
Su Firstonline Valentina Nubola scrive: «L’Italia si prepara al peggio, così come tutta l’Europa. Con l’interruzione del gas che veniva pompato attraverso il gasdotto Nord Stream 1 (che collega Russia e Germania attraverso il Mar Baltico) per manutenzione, il governo prepara un piano di emergenza nel caso si arrivi a uno stop totale. Le iniziative spaziano da razionamenti su riscaldamento, aria condizionata e illuminazione al coprifuoco nei negozi, ai tagli nelle abitazioni e negli uffici pubblici ed eventualmente per le industrie più “energivore”. E che andrebbe di pari passo con quello dell’Unione Europea (Bruxelles presenterà tra poco più di una settimana un piano di strategia unitaria), mentre sono in arrivo altri aiuti sulle bollette. Nel frattempo, partirà la campagna di sensibilizzazione sul risparmio energetico».
Su Firstonline si dà un realistico quadro della drammatica situazione che ha di fronte l’Italia. Un quadro che contrasta con la propaganda del “giornalismo collettivo” imperante secondo il quale basterebbe sostenere il governo Draghi, quella stordita di Ursula von der Leyen e la politica di Sleepy Joe per sistemare tutto senza problemi. Oggi il nostro paese e più in generale l’Occidente hanno di fronte enormi questioni come quella di dare obiettivi a una guerra in Ucraina resa inevitabile dall’aggressione russa ma anche inestricabile dalla svagatezza americana (come spiega bene Henry Kissinger: non si può fare una guerra senza obiettivi), e insieme dare un qualche assetto a strutture comunitarie oggi di fatto sostituite dalla Nato. Per gli italiani affrontare queste terribili sfide senza una politica legittimata dal voto dei cittadini, come sostanzialmente pensano Sergio Mattarella e Mario Draghi, è più o meno impossibile.
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Su Startmag Giulia Alfieri scrive: «Il primo treno merci in viaggio lungo il Corridoio di trasporto internazionale nord-sud (Instc) tra Russia e India (via Iran) è partito il 7 luglio e si prevede che per arrivare a destinazione impieghi tra i 35 e i 37 giorni. Il commercio di Nuova Delhi con Mosca sta dunque per diventare molto più economico e veloce, con Teheran che è destinata a diventare uno snodo fondamentale di un nuovo corridoio di trasporto».
Se una guerra giusta – non si poteva accettare l’aggressione russa all’Ucraina – diventa anche una guerra senza obiettivi, il disordine mondiale non potrà che crescere e alla fine non sarà così facile isolare Mosca.
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Su Huffington Post Italia si scrive: «“A destra fanno un ragionamento cinico: gli conviene andare a votare prima dell’autunno caldo che ci aspetta”. Parola del ministro della Cultura Dario Franceschini, intervenuto all’evento Italia 2022: persone, lavoro, impresa, promosso da PwC Italia in collaborazione con il gruppo editoriale Gedi. “Questo è un ottimo motivo per cui non dobbiamo dargli sponda, mi rivolgo in particolare ai Cinque stelle e a Conte”».
La moralità che Franceschini predica contro il cinismo del centrodestra ricorda molto quella descritta da Fedro in una sua favoletta sul lupo e l’agnello accusato di intorbidargli l’acqua: «Ad rivum eundem lupus et agnus venerant, siti compulsi. Superior stabat lupus, longeque inferior agnus. Tunc fauce improbalatro incitatus iurgii causam intulit; “Cur” inquit “turbulentam fecisti mihi aquam bibenti?”». Da anni il centrosinistra guidato/protetto dal Quirinale sostiene governi senza adeguata legittimità politica e i cinici sarebbero quelli che chiedono un potere fondato sulla volontà degli elettori?
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Su Dagospia, riprendendo un articolo di Carlo Nicolato su Libero quotidiano, si scrive: «La Germania blocca il pacchetto di aiuti europei da 9 miliardi destinati all’Ucraina. La scusa semiufficiale, cioè quella che hanno voluto trapelasse, è il timore che tali soldi provengano dal debito comune europeo, cosa che mai è andata giù a Berlino nemmeno quando vi si è ricorsi per le misure anti Covid. Tale mossa ha fatto imbestialire Zelensky, già piuttosto contrariato per il fatto che Berlino è appena riuscita ad aggirare le sanzioni alla Russia convincendo il Canada a restituire a Gazprom la famosa turbina riparata dalla Siemens necessaria per far ripartire il North Stream 1».
Solo il nostro “giornalista collettivo” può pensare che si possa costringere a lungo nazioni come la Germania (e la Francia) a rimanere in una situazione di guerra virtuale che non si può né dichiarare né vincere, promettendo un’escalation di armi e sanzioni, ma senza indicare neanche a medio termine soluzioni politiche e diplomatiche.