![L’errore di chi abolisce i programmi di diversità e inclusione è averli introdotti](https://www.tempi.it/wp-content/uploads/2025/01/image-1-314x214.jpg)
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La questione di fondo
Oggi – è una banalità dirlo – non possiamo vivere senza le nostre protesi tecnologiche. Abbiamo sviluppato una dipendenza da smartphone, computer e altri dispositivi elettronici, spesso corredati da programmi di “intelligenza artificiale”, che interessa soprattutto le generazioni più giovani e su cui da tempo è in corso un’animata riflessione. Si confrontano posizioni il più delle volte nettamente contrapposte, frutto di una polarizzazione strutturale determinata proprio dalle piattaforme a cui accediamo grazie a quei dispositivi. Vi è chi vorrebbe proibire l’uso dei dispositivi mobili, visto che non riesce a regolarne la fruizione, e vi è chi crede ancora nella forza dell’educazione e spera, per questa via, di governare nella giusta misura le opportunità a cui essi danno accesso (cfr. De Martin 2023).
Confesso che faccio parte da tempo di quest’ultima categoria. Già nel 2018 avevo promosso presso il Ministero dell’Istruzione, nell’ambito del Piano nazionale per la Scuola Digitale, un manifesto in dieci punti per l’uso dei dispositivi mobili a scuola. In esso si davano indicazioni per un uso eticamente corretto di tali dispositivi, permettendo allo studente di utilizzarli sotto la guida dell’insegnante nell’ambito del proprio percorso di apprendimento. Un analogo impegno lo avevo dedicato […]
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