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È morto René Girard. «La forza del cristianesimo viene dalla risurrezione»

Si è spento il grande antropologo e filosofo francese. Qui una nostra vecchia (e splendida) intervista: «Le persecuzioni più grandi sono oggi commesse in nome della pietà»

Debora Donnini
05/11/2015 - 9:50
Cultura
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girardÈ morto all’età di 91 anni René Girard, grande antropologo e filosofo francese. Fu autore di testi fondamentali come Menzogna romantica e verità romanzesca (1961), La violenza e il sacro (1980), Il capro espiatorio (1987). Qui di seguito vi riproponiamo una nostra intervista apparsa su Tempi nell’agosto 2001.

Molto amato anche da tanti laici, l’antropologo francese e professore alla Stanford University, in California, René Girard — nei libri La vittima e la folla, edito da Santi Quaranta, e Vedo Satana cadere come la folgore, edito da Adelphi — spiega chiaramente, contro ogni forma moderna di sacralizzazione del mito, come in realtà nella mitologia si oda la «voce della violenza trionfante». Il cristianesimo è stato invece l’unico a rovesciare questa logica, che Girard stesso chiama «il segreto di Satana».

All’inizio del suo ultimo libro Vedo Satana cadere come la folgore, lei afferma chiaramente di voler fare un’apologia del cristianesimo fondata sulla Croce. Perché?
Penso di aver scoperto il modo di mostrare che il rapporto fra la mitologia e le religioni arcaiche è completamente diverso da ciò che il mondo moderno pensa. Il paradosso della mia tesi è che più comprendiamo la prossimità della mitologia e del racconto biblico, più comprendiamo, da un lato, che nei due casi ci sono crimini collettivi che risolvono le crisi mimetiche, e, dall’altro, la vera differenza fra i miti e il cristianesimo. La vera differenza è che nei miti la vittima è sempre colpevole e la folla è sempre innocente, mentre nella Bibbia, nel cristianesimo, la vittima è innocente e la folla colpevole. È una verità assoluta e non relativizzabile. La folla lincia la vittima, perché la vuole linciare e questo non ha niente a che fare con la colpevolezza della vittima. Secondo me il cristianesimo rivela questa verità che nessuno aveva mai svelato prima. Questa è la questione decisiva.

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Nel suo libro lei prende apertamente le distanze da Bultmann che ha operato la demistificazione dei Vangeli rendendo però, così, il cristianesimo solo una scelta esistenziale. Anche la gnosi separa nettamente il giudizio fra Vecchio e Nuovo Testamento…
Il cristianesimo aggiunge qualcosa di essenziale perché ha abolito i sistemi passati di religione basati sulle vittime. Cristo infatti permette agli uomini di amarsi gli uni gli altri. Anche i personaggi dell’Antico Testamento sono vittime riconosciute in quanto tali, ma con Cristo è Dio stesso a esserlo e per questo è un’azione più incisiva. Lo gnosticismo, invece, non vede che la conoscenza e non si rende conto che tutti gli uomini sono dei persecutori anche se non sanno di esserlo. Solo Cristo può insegnarlo, come ha fatto con Pietro e Paolo. Per divenire cristiani bisogna prima riconoscersi come persecutori.

Lei afferma che l’umanitarismo e la pietà per la vittime nasce in seno al cristianesimo. Ma oggi il cristianesimo è il nuovo capro espiatorio che si vorrebbe eliminare. Si potranno, quindi, difendere i diritti umani eliminando il cristianesimo?
La situazione presente è un melange complesso degli effetti del cristianesimo e di un ritorno del paganesimo. È difficile distinguere. Già fare del cristianesimo un capro espiatorio è un ritorno al paganesimo. Ci sono elementi derivati del cristianesimo che a volte ne sono una parodia e che tendono a destabilizzare la società nel senso di un ritorno al paganesimo. Questo è il mistero dei tempi storici in cui viviamo.

Ma l’eutanasia, l’aborto non sono un segno proprio di questo ritorno al paganesimo?
Sì. Il nostro mondo si espone a pericoli terribili di disumanizzazione, che non sono compatibili con la perpetuazione della civiltà. La paganizzazione ha conseguenze nefaste che non sono prevedibili.

Come si può leggere il fenomeno della globalizzazione nel discorso che lei fa sulla società contemporanea?
La globalizzazione è la fine di tutte le barriere che sono “cose sacrificali”, poteri di espulsione. Quando questi se ne vanno, permettono possibilità di sviluppo se si ha amore agli uomini, ma anche di distruzione terribile. Quando si sopprimono i sacrifici, aumenta la libertà e l’uomo è capace di fare più cose. Ma se gli uomini non sono capaci di disciplinarsi da soli, ci saranno pericoli sempre più grandi.

Il Rapporto 2001 sulla Libertà Religiosa nel mondo, la più recente edizione di un rapporto annualmente pubblicato dall’“Aiuto alla Chiesa che Soffre”, afferma che, mai come in questo secolo, tanti cattolici e cristiani sono stati uccisi e che, più in generale, la libertà religiosa non gode di un buono stato di salute nel mondo. Questo non contrasta con il gran parlare che si fa sui diritti umani?
Un secolo e mezzo fa si pensava che se il cristianesimo avesse perso il potere temporale e se per esempio lo Stato pontificio fosse sparito, sarebbe sparito anche il risentimento contro il cattolicesimo. Non è stato così. I media infatti sono sempre più ostili al cattolicesimo e alla religione. Penso che i problemi religiosi siano più importanti di quanto non si pensi.

Parlando sul piano dell’esperienza, possiamo dire che nella comunità cristiana più si approfondisce il rapporto con l’altro, più ci si accorge di come sia differente da noi stessi. L’amore, dunque, sembra nascere dalla vittoria di Gesù Cristo su questo meccanismo di conflitto che si instaura normalmente fra le persone. Secondo lei, questo amore che si manifesta nella comunità cristiana può essere un segno di Cristo nel mondo?
Sì, dovrebbe esserlo, anche se non sempre è visibile. L’essenziale del mio lavoro è la congiunzione fra l’analisi scientifica e la sola cosa che conta nel cristianesimo, e cioè l’amore fra i discepoli, l’amore gli uni per gli altri

Il perdono e l’amore al nemico sono, dunque, ciò che Gesù Cristo ha donato al mondo per svelare «il segreto di Satana», e vincere questo meccanismo di conflitto…
Sì. E in questo senso è molto importante l’attitudine del Papa ed ha molta efficacia sugli uomini. I cristiani hanno bisogno di un’educazione per portare sempre più frutti. I cristiani sono sempre di meno, ma sono sempre più vicini alla condotta cristiana rispetto a prima. Si aveva ragione di dire che l’Inquisizione era una cosa cattiva, e il Papa ha ragione a chiedere perdono perché i cristiani avrebbero dovuto capire prima degli altri che non si può difendere il cristianesimo con la forza. Anche se nel Medioevo era normale che il cristianesimo pensasse di difendersi in questo modo, si è sbagliato e alla fine lo si è capito. Oggi però i nemici del cristianesimo vogliono solo conoscere gli errori del cristianesimo.

Hitler e il nazismo pretesero di opporsi direttamente al cristianesimo. Oggi assistiamo a un altro tipo di opposizione basato su una sorta di radicalizzazione della pietà per le vittime in senso anticristiano. E questo avviene anche tramite l’identificazione del passato cristiano con ogni sorta di «persecuzioni, oppressioni, inquisizioni». Secondo lei questo meccanismo di radicalizzazione della pietà per le vittime rischia di trarre in inganno molte persone?
Sì, trae in inganno perché è la caratteristica della nostra epoca. Non vuol dire che si abbia una cattiva volontà, ma non si sa ciò che si fa. Ci sono delle deviazioni terribili. Le persecuzioni più grandi sono oggi commesse in nome della pietà. Un esempio per tutti è l’aborto. È una radicalizzazione pagana, una deviazione.

La forza che i discepoli hanno sperimentato dopo la risurrezione, prova che qualcosa di più forte dell’umano è accaduto?
Sì, io interpreto la risurrezione in modo religioso. La risurrezione fa fare il salto dal piano antropologico a quello della fede. Essere cristiani è credere nella risurrezione. Per questo ho problemi con Bultmann, perché non crede alla risurrezione. La forza del cristianesimo viene dalla risurrezione. Su un piano antropologico, la risurrezione è negata da molte persone; il cristianesimo rovescia tutti i miti, invece, e ci obbliga a chiederci da dove arriva ai discepoli la forza di questa inversione che non aveva mai avuto luogo prima nella storia. E bisogna dire che viene dalla risurrezione. È la risurrezione che li fa capaci di dire la verità e rispondere alla verità.

Anche oggi quando i cristiani mostrano che possono amare e perdonare i nemici, mostrano la forza della risurrezione?
Sì, mostrano la forza della risurrezione.

Tags: Abortocristianesimodiritti umanirené girard
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