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La preghiera del mattino

Cosa c’è dietro il voto per Expo 2030 (a parte i petrodollari dei sauditi)

Di Lodovico Festa
29 Novembre 2023
Gli schieramenti tipo Onu che hanno determinato l’assegnazione dell’evento a Riad, una embrionale apertura nell’opposizione del Pd alla Meloni, la rifondazione necessaria dei partiti. Rassegna ragionata dal web
Il principe Faisal bin Farhan al Saud, ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita, a Pechino il 20 novembre scorso
Il principe Faisal bin Farhan al Saud, ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita, a Pechino il 20 novembre scorso (foto Ansa)

Sulla Zuppa di Porro Toni Capuozzo scrive: «Israele, dietro la pressione contemporanea degli Usa e delle famiglie dei rapiti, deve rallentare nella corsa all’obbiettivo massimo e minimo insieme: distruggere Hamas. E quando riprenderà a provarci agli occhi del mondo apparirà come quelli che vogliono la guerra, resa ancora più difficile dal fatto che i civili, nel sud della Striscia di Gaza, non hanno vie di scampo: è l’imboscata umanitaria tesa da Hamas. Prepariamoci a giorni difficili. Chi ama Israele sa che non potrà fermarsi se non dopo, almeno, aver preso i cervelli del 7 di ottobre, Yaya Sinwar e Mohammed Deif. Chi ama i palestinesi sa che la dirigenza interna di Hamas si gioca tutto e, oltre ai tunnel ha solo due armi: gli ultimi ostaggi e lo scudo dei suoi stessi civili. Chi ama la pace non può che constatare che è davvero lontana, e che è più facile immaginarla sulle macerie di Gaza, dove qualcuno si chiede se davvero sia stato saggio fare il 7 ottobre, che non in Cisg...

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