Gay pride sì, presepe no. Il vademecum sulla laicità dei sindaci francesi

Di Leone Grotti
20 Novembre 2015
Dopo un anno di lavoro, l'Amf ha pubblicato un documento per spiegare ai sindaci come applicare alla perfezione la «neutralità repubblicana»
epaselect epa04535602 People pass by nativity scene during the 17th Nativity Scenes exhibition in the street of Luceram, southeastern France, 20 December 2014. This exhibition of Christmas cribs runs from 01 December to 11 January 2014. EPA/SEBASTIEN NOGIER

Gay pride sì, presepe no. I canti Gospel possono anche andare bene, ma solo se seguiti o preceduti da concerti di musica sufi. La laicità, si sa, è l’ossessione della Francia ma da tempo il modo più corretto di tradurre in italiano laïcité è laicismo. La presunta neutralità dello Stato, infatti, portata alle sue estreme conseguenze, diventa negativa e finisce per negare non solo storia, tradizione e cultura di un paese ma anche il buon senso.

IL VADEMECUM. Dopo un anno di lavori, ieri l’Associazione dei sindaci francesi (Amf) ha pubblicato un vademecum per illustrare quale deve essere il corretto comportamento di un sindaco, o di qualunque altro eletto, rispettoso della laïcité. Non si tratta di tenute di condotta obbligatorie, specifica La Croix, ma di consigli sull’esercizio ideale delle funzioni da parte di ogni funzionario pubblico. Il «vademecum» è stato considerato «urgente» viste «le continue deroghe alla laïcité che sono state fatte e che hanno condotto a una deriva».

NEUTRALITÀ A MESSA. L’Amf, dunque, «invita tutti gli eletti nella loro attività pubblica ad astenersi dal mostrare le proprie convinzioni religiose o filosofiche». Ad esempio, «la partecipazione a cerimonie religiose può avvenire ma solo nel rigoroso rispetto della neutralità repubblicana, cioè senza manifestare la propria credenza o non credenza». Le religioni però non vanno parimenti offese e dunque bisogna togliersi le scarpe quando si entra in una moschea e indossare la kippah quando si entra in sinagoga.

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]NIENTE BATTESIMI DI NAVI. I sindaci possono ovviamente promuovere manifestazioni culturali legate alla religione, purché ci siano però tutte le religioni. Di conseguenza, «la programmazione culturale di un comune può naturalmente comportare dei momenti artistici a sfondo religioso (ad esempio, sul tema musicale: un concerto di musica sufi, di musica ebraica, di Gospel o una messa della passione di Bach) ma a condizione di rispettare equilibrio e diversità». Appoggiare invece espressioni «tradizionali» della fede è pericoloso e quindi il documento mette in guardia da «potenziali infrazioni della laïcité se si dà il proprio sostegno a manifestazioni considerate tradizionali (processioni, troménie, battesimi o benedizioni di navi…)».

VIETATO IL PRESEPE. Un simile documento poteva esimersi dal pronunciarsi sull’annoso problema dell’installazione su suolo pubblico di presepi per Natale? Ovviamente no. L’Amf ritiene dunque che «il presepe non sia compatibile con la laicità», anche se alcune sentenze di tribunali francesi hanno stabilito il contrario. Ma i sindaci di Francia si lamentano anche di questo e criticano una certa giurisprudenza che «non trovandosi d’accordo [sul tema] nuoce alla comprensione della laïcité». Ecco perché, dulcis in fundo, l’Amf interpella il ministro degli Interni, responsabile anche dei culti, per chiedergli un «chiarimento legislativo». Sarà la Francia il primo paese nella storia a vietare il presepe?

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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15 commenti

  1. Cisco

    L’unica e’ fare un presepe buddista con le statuine del Gay Pride, forse così anche Hollande gradirebbe. Magari partecipando persino al suo “battesimo”… Pardon, “eutanasia”…

  2. Menelik

    La Francia ha una sola speranza di riemegere dalla palude in cui si trova:
    MARINE LE PEN.
    Forza FN !!!!!!!!

    1. Cisco

      @Menelik

      Purtroppo Marine Le Pen e’ laicista quanto Hollande, con la differenza che non vuole immigrati islamici, cioè ormaii tra i pochi, in Francia, a gradire ancora un Presepe….

  3. Livio

    questi vademecum fanno venire l’eczema. troppa melassa da ingoiare.

  4. Elisa

    Che c’entra il presepe, espressione di un credo religioso, con il gay pride, una manifestazione per ottenere diritti civili?? Siete l’anti-informazione..

    1. Giannino Stoppani

      E manifestare un credo religioso non è un diritto civile?

      1. Elisa

        No, tappezzare la città di un Paese laico con i presepi NON è un diritto civile! Soprattutto in un Paese come la Francia che concepisce la laicità come astensione da ogni fede religiosa. Perchè mettere il presepe sullo stesso piano del gay pride?? Ma che avete nel cervello??

        1. Sebastiano

          Ti è sfuggito un piccolo particolare: non si tratta di “astensione” ma di PROIBIZIONE (persino dei crocifissi al collo e delle magliette).
          Non ci vuole un grande sforzo per apprezzare la differenza.
          E mentre per l’ideologia del Gay Pride i sindaci sono tutti ginocchioni a magnificarne la bellezza, per tutto ciò che non è allineato al Pensiero Unico vale la fatwa laicista del “rintanatevi a casa vostra”.
          Ti è chiaro ora il nesso?

        2. Nino

          @elisa: inutile … non capiscono la differenza

          1. Giannino Stoppani

            Suvvia caro il mio omino di burro, spiegacelo te, per benino, che differenza c’è tra un bel gheipraid sculettante e una processione del Corpus Domini e sopratutto per quale motivo uno stato laico dovrebbe tollerare il primo e vietare la seconda.

          2. SUSANNA ROLLI

            Aiuto!

        3. Cisco

          @Elisa

          Ha ragione Nino, non capiamo proprio come ai faccia. In un paese laico, a manifestare liberamente il proprio pensiero. Ma in particolare io non riesco a capire come si faccia per “tappezzare” la città con dei presepi: deve essere una nuova tecnica futurista. Meglio tappezzare la città – soprattuto luoghi omofobi come chiese, sinagoghe e moschee – con manifesti arcobaleno: deve essere la famosa “fraternite'”

  5. Alvisi

    Adesso si è venuto pure a sapere che una delle menti della strage era un noto frequentatore di locali gay.

  6. angelo

    Questo è solo uno dei tanti esempi della “imbecillitè” francese.
    Vorrei citare anche il divieto della esibizione dei simboli religiosi nelle scuole, la persecuzione (e fino incarcerazione) di quelli che giravano con la maglietta della Manif pour Tous, la demolizione della statua di Giovanni Paolo II.
    La “laicitè” è una grande balla, e diventa una religiosità atea (per di più imposta a tutti). E come se tu volessi abolire i colori. il “non colore” non esiste. Bene o male un colore ci deve essere.

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