Geithner, Berlusconi: «Caso gravissimo, ma Napolitano non fa dichiarazioni»

Di Chiara Rizzo
14 Maggio 2014
L'ex premier a Unomattina ricostruisce: «Bruxelles ci aveva chiesto norme di rigore che non condividevo». Poi: «Non fu un complotto, ma un'azione di interesse contro l'Italia»

In un’intervista oggi a Unomattina, Silvio Berlusconi è tornato sulle dichiarazioni fatte dall’ex segretario del Tesoro Usa Timothy Geithner (che ha rivelato che Obama ricevette pressioni da alcuni leader Ue per far cadere l’ultimo governo Berlusconi): «È una notizia gravissima che conferma quanto io dico in modo più tranquillo e coperto da diverso tempo e il presidente della Repubblica, i presidenti delle Camere e il presidente del Consiglio non hanno ritenuto di fare ieri nessuna dichiarazione al riguardo». Berlusconi ha quindi proseguito facendo una ricostruzione cronologica dei fatti che vedrebbero coinvolti anche il presidente della Repubblica Napolitano, oltre che la cancelliera tedesca Merkel, l’ex presidente francese Sarkozy, e dal punto di vista finanziario la Bundesbank tedesca.

«NAPOLITANO CORESPONSABILE». Berlusconi ha esordito attaccando: «Alcuni giornali hanno comportamenti scandalosi perché non portano nemmeno la notizia in prima. Si è chiaramente trattato di violazione delle regole democratiche e di un attacco alla sovranità del nostro Paese». L’ex premier ha ricordato che tutto è culminato al G20 di novembre 2011. «Già nel giugno del 2011, quando ancora non era scoppiato l’imbroglio degli spread, il Presidente della Repubblica Napolitano riceveva Monti e Passera, come è stato scritto, per scegliere i tecnici di un nuovo governo tecnico e addirittura per stilare il documento programmatico» ha contestualizzato, spiegando che già prima del G20, inoltre «Bruxelles ci chiese delle norme di rigore per cui non ero d’accordo, preparai un decreto legge ma il capo dello Stato non lo firmò, proponendomi di fare un disegno di legge. Campa cavallo, avrebbe avuto tempi molto più lunghi prima dell’approvazione. Così andai a Cannes per forza di cose a mani vuote: e così Merkel e Sarkozy risero quando gli chiesero se Berlusconi mantiene le promesse»

«CONDIZIONI CAPESTRE SULL’ITALIA». Geithner ha ricordato che in quel G20 i “nemici” principali della Germania di Frau Merkel furono la Grecia, il cui leader venne deriso e rimproverato da Sarkozy e messo in minoranza, e l’Italia. Nel caso del nostro paese fu inaspettato e decisivo anche l’aiuto di Obama, che si rifiutò di appoggiare le condizioni proposte in particolare da Berlino. Oggi Berlusconi ha confermato, ricordando che «Si insistette che l’Italia accettase dal Fondo monetario internazionale un prestito da 80 miliardi, ma i conti erano in ordine, non avevo bisogno di quei soldi». Poi ha precisato: «Io non ho mai parlato di complotto, non mi piace, ma di azione di interesse contro un presidente del Consiglio che non permetteva a Francia e Germania di portare avanti i loro interessi». Che ci fossero strani movimenti prima delle effettive dimissioni, Berlusconi lo ebbe chiaro – ha ricordato – «Quando durante il G20, il premier spagnolo José Zapatero, che era mio amico, si avvicinò e prendendomi da parte mi disse: “Ho saputo che ti dimetterai, perché?”».

«L’IMBROGLIO DELLO SPREAD». Parlando di «imbroglio dello spread» Berlusconi ha quindi aggiunto «la Bundesbank aveva ordinato alle banche di mettere sul mercato secondario i titoli di Stato: ovviamente non potevano essere assorbiti tutti e il prezzo è sceso. Da lì è venuto fuori lo spread tra rendimento del nostro debito pubblico e titoli tedeschi, che diventarono beni rifugio. Noi dovemmo così alzare i nostri tassi di interesse per renderli appetibili». Il risultato è che «La politca di rigore imposta dagli eurocrati di Berlino e Bruxelles ci hanno portato a nessuna crescita, 5 giovani su 10 senza lavoro, 4 milioni di italiani in povertà assoluta e 10 milioni in povertà relativa».

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