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Home Società

Due imam lanciano la Netflix musulmana, senza le serie tv degli infedeli

Niente docu-film dei "kouffars" e contenuti cento per cento halal su Dini Tv, piattaforma streaming ideata da due predicatori per indottrinare a distanza

Mauro Zanon
21/11/2022 - 6:20
Società, Spettacolo
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Dini Tv, Netflix islamica

Parigi. Forti dei milioni di abbonati che seguono le loro pagine sui social network, Rachid El Jay, imam salafita di Brest, e Abdelmonaim Boussena, militante islamista originario di Lille, hanno deciso di intensificare la loro opera di indottrinamento: lanciando da Dubai, città in cui ora abitano, una piattaforma streaming, Dini Tv, che riprende l’interfaccia e i codici di Netflix, ma al posto delle serie occidentali e dei docu-film dei “kouffars” (gli infedeli), trasmette contenuti 100 per cento halal. «Una piattaforma in cui vi insegneremo tutto ciò che un musulmano deve conoscere. Dini (in arabo significa “la mia religione”, ndr) è uno spazio in cui potrete imparare in famiglia. Troverete contenuti per adulti ma anche per bambini! Con un solo abbonamento, tutta la famiglia può avere accesso alla piattaforma», raccontano i fondatori, entrambi francesi.

“La Netflix dei musulmani conservatori”?

Il giornale di inchieste parigino Mediapart ha ribattezzato Dini Tv “la Netflix dei musulmani conservatori”, anche se forse sarebbero meglio parlare di islamisti radicali. Rachid El Jay, tanto per intenderci, balzò al centro delle cronache qualche anno fa per un suo video risalente al 2012, in cui davanti a una platea di bambini diceva che il velo «è l’onore di una donna e se esce senza non devono sorprendersi che degli uomini abusino di lei», ma anche che «quelli che ascoltano la musica (occidentale, va da sé, ndr) saranno trasformati in scimmie e maiali».

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Abdelmonaim Boussena, invece, figlio di un imam della moschea Lille Sud e vicino alla galassia dei Fratelli musulmani, è un “psalmodieur”, noto per il suo modo di recitare i testi religiosi e per aver difeso l’amico Tariq Ramadan, l’intellò degli islamisti, quando venne travolto dalle accuse di stupro. Insieme, hanno deciso di utilizzare il linguaggio cool della modernità occidentale, adattandolo alla retorica islamista. All’interno di stanze dall’arredamento borghese, tinte pastello e divani di velluto, El Jay, Boussena e gli altri professori e predicatori assoldati da Dini Tv spiegano agli abbonati come deve comportarsi un bravo musulmano.

Coaching con il Corano e nutrizione con la Sunna

L’imam di Brest El Jay propone dei corsi di arabo, il suo socio Boussena delle lezioni per «imparare a recitare correttamente il Corano», mentre Sofiane Meziani, insegnante del liceo privato musulmano Averroès di Lille, interviene in un programma di coaching intitolato “Change ta vie”, cambia la tua vita. Durante il programma, Meziani offre, tra una citazione coranica e l’altra, consigli sulla «gestione del tempo» o «l’importanza di definire degli obiettivi». Hania Mokhtari, velata di bianco, insegna invece ai bambini a disegnare nella sezione “spécial kids”, Hanan Afella, dietologa, indica la via per una «nutrizione alla luce del Corano e della Sunna»,  “Mymy”, invece, propone delle ricette per il mese del Ramadan.

«Paternalista, moralista, Dini Tv difende spesso con codici moderni dal punto di vista formale posizioni che sono in realtà ultraconservatrici. Fustigando il mondo moderno e le sue mille e una tentazioni di cadere nel peccato, la piattaforma si presenta come un rifugio rassicurante per le famiglie», spiega Mediapart. Il costo dell’abbonamento? 29 euro al mese. Come su Netflix, ci sono anche le serie. In una di queste, “Les grands frères te parlent”, Rachid El Jay e Sofiane Meziani analizzano «senza filtri, tutti i problemi che incontrano i giovani», dalla droga ai soldi, soffermandosi, per esempio, sul fascino esercitato negli adolescenti dalla figura di Pablo Escobar, dopo la visione della serie di successo “Narcos”.

Gli astuti telepredicatori dietro la Netflix islamica

Il sociologo Amel Boubekeur la chiama la «società islamica dello spettacolo», creata da astuti telepredicatori che sanno come intercettare i desideri del pubblico più giovane e iperconnesso, sbarazzandosi dell’immagine arcaica dell’islam di Francia e rendendolo più cool, più accattivante. Secondo Haoues Seniguer, professore a Sciences Po-Lyon e autore di numerose opere sull’islam di Francia, «Rachid El Jay e Abdelmonaim Boussena si adattano all’individualizzazione del credo. È la religione à la carte, secondo i vostri desideri, secondo i vostri bisogni».

Tags: Islamislamismotelevisione
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