Europa, chi sei? Il convegno Cdo “Per la pace, un orizzonte ideale”

Di Redazione
15 Maggio 2024
Cronaca dell'incontro a Monza con Camisasca, Dellabianca, Ibarra, Mauro, Simoncini. «Il progetto europeo va rilanciato attingendo all'ideale originario»


“Elezioni Europee 2024. Per la pace, un orizzonte ideale”. Con questo titolo, la Compagnia delle Opere ha voluto dare inizio a una serie di convegni sull’Europa in vista del voto di giugno. Il primo appuntamento, svoltosi lunedì 13 maggio all’Opiquad Arena di Monza, con 16 sedi locali collegate da tutta Italia, ha messo intorno a un tavolo Andrea Dellabianca (presidente nazionale Cdo), Mario Mauro (presidente del Centro Studi Meseuro), Andrea Simoncini (Head of Legal Science Department presso Università degli Studi di Firenze), Maximo Ibarra (Ceo and General Manager presso Engineering Ingegneria Informatica Spa), monsignor Massimo Camisasca (vescovo emerito della Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla); tutti moderati dalla giornalista Giulia Cazzaniga.

La riflessione dei partecipanti ha preso spunto da un documento della Cdo nel quale si insiste sulla necessità per l’Unione Europea di riscoprire i principi che l’hanno fatta nascere. Solo questo le permetterà di affrontare le sfide del presente, in particolare quelle relative alla pace, alla democrazia, al progresso tecnologico.

L’ideale originario

Gli interventi dei relatori hanno ruotato tutti intorno a questo concetto: l’Unione è nata grazie al riconoscimento dell’alterità altrui, della persona come relazione, e questo è stato, al termine del Secondo conflitto mondiale, una sorta di miracolo che ha permesso di coinvolgere anche paesi come Italia e Germania, che di quella guerra portavano la responsabilità.

«L’Unione – ha detto Simoncini – non nasce per creare un mercato, ma per garantire la pace. L’economia è stato lo strumento perché questo si potesse realizzare. Quindi il richiamo alla pace contenuto nel volantino della Cdo è tutt’altro che astratto, perché l’Europa è nata proprio con questo scopo. Il progetto europeo – volto a garantire “unità nella diversità” – va rilanciato attingendo all’ideale originario».

Anche Camisasca si è soffermato su questo concetto: «La nostra storia è una storia di guerre e di violenze. Quello dei padri fondatori fu un miracolo reso possibile da una fede che si è fatta carico di un progetto politico che si è ingrandito dal punto di vista economico, ma si è rimpicciolito dal punto di vista umano e spirituale». Perché, ha spiegato il vescovo emerito, non dobbiamo nasconderci il fatto che oggi ci sia qualcosa che non funziona in questo progetto: «Oggi l’Europa non sa più rispondere alla domanda: chi sei? Un’inversione è necessaria, l’alternativa è tra essere se stessi e sparire». Come? «Serve una generazione di rifondatori, persone coraggiose che desiderino scrivere qualcosa che rimanga nella storia».

Sulla stessa scia, Mauro ha ricordato che oggi la «guerra è vicina», che serve una «politica estera e di difesa per supportare la pace chiesta da papa Francesco» e che è indispensabile «mettersi in mezzo» tra i due contendenti.

Uno spazio di dialogo

Nel suo intervento Ibarra ha invitato a non avere timore delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale perché anche queste «sono frutto della nostra creatività. Oggi ne abbiamo paura perché tutto è più veloce, i cambiamenti sono repentini e noi non abbiamo il tempo di abituarci, ma la tecnologia ha in sé gli anticorpi per correggere i problemi che crea».

Concludendo l’incontro, Dellabianca ha ribadito la necessità oggi per l’Europa di «ridare contenuto e consapevolezza agli ideali originari» e annunciato l’intenzione, in collaborazione con il Meeting di Rimini e l’associazione Centri culturali, di dare vita a Bruxelles a «uno spazio di dialogo e di riflessione per trovare soluzioni alle domande del presente».

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