Dopo 83 anni, il Quebec rimuove il crocifisso dal Parlamento

Di Leone Grotti
12 Luglio 2019
È il primo effetto tangibile (e altamente simbolico) della legge sulla laicità approvata a giugno, che vieta ai funzionari pubblici di esporre simboli religiosi

Dopo 83 anni, lo storico crocifisso donato dalla Chiesa cattolica al premier del Quebec, Maurice Duplessis, è stato rimosso definitivamente dalla Sala blu dell’Assemblea nazionale. È il primo risultato tangibile ed emblematico dell’entrata in vigore del “Bill 21”, la legge sulla laicità “saudita” approvata a giugno dalla provincia canadese.

RIMOZIONE CON I GUANTI BIANCHI

Il 9 luglio un inserviente del Parlamento, munito di deferenti guanti bianchi, ha preso una scala, l’ha portata sulla pedana rialzata in fondo alla Sala blu dove in posizione centrale siede il presidente dell’Assemblea nazionale e saliti i gradini ha rimosso il crocifisso appeso alla parete. La croce è stata quindi portata nella sala espositiva che si trova nel corridoio, dove non potrà più dare fastidio a nessuno con la sua presenza.

La decisione altamente simbolica di rimuovere il crocifisso è stata presa a maggioranza dall’Assemblea nazionale, che ha approvato una mozione subito dopo l’approvazione del Bill 21. Il premier François Legault si era inizialmente opposto alla mozione spiegando che il crocifisso «non è tanto un simbolo religioso, ma parte della nostra storia e dei nostri valori. C’è una croce nella nostra bandiera. Dobbiamo capire il nostro passato, protestanti e cattolici hanno costruito i valori del Quebec. Dobbiamo riconoscere che la croce fa parte della nostra storia». Alla fine, però, ha dovuto cedere al volere del Parlamento.

LAICITÀ NEGATIVA

La legge sulla laicità approvata a giugno vieta ai funzionari pubblici di indossare simboli o indumenti religiosi nello svolgimento del proprio ruolo. Un divieto che vale per tutti: magistrati, avvocati dello Stato, agenti di polizia, perfino insegnanti. Per rafforzare la libertà di tutti, il Quebec ha deciso di vietare una delle sue espressioni e ha dovuto annullare alcune delle garanzie offerte alla libertà religiosa dalla Charter of Rights and Freedoms.

Cristiani, ebrei e musulmani hanno protestato contro la legge definendola «discriminatoria». Simon Jolin-Barrette, ministro dell’Immigrazione, della diversità e dell’inclusione, è il politico che ha proposto sia il Bill 21 che la mozione per rimuovere il crocifisso. Uno strano concetto di “inclusione”, quello del Quebec, che può essere realizzato solo rimuovendo dallo spazio pubblico la religione. Così, per rafforzare «l’uguaglianza di tutti i cittadini e la libertà di coscienza e di culto», il crocifisso è stato sloggiato. Una rimozione effettuata con i “guanti bianchi”, ma la sostanza non cambia.

@LeoneGrotti

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