
La preghiera del mattino (2011-2017)
Dimenticato nulla, onorevole Scalfarotto?
Sulle unioni gay à la Cirinnà occorre sciropparsi oggi l’intervista di Repubblica a Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme, novello viceministro allo Sviluppo economico, che «lavora alle Unioni civili da quando è in Parlamento». È una lettura che ha molto aiutato la testa di rapa del Correttore di bozze a capire la quantità di rimozioni che è necessario accettare per digerire un ddl siffatto.
Il tema “caldo” è ovviamente la stepchild adoption. «Secondo il ministro Lorenzin state creando un varco per l’utero in affitto. È così?», domanda la giornalista Annalisa Cuzzocrea, utilizzando inopinatamente quella che il senatore Sergio Lo Giudice definirebbe una «espressione volgarmente lesiva della dignità delle donne che sono coinvolte». Scalfarotto comunque non si scompone e anzi concede al ministro Lorenzin «tutto il diritto di esprimere le sue idee». Il che, da parte del promotore della famigerata “legge sull’omofobia”, è già qualcosa.
Tuttavia un goccino di omofobia il nostro non può fare a meno di notarla, poiché il “diritto” all’adozione del figlio del partner (la stepchild) «esiste dal 1983 per le coppie eterosessuali e nessuno ha mai pensato che desse loro il permesso di accedere alla maternità surrogata (cui accedono per il 95 per cento proprio coppie etero). Perché il problema sorge adesso?». In effetti, solo un omofobo vedendo due papà con un figlio potrebbe pensare che l’abbiano ottenuto tramite utero in affitto. E infatti, nota Scalfarotto, «il problema vero non è la gestazione per altri, ma il fatto che si stia parlando di coppie omosessuali».
Dopo di che la giornalista va dritta al punto, senza neanche badare a correggere il suo lessico volgarmente lesivo: «Cosa pensa dell’utero in affitto?», domanda a Scalfarotto. E lui: «Penso che lo sfruttamento di una donna è sempre da condannare con la massima severità. Tuttavia (…) il tema del dono e della gpa in paesi di solida civiltà giuridica è delicato». Occorre infatti ricordare delicatamente agli omofobi che parliamo pur sempre di “dono”, ancorché a pagamento.
E poi c’è la questione dell’autodeterminazione, sulla quale Scalfarotto si esibisce in un autentico gioiello filosofico: «La sinistra – dice il deputato del Pd – ha sempre fatto battaglie per combattere lo sfruttamento, ma ha anche difeso la libertà delle donne di fare del proprio corpo quello che ritenevano. Stabilire per legge cosa una donna possa o non possa fare col proprio corpo, se lo decide liberamente, è per me il primo passo per rimettere in discussione, per esempio, la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza. Da uomo di sinistra penso che sia giusto battersi sempre per l’autodeterminazione delle donne».
Non stiamo dimenticando nessuno, in questo ghiotto pasticcio di diritti&libertà? Che domande. Certo che no. È tutta roba che dal punto di vista logico non fa una grinza: se l’aborto è un diritto che riguarda il corpo delle donne, deve esserlo anche “donare” un bambino in cambio di denaro, ovvio. Il Correttore di bozze invoca dunque al più presto una battaglia «da uomini di sinistra» per levare alle donne il divieto di vendere i propri organi. Onde non alimentare tra gli omofobi il sospetto che al giorno d’oggi un rene abbia più diritti di un bambino.
Foto Ansa
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19 commenti
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La Messa antica è davvero una grande Messa. Proprio per questo sono profondamente addolorato quando la vedo usare come grimardello antiecclesiale, tradendone lo spirito (come quello di qualsiasi altra Messa in altro rito). È però anche la prova di come lo scisma si giochi in realtà su posizioni intellettuali.
qui sono tutti geniali!
Mi esprimo alla maniera platonica, con una visione d’insieme, un pò “forte”, ma vera: sono convinto che lo spartito del benessere spirituale e temporale di una nazione contempla solo tre tipi di note, non quelle della Nuova Musica di Adorno, della scuola di Francoforte, astratta, antirealista, diffidente della natura, e sono quelle interpretate dal laicato, i discepoli del vangelo, bassi e contralti, che accompagnano quelle tematiche, melodiche, baritono e soprano, l’episcopato e la vita consacrata; fuori di questa armonia c’è solo rumore.
I veri cittadini,. come i veri artisti, non sono antagonisti della tradizione, ma i loro avvocati più affidabili.
Quello che hai scritto dimostra che cosa è questo giornale e chi lo sostiene. Semplicente osceno
Quello che hai scritto dimostra che sei un babbeo di livello tale da non riconoscere un troll (che probabilmente è pure tuo compagno di merenda), giacché questo giornale e chi lo sostiene non ha mai affermato le stupidaggini che scrive il troll di cui sopra, e che tu ti hai bevuto come fosse un bicchier d’acqua, tutto giulivo perché confermanti il tuo pregiudizio.
Pensa te, proprio l’altro giorno, Giannino, mi pare, aveva detto a “nino” di non fare il pesce in barile e ora rispunta questa frase in bocca ad un altro horror-nick : ti era piaciuta quest’ espressione, eh, trollona ?
Che divertimento trollare, trollare, trollare…una domenica di trollaggio spinto….che goduria, che spasso, che pacchia…
Veramente qui la stiamo difendendo.
Che incenso usate voi lefebvriani? Solo così si spiegano certe calunnie allucinanti. Non vi rendete conto del tempo che fate perdere alle forze del bene?
“Che incenso usate voi lefebvriani?”
Geniale!
Non saprei dire perché non ne so granché di codesta distinzione tra aborto umanitario e libertario. Di certo so che fortunatamente non sta a me giudicare e che Chi ci giudicherà non è certo uno di quelli che amano fare di ogni erba un fascio.
E comunque la battuta rimane geniale.
Mah, secondo me qui non si tratta di troll lefebvriani, come non si trattava di troll nazi-islamici : è sempre la trollona che ha bisogno di ammazzare il tempo !
Si è vantata personalmente , come micheleL, di saper imitare i registri e i contenuti altrui e ha mostrato la sua capacità nero su bianco, imitando lo stile di andrea UDT perfettamente : si fa un giretto su qualche sito ed ecco confezionati personaggi per tutti i gusti.
Sbaglierò, eh, ma a me sembra evidente..sia per le tempistiche, sia per i nick “a tema” e a “cascata”, sia per la totale impermeabilità al confronto, sia per lo stile che , in fondo, sfrondato bene, è molto piatto e molto simile ai nick trucido-laicisti della trollona.
Devo dire che l’imput me l’ha dato proprio un nick nazi-islamico che me ne disse di ogni, pur non avendoci mai interagito : chi poteva essere, se non la trollona ?
E anche quando mi ruba il nick, non è molto simile, se non uguale, nel modo di provocare, a questi nick “lefebvriani ” e “nazi-islamici ” ?
Ripeto, sbaglierò…
Poi, c’è da considerare la frase “pesce in barile”, rivolta a “nino” l’altro giorno da uno di noi e rispuntata moooolto stranamente in bocca al troll lefebvriano !
(Non per nulla c’è anche oggi la compresenza di trollona-nino e troll vari )
Quante volte fa specchio la trollona ?
Migliaia !
Fateci caso.
chiacchiere da bar, le sue. trova sulla bussola quotidiana la distinzione. non creda di cavarsela con “chi sono io per giudicare”, che in clima bergogliano è diventato il primo comandamento (smentito sempre, e i primi siete voi col vostro modernismo prono ad ogni compromesso)
Più che chiacchiere da bar direi da osteria, visto il livello etilico raggiunto da chi crede che Bergoglio abbia il copyright del “non giudicare”.
Io sono fortemente contrario all’aborto come sono contrario all’omicidio, ma l’esperienza della vita mi consiglia che un conto è il principio generale, un altro sono i casi particolari che poi son quelli a cui si applica al dettaglio la Divina Misericordia.
E questo son convinto che lo capiscano anche i lefebriani, che di certo non sono quelle ottuse canaglie che si è tentati di credere indotti dalle corbellerie che evacui tu.
Seba non fa assolutamente comunella con Arcigay, tantomeno mi sembra lo faccia il giornale. Mi sa che sei il solito che spara sui commilitoni.
Underwater, l’equivoco è nato dalla cancellazione, da parte della Redazione, del commento del solito troll (stavolta di nome Odino), al quale ha (auto?)risposto Alessandro, tutto contento di aver trovato letame su cui imbrodolarsi. Io rispondevo a quest’ultimo ma la cancellazione di cui sopra ha scombussolato tutto.
Se uno dona qualcosa è solo e soltanto perché quella cosa è nelle sue disponibilità. In caso contrario non la potrebbe affatto donare.
Non si possono donare cose che non si possiedono.
Altrimenti perché spendere tempo e denaro in regali, per esempio? Quando basterebbe un semplice abboccamento del tipo: hai presente quella bella cosa tua che hai lì in casa, ti piace ancora? Sì, eccome, è stato un ottimo acquisto! Bene, adesso te la regalo io. Grazie, ma non ho bisogno di averne un’altra. Ah ma io ti regalo quella che hai già. Ah, scusa non avevo capito, molte grazie.
Ebbene, ora i bambini si possono regalare? Sono forse cose?
C’è solo una parola per descrivere questo tipo di scambi, anche se dovessero avvenire in modo del tutto gratuito: schiavitù.
Sei bravo, correttore di bozze, sei riuscito a leggere tutto fino in fondo. Complimenti!