Fratellini di Basiglio, responsabili assolti: “Il fatto non sussiste”
Assolti le due maestre, la preside, l’assistente sociale e lo psicologo che nel marzo del 2008 allontanarono due fratellini di 9 e 13 anni dalla famiglia, per un disegno osé, a Basiglio. Secondo la sentenza, “il fatto non sussiste”. «Hanno rovinato due bambini, sono molto amareggiata… Provo schifo»: è stato il commento della madre. Il legale della famiglia, Stefano Toniolo, aggiunge: «Siamo amareggiati, anche se temevamo questo verdetto, fatichiamo a capacitarcene». Una vicenda nota: dal ritrovamento di un disegno su un quadernone di terza elementare, era scattata con procedura di urgenza la denuncia dei servizi sociali del Comune di Basiglio al Tribunale dei minori, per sospetto di abusi da parte del fratello maggiore nei confronti della sorellina.
Dopo due mesi si scoprì con certezza invece che non c’erano mai stati abusi, che il disegno non era stato fatto dalla bambina ma da una compagnetta di classe, che pur sapendolo benissimo le maestre e la direttrice avevano fatto partire una denuncia di abusi. Si scoprì anche che durante l’allontanamento forzato dalla famiglia il bambino maggiore aveva subito pressioni da parte dello psicologo dei servizi sociali di Basiglio, perché rivelasse di aver commesso abusi sulla sorella, anche se il ragazzo continuava a professarsi innocente. Pressioni e allontanamento hanno causato, anche dopo il rientro in famiglia, una depressione nel ragazzino, che è stata certificata anche da uno psichiatra consulente di parte della procura di Milano. Il processo a carico di maestre, preside e servizi sociali è iniziato nel 2010. Tempi.it ha raggiunto l’avvocato Stefano Toniolo, legale di parte civile che rappresenta i genitori dei due fratellini di Basiglio.
Avvocato, è stato provato che maestre e preside sapevano già che il disegno non era della bambina denunciata?
Il processo è giunto al termine dell’istruttoria dibattimentale con l’udienza del 7 di luglio. Nel corso dell’istruttoria dibattimentale, è un fatto storico indiscutibile, la mamma della bambina che ha realizzato il disegno ha confermato di averlo detto alle maestre ed alla Preside prima dell’allontanamento dei due fratellini. La circostanza è stata confermata da un’altra mamma della classe e, nel corso della vicenda, noi l’avevamo appresa per il tramite di un papà di un compagno di classe, con il quale la mamma della bambina che ha realizzato il disegno si era confrontata circa 40 giorni dopo l’allontanamento. Anche questo papà ha confermato la circostanza nel corso del processo.
Si è molto parlato anche dei risvolti dell’accusa di abuso e dell’allontanamento immediato dalla famiglia, sulla salute del maggiore dei due fratellini. Cos’è emerso?
Sì, nel corso del processo anche i consulenti dell’accusa hanno confermato le loro relazioni, ossia che il ragazzo ha subito un danno, causato dalle condotte contestate all’assistente sociale del Comune di Basiglio e allo psicologo. Ciò nonostante, all’udienza del 14 di luglio il Pm Pietro Forno ha chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati, pur stigmatizzando i gravi errori commessi e precisando che il comportamento delle autorità coinvolte, rispetto ad una vicenda come quella in esame, rispecchia l’esatto opposto di ciò che si deve fare.
Perché il pm Forno ha chiesto l’assoluzione?
Per le maestre e la preside ha sostenuto che nessuno avrebbe chiesto loro della paternità dei disegni, motivo per il quale le stesse non l’avrebbero riferito all’Autorità Giudiziaria preposta. Per quanto riguarda le lesioni ha ritenuto che, pur sostanzialmente provate le condotte, non sarebbe dimostrato il rapporto di causalità con il danno. Noi avvocati di parte civile, rispettivamente per i coniugi, per la bambina e per il ragazzo abbiamo chiesto la condanna di tutti gli imputati ed ovviamente non condividiamo affatto le conclusioni del pm. Se infatti, come sostiene lo stesso pm e come riteniamo anche noi, risulta pacificamente provata la consapevolezza delle maestre e della dirigente scolastica della paternità dei disegni prima dell’allontanamento, le stesse hanno sottaciuto la circostanza al momento della segnalazione e le volte che sono state sentite sui fatti, e comunque per tutto il tempo in cui i bambini sono stati in comunità, e questo nonostante la circostanza fosse fondamentale per chiarire i fatti come riconosciuto dallo stesso Tribunale dei minorenni. Del pari, se, come sostiene il pm, risulta provato il danno al ragazzo ed anche sostanzialmente le condotte di assistente e psicologo, risulta a nostro giudizio provato il rapporto di causalità, come ritenuto dallo stesso consulente della Procura. In ogni caso è stato arrecato un danno enorme ad una intera famiglia.
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