«Nasce il fronte antioccidentale», «Il summit dei paesi antioccidentali», «Sco alternativa disallineata all’Occidente». La stampa italiana non ha risparmiato il sensazionalismo nel presentare e nel raccontare i lavori del 22° meeting del Consiglio dei Capi di Stato dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (Sco) che si è svolto in Uzbekistan a Samarcanda nel settembre scorso. Ma la realtà è più sfumata. I quindici capi di Stato e di governo che si sono incontrati nella città di Tamerlano come membri a pieno titolo dell’organizzazione o come partner di dialogo con la stessa sono certamente tutti convinti che l’ascesa internazionale dei loro paesi dipenda anche da un relativo e corrispondente declino dell’egemonia occidentale – e più segnatamente americana – nel mondo; ma non sono affatto tutti d’accordo che per arrivare a questo risultato occorra creare un fronte esplicitamente antioccidentale, tanto meno un’alleanza militare o un s...
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