Francia, padre trans fa causa all’anagrafe: «Riconoscetemi come madre»

Di Leone Grotti
01 Dicembre 2021
Riconosciuta donna dalla legge senza aver cambiato biologicamente sesso, "Claire" ha concepito una figlia con la moglie rifiutandosi di essere padre. La Corte di Tolosa dovrà decidere se riconoscere, dopo l'identità di genere, anche la genitorialità di genere
Trans protestano in Francia per avere più diritti

Trans protestano in Francia per avere più diritti

Oggi la Corte d’appello di Tolosa esamina il caso senza precedenti, riguardante un transessuale, che potrebbe sancire un passo in avanti nello stravolgimento della biologia e del semplice buon senso in Francia: dall’identità di genere alla genitorialità di genere.

Se il trans è donna, allora è madre

Claire (nome di fantasia), trans di 52 anni, è riuscito dieci anni fa a cambiare sesso all’anagrafe prima di operarsi, diventando legalmente donna pur restando biologicamente uomo. Prima dell’operazione per aggiornare il proprio corpo rispetto alla nuova identità di genere, ha concepito un figlio con sua moglie, con la quale è sposato dal 1999. La bambina è nata nel 2014, quando l’uomo era già ufficialmente divenuto Claire. Al momento di registrare la figlia allo stato civile, Claire ha chiesto di essere riconosciuta come madre della bambina ma la risposta dei funzionari è stata ovvia: possiamo riconoscerla solo come padre.

Avendo Claire rifiutato, sull’atto di nascita della bambina al momento figura soltanto la madre. Il senso della richiesta del trans è ben spiegato dall’avvocato Clélia Richard: «Se per lo stato civile Claire è una donna e se è genitore biologico della bambina è dunque evidente che debba figurare come madre sull’atto di nascita della figlia».

I compromessi della giustizia

Parlare di “evidenza” in questo caso sembra alquanto fuori luogo, eppure la Procura di Tolosa è d’accordo: sull’atto di nascita Claire deve figurare come seconda “madre” della bambina. Ma poiché, come natura comanda, quando la figlia è stata concepita Claire era ancora biologicamente un uomo, per quanto riconosciuta come donna dai documenti, i magistrati propongono di dettagliare nelle carte della figlia che la seconda madre prima era un uomo.

Per Claire la proposta, che rispecchia la verità sulla sua transizione, è offensiva e «discriminante». Il trans aveva già cercato “giustizia” nel 2016 a Montpellier. Dopo un primo verdetto negativo, la Corte d’appello aveva proposto un altro compromesso: scrivere sull’atto di nascita un generico “genitore biologico”. Ma la Cassazione respinse questa ipotesi: Claire può solamente essere “madre” o “padre”. Tertium, per il momento e salvo nuovi aggiornamenti della tecnica, non datur.

“Mater semper certa est” va in soffitta

Il caso di Claire è sostenuto anche dall’Associazione di genitori gay e lesbiche, che vede la possibilità di smantellare ulteriormente le basi biologiche della filiazione riconosciute dalla legge francese. Queste sono già state duramente picconate dalla legge di bioetica, che ha dato la possibilità a donne single e lesbiche di accedere alla fecondazione eterologa per avere un figlio. Nel caso di una coppia di donne, previo documento d’intenzione firmato da un notaio-demiurgo, l’atto di nascita riporterà entrambe come “madri” del neonato, pur non avendo una delle due alcun legame biologico col nascituro.

Il brocardo latino “mater semper certa est” era già divenuto desueto in Francia. Se dopo l’identità di genere, che ognuno può scegliere soggettivamente, la Francia riconoscerà anche la genitorialità di genere, scomparirà del tutto. O verrà portato in tribunale perché “discriminante” verso i padri che, saltando a piè pari il travaglio del parto, ora pretendono di essere madri.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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