Escherichia Coli, scagionati anche i germogli di soia. Chi sarà il prossimo indagato?

Di Elisabetta Longo
07 Giugno 2011
Dopo i cetrioli, i pomodori e la lattuga anche i germogli di soia sono stati scagionati: non sono responsabili di contenere l'Escherichia Coli, il batterio killer che ha già provocato la morte di 18 persone in Germania. Mentre proseguono gli studi degli esperti, anche la psicosi avanza

In questi giorni di allarmi alimentari si potrebbe recitare una vecchia battuta: “L’inferno è un ristorante organizzato da un italiano, e lo chef è tedesco, mentre in paradiso l’organizzatore è tedesco e il cuoco è italiano”. L’allarme culinario globale è partito proprio dalla Germania, dove in due settimane sono state contagiate 470 persone, di cui 18 poi decedute, per Escherichia Coli.

C’è un killer tra le corsie del supermercato, e non si sa ancora quale sia la sua vera identità. Però, mentre vengono fatti i dovuti accertamenti e verifiche, il panico e la psicosi avanzano. Qual è l’alimento portatore sano del batterio killer? La Russia, per sicurezza, ha bloccato l’accesso a tutti gli ortaggi europei e la Germania ha attaccato i cetrioli spagnoli. Dopo attenti studi i cetrioli sono stati scagionati e l’accusa è ricaduta sui pomodori prima, e sulla lattuga poi. Infine, domenica, il mistero sembrava risolto: il colpevole sono i germogli di soia. Tutti certi, finché i test di laboratorio non hanno dimostrato, con 23 campioni su 40 negativi, che il batterio killer non si annida lì.

Intanto gli agricoltori italiani sono in difficoltà, e si trovano costretti a protestare per far sentire la loro voce. I primi a rimetterci, infatti, sono loro se è vero che il 35 per cento dei cittadini europei, cioè uno su tre, ha cambiato la dieta in base all’allarme Escherichia Coli. Nonostante il ministro della Salute Fazio insista che l’Italia non ha nulla da temere, molti prodotti coltivati rischiano di rimanere invenduti sui banchi del mercato. Per questo gli agricoltori  hanno messo in piedi manifestazioni da Milano a Latina, davanti agli ingressi dei più grossi mercati ortofrutticoli per distribuire direttamente ai consumatori i prodotti invenduti a causa della psicosi.

Come Lamberto Sposini aveva pensato di mangiare un pollo durante il Tg5 per allontanare la psicosi della febbre aviaria, adesso si aspetta che qualcuno mangi davanti alle telecamere un cetriolo prima che sia troppo tardi.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.