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Leader dei sindaci ribelli: «Hollande ci lasci liberi di non celebrare le nozze gay o sarà totalitarismo»

Parla Franck Meyer, portavoce del Collettivo dei sindaci contrari al matrimonio gay: «Hollande permetta l'obiezione di coscienza come ha promesso»

Leone Grotti
14/06/2013 - 7:20
Esteri
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Sono più di 20 mila sindaci e aggiunti, etero e omosessuali, di destra e di sinistra, sanno che «la legge si applica per tutti» e non vogliono «violare la libertà di nessuno» ma neanche «agire contro la propria coscienza». Il Collettivo dei sindaci per l’infanzia si è opposto alla legge sul matrimonio gay in Francia e ora che è stata approvata chiede che i suoi membri possano astenersi dal celebrare i matrimoni gay in nome del «diritto all’obiezione di coscienza». Franck Meyer, portavoce del Collettivo e primo cittadino di Sotteville sous le Val, in Alta Normandia, spiega a tempi.it perché la Francia rischia di diventare un «sistema totalitario» minacciando sanzioni che vanno dai 45 mila euro di multa fino al carcere per tutti quei sindaci che si rifiutino di applicare una legge dannosa «per l’avvenire del nostro paese».

Sindaco Meyer, perché non volete celebrare i matrimoni gay?
Nel diritto francese, il codice civile lega insieme la famiglia, il matrimonio e il diritto del bambino. La legge Taubira modifica il diritto della famiglia e soprattutto il diritto dei figli. Adesso, le persone che per ora nel nostro paese non possono accedere alla fecondazione assistita, possono andare all’estero, essere inseminate e far nascere figli che poi saranno adottati dal coniuge dello stesso sesso.

La legge Taubira ormai è stata promulgata, pensate che sia illegittima?
No, noi pensiamo che non sia una buona legge per il nostro paese ma non illegittima, perché il Parlamento francese l’ha adottata a maggioranza. Però è una legge pessima per l’avvenire del nostro paese. Ed è per questo che in Francia ci sono tante persone diverse contrarie: omosessuali, di sinistra, di destra, giovani, anziani, eccetera. L’opposizione alla legge Taubira in Francia attraversa i partiti, indipendentemente dalla diversità di idee sull’economia e sulla società, le persone si sono radunate attorno a ciò che avevano in comune, cioè la loro umanità. E faccio notare che ci sono anche sindaci omosessuali.

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Le lobby LGBT però ribattono: «Una volta approvata, un sindaco deve applicare la legge della Repubblica».
Dei sindaci senza coscienza sarebbero la rovina della Francia, ecco cosa penso. Il presidente della Repubblica Hollande in persona, il 20 novembre del 2012, ha detto a Parigi durante il congresso dei sindaci che la legge si applica per tutti ma nel rispetto della libertà di coscienza. Ripeto: nel rispetto della libertà di coscienza. Quindi le lobby LGBT hanno ragione ma devono tenere conto dell’obiezione di coscienza.

Perché nel caso dei matrimoni gay ci dovrebbe essere un problema di coscienza?
Perché in Francia il nostro ministro della Giustizia, la signora Taubira, ha detto che si tratta di un cambiamento di civiltà. Nel momento in cui si cambia la civiltà, i cittadini hanno il diritto di essere interpellati dalla loro coscienza in riferimento a questo cambiamento.

Hollande vi aveva fatto una promessa, ora ha cambiato idea?
Sì, Hollande ha cambiato idea sotto la pressione delle lobby LGBT ma la libertà di coscienza fa parte delle libertà fondamentali riconosciute a ogni essere umano dalle democrazie occidentali e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Il problema non è se Hollande abbia cambiato idea o no, ma se vogliamo vivere in un paese dove la libertà di coscienza, di espressione, di religione sono rispettate oppure se vogliamo entrare in un sistema totalitario.

Addirittura?
La libertà di espressione è stata chiaramente minacciata in questi ultimi mesi e noi temiamo una deriva totalitaria del potere politico soprattutto su alcuni temi sociali su cui l’opinione dei francesi non viene presa in considerazione nella sua globalità. Qui stiamo difendendo delle libertà fondamentali. Il posto del sindaco è molto particolare in Francia: noi siamo dipendenti che lavorano per lo Stato, quindi agiamo nel nome della Repubblica francese, ma allo stesso tempo siamo le persone elette dai cittadini, non dallo Stato, e quindi dobbiamo rappresentare i cittadini. Siamo presi tra due fuochi: da una parte c’è una volontà politica, dall’altra un’espressione popolare.

Come pensate di convincere Hollande a fare marcia indietro?
Sono mesi che avvisiamo il potere politico, abbiamo scritto al presidente Hollande molte volte. Siamo andati all’Eliseo il 15 febbraio scorso e siamo stati ricevuti da un consigliere del presidente: gli abbiamo spiegato che cosa sarebbe giusto fare nel nostro paese. Poi abbiamo contestato diverse decisioni che sono state prese e che non rispettano i trattati internazionali. Penso prima di tutto al libretto di famiglia (dove i campi padre/madre sono scomparsi, così come nel codice civile, ndr): deve essere redatto secondo accordi presi in Europa che sono stati ratificati dalla Francia. Ora la Francia si appresta a modificare tutto senza rispettare gli accordi presi. In questo caso la nostra situazione è diversa da quella della Spagna, che ha convalidato la convenzione sul libretto di famiglia europeo ma non l’ha ratificata. Noi invece in Francia l’abbiamo firmata e ratificata.

Voi avete sostenuto il sindaco di Arcangues Jean-Michel Colo, che si è rifiutato di sposare due uomini e ora rischia sanzioni pesanti. Se riceverete delle multe che cosa farete? Siete anche disposti ad andare in prigione?
Tutti i sindaci che si oppongono alla legge Taubira hanno riflettuto sul problema delle sanzioni o della prigione o della sospensione. Voglio essere molto chiaro: i sindaci non sono eletti per violare la libertà di nessuno. In ogni municipio ci sono i sindaci e i loro aggiunti. Se ci sono degli aggiunti che vogliono celebrare i matrimoni gay, saranno rispettati. Ma noi pensiamo che una persona non debba essere obbligata a fare qualcosa contro la sua coscienza, quindi abbiamo consigliato a tutti i membri del nostro Collettivo, soprattutto ai sindaci, di creare un dibattito nei Consigli comunali perché ci si esprima sulla legge Taubira. Ci saranno probabilmente dei luoghi dove nessuno vorrà celebrare matrimoni fra persone dello stesso sesso. In questi casi, toccherà al procuratore della Repubblica prendere disposizioni perché la legge venga applicata in altro modo. Per quanto riguarda le sanzioni, in Francia noi abbiamo un precedente del 2004, quando il signor Noel Mamere, sindaco di Begles, sposò due persone dello stesso sesso quando era ancora proibito. Per questo è stato sospeso un mese dalle sue funzioni. Se la Repubblica ora cambiasse la sanzione, comminando a noi pene più severe, sinceramente non ne capirei il motivo.

@LeoneGrotti

Tags: AdozioniFecondazione AssistitaFranciafranck meyerfrancois hollandeJean-Michel Cololegge taubiralgbtlibertà di coscienzalobby lgbtMatrimoni Gayobiezione di coscienzataubira
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