Egitto, Fratelli Musulmani: «Bisogna applicare la Sharia gradualmente»

Di Leone Grotti
07 Luglio 2011
Sul sito online ufficiale dei Fratelli Musulmani esce l'articolo di un anziano del movimento, Sheikh Ahmad Gad: «Chiedo alla venerabile università di Al-Azhar di riorganizzare le diverse correnti islamiche per unire il mondo musulmano, instaurare nuovamente il califfato, e preparare un piano politico per implementare la legge di Allah» in Egitto

«Oggi non c’è speranza di riformare [l’Egitto] se non si ritorna alla legge divina, che il Creatore ha scelto per gli uomini. Questa nazione non avrà mai successo se non attraverso ciò che le ha permesso di affermarsi quando è nata». Scrive così su ikhwanonline, il sito egiziano dei Fratelli Musulmani, uno degli anziani del movimento, Sheikh Ahmad Gad. L’articolo è apparso in arabo l’11 giugno scorso ed è stato diffuso in inglese pochi giorni fa.



Ahmad Gad scrive che l’Egitto non deve applicare la Sharia, la legge islamica, in un colpo solo ma in modo graduale, per permettere alla gente di abituarsi: «Non dobbiamo imporre la Sharia islamica, costringendo il popolo ad adottare qualcosa che non conoscono e che non è loro familiare. Se lo facciamo, causeremo solo ipocrisia. La gente si comporterà in modo islamico solo esteriormente». 

«L’unica alternativa dunque – continua l’articolo – è un’azione graduale, che predisponga lo spirito della gente e serva da esempio. Così la fede entrerà nei loro cuori. Un’azione graduale non impone l’islam tutto insieme, ma piuttosto un passo alla volta, per facilitare la comprensione, lo studio, l’accettazione e la sottomissione».



Proprio come ha fatto Maometto a suo tempo con l’alcol e la preghiera: «Il Profeta, la pace scenda su di lui, ha agito in modo graduale: prima ha preparato la gente, poi la famiglia, la società, lo stato e infine il califfato. Questo metodo è presente anche nel Corano quando proibisce di bere vino (all’inizio il Corano proibiva di bere vino solo durante la preghiera, poi è stato esteso a tutta la giornata, ndr). Questo metodo è stato anche utilizzato nel presentare i doveri dell’islam. Prima, c’erano solo due preghiere, a mezzogiorno e alla sera, poi Allah ha ordinato cinque preghiere durante il giorno e la notte».



L’articolo di Sheikh Ahmad Gad non promette niente di buono per quanto riguarda una svolta democratica e laica dell’Egitto. Le elezioni per eleggere un nuovo Parlamento dovrebbero tenersi a settembre, anche se molto probabilmente verranno ritardate per dare tempo a tutti i partiti di organizzarsi. Attualmente, infatti, solo i Fratelli Musulmani e i salafiti hanno una struttura consolidata, grazie alla rete religiosa che può essere utilizzata per sponsorizzare i partiti che hanno fatto nascere di recente.

Ancora meno incoraggianti sono le parole con cui il membro dei Fratelli musulmani chiude l’articolo, proprio mentre in Egitto si sono riaccesi gli scontri in piazza Tahrir: «Chiedo alla venerabile università di Al-Azhar di riorganizzare le diverse correnti islamiche per unire il mondo musulmano, instaurare nuovamente il califfato, e preparare un piano politico per implementare la legge di Allah, che sia esaltato. Questo è l’obiettivo della venerabile Al-Azhar e di tutte le correnti islamiche».

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