Etiopia. Musulmani offrono case, soldi e lavoro ai cristiani per convertirli all’islam

Di Redazione
06 Dicembre 2018
Un leader cristiano denuncia la nuova politica islamica che sfrutta la povertà e divide le comunità religiose. «I fondi provenienti dall'Arabia Saudita potrebbero portare conflitti anche da noi»
Ethiopia, October - November 2017 Gumuz tribe in Gublak, Bahir-Dar eparchy. Fr. Isaiah Sangwera with old woman.

In Etiopia, dove circa il 60 per cento della popolazione è cristiana, molti fedeli hanno cominciato a convertirsi all’islam in cambio di aiuti economici e posti di lavoro. Lo ha denunciato ad Aide à l’Église en détresse un leader religioso regionale, che ha preferito mantenere l’anonimato per la delicatezza del problema.

«Gruppi musulmani tentano di attirare i più giovani offrendo borse di studio e promesse di lavoro, in un paese dove il tasso di disoccupazione è altissimo», spiega la fonte. «Gli islamisti allontanano i giovani cristiani dalla fede promettendo lavori stabili. Nelle cave di roccia e nelle miniere d’oro i ricchi imprenditori musulmani assumono solo musulmani. I convertiti, inoltre, godono di forti sconti quando si tratta di comprare una casa».

FONDI DELL’ARABIA SAUDITA

Molte volte i fondi arrivano direttamente «dall’Arabia Saudita, che permette la costruzione di moschee anche in quartieri dove risiedono appena 10 famiglie musulmane». Sono proprio questi finanziamenti stranieri, «accompagnati da un insegnamento islamico molto rigido» rispetto a quello tradizionale etiope, «che stanno minando la convivenza tra le comunità. Qui in Etiopia non ci sono mai stati conflitti religiosi diretti tra le comunità. Ma abbiamo paura che la situazione cambierà molto presto, come avvenuto in paesi vicini».

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