Giallo della Camilluccia, scoperto il tesoro di Fanella

Di Chiara Rizzo
04 Luglio 2014
La vittima nascondeva in un sottotetto di una casa in Ciociaria 34 buste di diamanti, 284mila dollari e 118mila euro in contanti e altri gioielli e orologi, forse collegati al riciclaggio attuato con Mobkel. Gli inquirenti ipotizzano un tentativo di sequestro finito male

Sarebbe stato un tentativo di sequestro finito male, il secondo secondo quanto si apprende, la causa secondo gli inquirenti dell’omicidio di Silvio Fanella, già condannato lo scorso ottobre in primo grado in quanto “cassiere” e faccendiere di Gennaro Mobkel. La procura di Roma e la squadra mobile si sono orientati verso questo possibile movente all’omicidio della Camilluccia dopo aver ritrovato in un’abitazione dell’uomo in provincia di Frosinone vero tesoro nascosto.

IL TESORO CIOCIARO. Diamanti, a centinaia, e conservati in ben 34 buste, poi orologi preziosi e 284mila dollari e 118mila euro in denaro contante: Fanella li custodiva nascosti nel sottotetto di un appartamento in via Casilina a Pofi, insieme a vari gioielli, tra cui un Rolex con diamanti incastonati. Tale bottino e la sicura disponibilità economica di Fanella aveva spinto un gruppo di tre uomini a organizzare un tentativo di sequestro. I tre, secondo quanto ha ricostruito sinora la Squadra mobile, conoscendo le disavventure giudiziarie della loro vittima, hanno anche agito con un guizzo di fantasia, e al citofono dell’appartamento in via Gandolfi, zona Camilluccia, si sono presentati come agenti della Guardia di Finanza. Raggiunto nel suo appartamento al quinto piano, però, Fanella ha cercato di difendersi, è nata una lite con i tre, poi conclusasi nella sparatoria. Che il movente fosse più un sequestro che non una vendetta lo confermerebbe il ritrovamento nell’appartamento di una sacca, abbandonata dai tre dopo la sparatoria, e contenente fascette e cerotti, di solito oggetti usati appunto in caso di rapimenti.

LA FUGA E IL FERMO. Subito dopo, i tre uomini hanno iniziato la loro fuga: ma uno di loro era rimasto ferito nella sparatoria e si è accasciato proprio davanti al portone della casa, dove poi è stato soccorso, trasferito al policlino Gemelli e operato. Lì è stato raggiunto ieri sera da un provvedimento di fermo, con l’accusa di omicidio volontario premeditato e aggravato. Poco dopo è stata ritrovata nelle vicinanze della casa anche l’auto abbandonata su cui alcuni testimoni avevano visto fuggire i due complici del fermato, ma per il momento la caccia continua. Intanto gli inquirenti, cercando di ricostruire i vari tasselli del movente, si sono imbattutti nel tesoro della Ciociaria: il pm Paolo Ielo, che coordina le indagini per la procura antimafia di Roma, ha ipotizzato che molto probabilmente i rapitori avessero intenzione di torturare Fanella durante il sequestro, proprio per scoprire dove nascondesse tutti questi preziosi.

L’AFFAIRE MOBKEL. Il ritrovamento del tesoro di Fanella però aggiunge un nuovo tassello anche alla vicenda giudiziaria in cui l’uomo era coinvolto. Fanella infatti era stato condannato in primo grado proprio per associazione a delinquere transnazionale finalizzata al riciclaggio e di truffa, per due miliardi di euro. Come lui è già stato condannato a 15 anni Gennaro Mobkel, insieme al suo gruppo. Il processo, denominato Telecom Italia Sparkle, aveva già visto pienamente scagionati dalle accuse il fondatore di Fastweb Silvio Scaglia e l’ex ad di Telecom Italia Sparkle Stefano Mazzitelli, con altri cinque loro collaboratori. Ora gli inquirenti romani vogliono indagare per capire se il tesoro nascosto da Fanella possa essere riconducibile al gruppo guidato da Gennaro Mobkel.

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