«Siamo per le nozze gay ma il “caso Nicolas” è inquietante. In Francia c’è il delitto di opinione?»

Di Leone Grotti
08 Luglio 2013
Sostenitori del matrimonio omosessuale attaccano il governo per la condanna del giovane Nicolas: «Portare la maglietta della Manif è un atto di "estrema gravità"?»

«Il silenzio che accompagna il caso di Nicolas è inquietante. Assistiamo in Francia al ritorno del delitto di opinione? Che cosa sta succedendo nella “patria dei diritti dell’uomo”?». Queste le domande che Dominique Reinyé e Christophe de Voogd si sono posti in un articolo sul Figaro questo fine settimana riguardo alla vicenda giudiziaria di Nicolas, giovane fondatore dei Veilleurs, messo in carcere per due mesi per aver protestato contro la legge sul matrimonio gay.
Domani si terrà l’udienza d’appello dove sarà discussa l’istanza per rimettere in libertà Nicolas (qui si può firmare la petizione online in suo sostegno).

ATTO LIBERTICIDA. Il direttore generale della Fondazione per l’innovazione politica e il responsabile del blog “Trop libre” premettono che «in nome del liberalismo abbiamo preso posizione in favore del matrimonio gay (…) e della legge che è stata approvata» ma che «in nome di quello stesso liberalismo consideriamo l’imprigionamento di Nicolas Bernard-Buss un atto liberticida».

SEVERITÀ MAI VISTA. La condanna inflitta a Nicolas «è di una severità inaudita in rapporto ad altre condanne inflitte in seguito a proteste pubbliche». C’è una forte disparità di trattamento soprattutto rispetto ai tifosi del Psg, che a maggio durante i festeggiamenti per la vittoria del campionato, avevano ingaggiato una guerriglia contro la polizia a Parigi. «Neanche loro sono stati condannati con tanta severità!», sottolineano gli autori. Senza contare che negli ultimi anni «le uniche condanne alla prigione obbligatoria avevano riguardato fatti di violenza appurata».

TUTTO PER UNA MAGLIETTA. Gli articolisti si chiedono inoltre quale sia «l’estrema gravità» degli atti contestati a Nicolas. «Portare una t-shirt [con il logo della famiglia] affermando un’idea politica è dunque di “estrema gravità”?». E al ministro Taubira, promotrice della legge sul matrimonio gay, che aveva affermato che la condanna era stata inflitta a Nicolas per una legge approvata da Sarkozy nel 2007 rispondono: «Il caso di Nicolas non rientra sotto la giurisdizione di quella legge per diversi motivi (…). Il cuore giuridico di questa vicenda non è la legge (…), chi si oppone al matrimonio gay è stato fatto oggetto di misure eccezionali, ci sono state più di mille persone rinchiuse in guardia a vista solo perché manifestavano o perché portavano le magliette della “Manif pour tous”. Il carattere liberticida delle azioni prese dalla polizia nei confronti di chi si è opposto a un progetto di legge, e poi a una legge, è molto preoccupante».

PROCESSO DI APPELLO. Non è un caso, dunque, se il Consiglio d’Europa ha condannato la Francia per le reazioni sproporzionate della polizia contro chi protesta pacificamente. Domani si terrà l’udienza di appello per discutere la scarcerazione di Nicolas: la decisione del tribunale dirà se in Francia è ufficialmente tornato il «delitto di opinione».

@LeoneGrotti

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4 commenti

  1. Q.B.

    Signore e signori ecco un nuovo giurista si affaccia dalle pagine di questo sito: monsieur nunzio censabella.

    a. Non si chiama “delitto d’opinione”, ma al massimo “reato di opinione” (vostro onore ci spiega la differenza e in che modo questa potrebbe “al massimo” cambiare la sostanza delle cose?)
    b. non è stato arrestato per la sua opinione, ma per “ribellione e rifiuto di prelievo” e condannato da parte della polizia a quattro mesi di prigione. (ehm ehm …. le condanne le pronuncia il giudice, non la polizia)
    c. Mi pare che sia una pena proporzxionata a quanto fatto (immagino che per dire ciò il nostro principe del foro conosca a menadito il codice penale francese e la loro prassi processuale)

    E’ incredibile come ogni giorno di più l’esercito dei distruttori del mondo si dimostri composto da somari, anzi somaroni, sempre pronti a sproloquiare su tutto. Oggi il diritto, domani la biologia, poi l’etica, la filosofia e via così. Non ci capiscono una mazza eppure sono sempre li a tenere lezioni di tuttologia applicata. Da notarsi che tutte le peggiori dittature sono riuscite ad affermarsi facendo leva su una massa composta da personaggi di tale risma. Nihil sub sole novum.

  2. Gmtubini

    Curioso l’atteggiamento di Ombretta che ricorda a Michela la posizione relativista tanto di moda oggidì: “E’ la tua verità non una verità universale”.
    Dunque secondo Ombretta non esiste una verità universale ma tante verità soggettive.
    Da ignorante in materie filosofiche vorrei tanto sapere come si possa concepire una simile idea, ovvero se la verità, per definizione, è la rispondenza assoluta alla realtà effettuale, non si può concepire che ce ne sia più di una, visto che della realtà effettuale ce n’è una e una sola.
    Casomai si può dire che esistano diverse opinioni su quale sia questa verità, visto che la percezione della realtà effettuale è, quella sì, soggettiva.
    Ma il fatto che non la si possa comprendere appieno non vuol dire che la verità non esista o che esitano tante verità.
    Pensare che la verità non esiste è un inganno in cui cadono gli stolti.

  3. giuliano

    cara Ombretta allora diciamo secondo la tua visione che in natura NON nascono maschi e femmine. Questa sarebbe la tua verità ?? e tu come ti sei fatta femmina ?? Inoltre non sarebbe contro i diritti umani impedire l’esercizio della propria opinione ?? ma non siete voi che gridate sempre all’attentato della libertà ?? allora vedi ti tirare un po le somme senza scadere nella malafede, per favore

  4. Antony

    Non solo per i credenti, ma anche per chi ha un minimo di buon senso

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