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Col suo cappellino militare calato sugli occhi George non le manda a dire. «Abbiamo promesso che avremmo aiutato gli ucraini», spiega, «non dobbiamo deluderli. So che non dovremmo essere i poliziotti del mondo, ma è quello che storicamente abbiamo sempre fatto: proteggere le nazioni più deboli. Mi sembra che l’amministrazione Biden non stia mantenendo le promesse». A sorpresa, George, veterano della guerra in Iraq, cita le rassicurazioni di Bill Clinton all’Ucraina quando, dopo la caduta dell’Unione Sovietica, Kiev acconsentì di disfarsi del proprio arsenale nucleare.
Insieme a un altro ex commilitone, George gestisce un negozio di abbigliamento e gadget militari a Fort Bragg, nella Carolina del Nord. Qui c’è la più grande base militare del mondo: vi sono di stanza cinquantamila militi e nella vicina Fayetteville tutte le attività girano attorno a loro. Prima di congedarci, non trattiene un rigurgito di trumpismo: «Questa amministrazione ci ha indebolito», dice, «ha svilito la nostra ...
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