieleCiacci

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