Con l’emergenza Covid commesse dall’Italia alla Cina per oltre 1,5 miliardi
Dei 4,7 miliardi di euro finora aggiudicati per bandi relativi all’emergenza Covid da parte di amministrazioni pubbliche italiane, 1,7 miliardi sono andati a ditte straniere, e fra queste la parte del leone l’ha fatta la Cina, che attraverso sue imprese si è accaparrata quasi il 92 per cento di quegli 1,7 miliardi di euro.
Per quanto riguarda le imprese italiane, non sappiamo quanta parte dei loro introiti tornerà all’erario italiano sotto forma di imposte versate, perché molte di esse sono consociate di multinazionali che hanno la sede fiscale all’estero.
Le imprese straniere sono inoltre numerose fra quelle che hanno vinto forniture per i nuovi banchi nelle scuole, ma ancora non sono disponibili dati ufficiali sull’aggiudicazione dei 610 milioni di euro a base d’asta (suddivisi in due lotti) resi disponibili dal bando del 24 luglio scorso.
A elaborare e a diffondere queste cifre è l’Osservatorio Bandi Covid creato da Openpolis, fondazione indipendente che promuove l’accesso alle informazioni di fonte pubblica. La fonte dei dati è principalmente l’Anac, Autorità nazionale anticorruzione, dove si trova la Banca dati nazionale Contratti pubblici.
Com’è noto, i fondi sono stati assegnati secondo le normative dello stato di emergenza dichiarato il 31 gennaio 2020, che prevedono molte deroghe alle normali procedure per le gare per forniture pubbliche. Le gare pubbliche nel contesto dell’emergenza Covid riguardano una cifra molto più alta, e cioè 14,1 miliardi di euro per 9 mila lotti di gara. Ma i soldi effettivamente aggiudicati al 17 novembre scorso sono 4,73 miliardi di euro e riguardano 3.042 lotti. La gran parte di essi, 2.609 per l’esattezza, sono stati vinti da aziende italiane, ma quelli vinti da imprese straniere presentano importi molto superiori a quelli vinti dalle imprese italiane.
Le ditte cinesi hanno avuto soltanto 29 lotti, ma quei 29 lotti valgono tutti insieme 1 miliardo e 573 milioni di euro, mentre i 2.609 lotti vinti dalle imprese italiane valgono complessivamente 2 miliardi e 658 milioni di euro. Questo significa che la singola fornitura di origine cinese vale mediamente oltre 54 milioni di euro, mentre la singola fornitura italiana vale poco più di 1 milione di euro. Da sole due aziende cinesi, la Luokai Trade di Yongjia e la Wenzhou Light Industrial Products Arts & Crafts Import Export, si sono aggiudicate complessivamente circa 974 milioni di euro. Il secondo paese straniero per valore delle commesse vinte è la Corea del Sud, staccatissima con appena 29 milioni di euro.
Il grosso della torta le imprese straniere, cioè in pratica cinesi, se lo sono aggiudicato nei primi mesi della pandemia, quando l’Italia (come altri paesi europei) si è resa conto di essere sprovvista di dispositivi di protezione di produzione locale. Al 1° giugno le imprese straniere si erano già aggiudicate 1,63 miliardi di euro di forniture, che al 17 novembre erano saliti di pochissimo a 1,71 miliardi. Per quanto riguarda le tipologie delle forniture, quelle cinesi sono costituite al 99,4 per cento da mascherine e altre protezioni, mentre per esempio dalla Francia abbiamo importato farmaci e attrezzature per terapia intensiva (64,5 per cento delle forniture di ditte francesi alle amministrazioni italiane), dalla Corea del Sud prodotti e servizi per i tamponi (52,5 per cento).
Per quanto riguarda le imprese italiane, che si sono aggiudicate il 60 per cento degli importi, come detto sopra molte di esse sono consociate di multinazionali e hanno sede fiscale all’estero. Si legge nel rapporto di Openpolis:
«È il caso, ad esempio, di FCA Italy Spa – soggetto di diritto italiano ma di proprietà al 100 per cento del colosso delle automobili Fiat Chrysler Automobiles N.V., società di diritto olandese – cui è stato affidato dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 un lotto da 237,4 milioni di euro, il terzo più importante per importo tra quelli censiti finora, per una fornitura di mascherine da settembre 2020 a settembre 2021. Altri esempi sono rappresentati dalla Abbott, multinazionale della farmaceutica fondata negli Stati Uniti a fine Ottocento, che con le sue imprese italiane Abbott Srl e Abbott Rapid Diagnostics Srl si è aggiudicata in questi mesi 33 lotti (pari a importi per 50,5 milioni); dalla Roche Diagnostics Spa, della multinazionale di origine svizzera Hoffmann-La Roche (30 lotti aggiudicati, pari a 10,4 milioni, oltre a due vinti insieme a un’altra azienda italiana, per importi totali di 254.000 euro); dalla Lohmann & Rauscher Srl, divisione italiana di una multinazionale austro-tedesca, cui sono stati aggiudicati complessivi 5,7 milioni di euro per 5 lotti».
Openpolis parla di mascherine, ma risulta che Fca produrrà anche elettrovalvole per ventilatori polmonari.
La situazione che ha riguardato i dispositivi di protezione si è ripresentata al momento dei bandi per i banchi di scuola anti-Covid. Non sono disponibili ancora le cifre aggiudicate, ma fra i fornitori le ditte straniere appaiono ai primissimi posti. Il primo lotto da 460 milioni della gara, riservato a banchi tradizionali monoposto, è stato vinto dalla francese Hmy Financiere, dalla svedese Kinnarps Ab, dalla tedesca Vereinigte Spezialmóbelfabriken GmbH & Co. e dalle italiane Gam Gonzagarredi Montessori Srl, Estel Group Srl, Principle Italy Spa e Aurora Group Srl. Il lotto relativo ai banchi “innovativi”, per importi a base d’asta pari a 150 milioni di euro, è stato aggiudicato alla francese Hmy Financiere, alla svedese Kinnarps Ab, alla tedesca Vereinigte Spezialmóbelfabriken GmbH & Co., alla portoghese Nautilus Sa e alle italiane Gonzagarredi Montessori Srl, Quadrifoglio Sistemi d’Arredo Spa, Mobilferro Srl, Beton e Aurora Group Srl. Per scoprire quanto è andato alle une e quanto alle altre, bisognerà aspettare che l’Anac metta a disposizione i dati disaggregati.
Foto Ansa
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