

Ma che sta succedendo nel nostro paese? Non so se qualcuno se ne sia accorto o se abbia ben valutato i fatti accaduti in questi giorni. Ma siamo al cortocircuito istituzionale. È talmente forte la carica ideologica di chi vuole introdurre in Italia il matrimonio e l’adozione per persone dello stesso sesso, che si stanno stravolgendo le regole che reggono una corretta convivenza democratica. E lo si fa senza pudore, pur di raggiungere i propri scopi, anche al di là di ciò che impone l’ordinamento democratico.
Di giudici ribelli, quelli che (per fortuna circoscritti) introducono nuovi diritti nel nostro ordinamento in assenza di normative e a volte in contrasto con quelle vigenti (nonostante debbano applicare la legge), abbiamo già parlato.
Oggi, spunta la nuova categoria dei sindaci ribelli. In questi giorni molti sindaci di sinistra, Pisapia a Milano, Merola a Bologna, Barnini a Empoli hanno apertamente sfidato le istituzioni repubblicane e hanno deciso di autorizzare la trascrizione di matrimoni omosessuali contratti all’estero nei propri registri di stato civile. Il sindaco di Napoli, De Magistris, ex pm, condannato in primo grado nell’inchiesta Why Not, ha detto di non voler tener conto della sentenza e di voler continuare a fare il sindaco.
I prefetti di Bologna e di Firenze hanno scritto ai sindaci, intimando loro di attenersi alla normativa vigente in Italia che non ammette la trascrizione dei matrimoni gay. Il Ministro dell’Interno Alfano ha inviato una circolare avvisando che – in caso di mancata cancellazione delle trascrizioni – si precederà al successivo annullamento d’ufficio degli atti. Il prefetto di Napoli ha sospeso De Magistris come prevede la legge.
Apriti cielo! Alfano è stato subissato di critiche e i prefetti sono stati accusati di usare il pugno duro. Il partito dei sindaci ha ribadito di voler mantenere le proprie posizioni, le trascrizioni degli atti civili illegittimi e la poltrona.
Ora, tutto ciò è assolutamente destabilizzante per l’intero sistema. Non è solo un problema di conflitto tra i poteri dello Stato, tra sindaci e prefetti. È molto di più. Il conflitto tra poteri presuppone un’incertezza nelle relative competenze istituzionali rivendicate dall’uno o dall’altro potere, tanto che occorre una decisione del giudice costituzionale per dire chi ha ragione.
Qui, invece, non vi è conflitto. Vi è solo un’aperta sfida antidemocratica. Vi è eversione consapevole e voluta nei confronti delle regole istituzionali. Lo hanno detto espressamente: «Andiamo avanti perché stiamo combattendo una battaglia», evidentemente contro quello Stato che essi stessi rappresentano quali Ufficiali del Governo. Lo ha spiegato con chiarezza, per tutti, l’onorevole Marzano del Pd, sulla solita Repubblica: «È giusto disobbedire per dare un segnale al paese. È una resistenza nel vero senso del termine perché le istituzioni non rispettano il tentativo di andare verso le unioni civili».
Il ragionamento sotteso è questo: “siccome le istituzioni non ci permettono di raggiungere gli scopi voluti, intanto applichiamoci le regole da soli, in attesa che tutti si adeguino”. Ma questa – se non sbaglio – era la legge del Far West. Le battaglie si combattono nel rispetto delle regole, non fregandosene. Così si intaccano i fondamenti dell’ordinamento costituzionale e si aprono sacche di impunità e di illegalità all’interno degli stessi meccanismi democratici, che mettono in discussione la convivenza civile. Se proprio avessero voluto, quei sindaci illuminati (che sono gli stessi che poi vengono a parlarci di legalità, di correttezza istituzionale, di politically correct, ed altri simili cose amene, a partire dall’aggettivo “democratico” contenuto nel simbolo), avrebbero dovuto dimettersi, non invece usare arbitrariamente a proprio uso e consumo le istituzioni.
Sapete cosa devono fare i sindaci prima di essere immessi nelle proprie funzioni?
Ai sensi dell’art. 50 del Testo Unico degli Enti Locali, devono «prestare, davanti al consiglio, il giuramento di osservare lealmente la Costituzione Italiana»; cioè, osservare lealmente quella Costituzione, che all’art. 29 dice «la Repubblica Italiana riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio»; e in relazione alla quale la Corte Costituzionale ha precisato: «È costituzionalmente legittima la previsione normativa, sistematicamente interpretata, che vieta alle persone dello stesso sesso di contrarre matrimoni»; ed applicando la quale la Suprema Corte di Cassazione ha sempre – dico sempre – escluso che potessero essere trascritti in Italia matrimoni di persone dello stesso sesso.
Cari sindaci, il giuramento è una cosa importante, non è un orpello democratico!
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Signorina/signora Filomena, quando saranno approvati tali leggi incostituzionali lei si troverà nella stessa situazione di chi, nel novembre 2011, alla caduta del governo Berlusconi, ha cantato ed esultato fuori i palazzi istituzionali in Roma. Lei sicuramente non sa che una lettera (del 5 agosto 2011) inviata dalla Commissione Europea al governo Berlusconi, democraticamente eletto (non da me), intimava all’Italia di fare determinate riforme che hanno prodotto lo sfascio attuale tramite il prof. Mario Monti.
Nel caso in cui lei fosse a conoscenza di tali fatti e volutamente decidesse di ritenerli corretti, si renderebbe complice (morale), con le sue parole,di chi attenta al nostro ordinamento democratico.
Dai commenti precedenti, da buona femminista, suppongo che lei non abbia queste conoscenze poichè ha dimostrato scarsissima preparazione anche in merito alla sua “ideologia”.
Le allego documentazione in modo da fugare i suoi dubbi in merito al presunto complottismo di cui lei mi ha accusato.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-09-29/testo-lettera-governo-italiano-091227.shtml?uuid=Aad8ZT8D
E’ quantomeno strano che molti sindaci stiano registrando i matrimoni omosessuali celebrati all’estero “nonostante” tutto. In realtà la liceità della registrazione è dubbia. Nell’ultima sentenza della Corte Costituzionale (quella del 2012) si afferma testualmente:
” l’intrascrivibilità delle unioni omosessuali dipende -non più dalla loro ‘inesistenza’, e neppure dalla loro ‘invalidità’, ma – dalla loro inidoneità a produrre, quali atti di matrimonio appunto, qualsiasi effetto giuridico nell’ordinamento italiano.”
Il legislatore ha quindi stabilito che la trascrizione, non producendo nessun effetto giuridico, è inutile. Cosa che io stesso scrivo da diverso tempo: non ha effetti giuridici. Inutile, ma non dannosa. Nella fattispecie l’ufficiale di stato civile si era rifiutato di trascrivere l’atto e la corte ha stabilito che (contrariamente a quello che sostenevano i ricorrenti) la trascrizione non era un “atto dovuto”. Quindi, con un ragionamento probabilmente un po’ forzato, quei sindaci dicono che seppur non è un atto dovuto, la trascrizione e fini pubblicistici è un atto non contrario alla legge, ed è un modo per sollecitare il parlamento ad uscire dal suo stato di cronica indolenza su certe materie.
‘o nino, il solito modo SINCERAMENTE DEMOCRATICO di agire della sinistra. se questi STRAPPI formali dimostrativi li fa qualcuno della lega o del centrodestra viene fulminato . vedi le inchieste di papalia sulle camicie verdi. quel giudice meriterebbe di essere radiato e senza pensione.
le due cose non mi sembrano, per quel poco che ne so, paragonabili.
Ho deciso come i nostri sindaci e magistrati, siccome pago troppe tasse,
d’ora in avanti non le pago più : ‘in attesa che lo stato, come promessoci, le abbassi.
Questa si che è una battaglia democratica.
Viva la demoCRAZIA.
Da paese delle banane a paese dell’anarchia istituzionale.
E c’é pure qualcuno che é contento di quello che sta avvenendo.
Per fortuna il calo demografico avanza e fra tre/quattro generazioni il Paese non ci sarà più (chiudendo definitivamente queste stagioni di nuove scelte imposte da culture egoiste e prive di prospettiva).
E si, è un vero disastro democratico ed istituzionale.
D’altra parte il parlamento non legifera sul tema, essendo molti parlamentari non disponibili e contrari non dico ai matrimoni omosessuali ma neanche alle unioni civili.
La vera via è quella parlamentare, sperando che gli stessi contrari per affermare la correttezza istituzionale, democratica e costituzionale non continuino a votare che Ruby è la nipote di Mubarak…
Non ti preoccupare… anche se lo votano… ormai a quello gli manca solo che lo mettono, nel prossimo g.pride, su un carro a ballare . Lo rivaluterete!
Personalmente non credo proprio, però adesso che ha istruito e passato la palla al suo figlioccio in effetti c’è il rischio che qualcuno rimpianga l’originale.
Spinelli non si preoccupi per la democrazia, tra pochissimo saranno approvati in Parlamento unioni civili e divorzio breve così forse finalmente si metterà a tacere questa diatriba.