Di Pietro jr torna in politica. Giostra (Radio Rai): «Candidatura scontata»

Di Chiara Sirianni
29 Agosto 2011
Cristiano Di Pietro si ricandida. Dopo l'inchiesta che lo portò alle dimissioni nel 2008 il figlio del leader dell'Idv torna in politica. Nessuna sorpresa per il dipietrologo Alberto Giostra «L'Idv non è un partito, è una caserma, gli ordini del rais molisano non si discutono. La candidatura di Cristiano è cosa decisa da tempo»

Cristiano Di Pietro, figlio del leader dell’Idv, torna in politica. Già consigliere comunale ed ex consigliere provinciale di Campobasso, ora si candida per le prossime elezioni regionali in Molise. Dal 2008, quando fu coinvolto in un’inchiesta che lo costrinse a dare le dimissioni dal partito, era rimasto piuttosto nell’ombra. Gasparri all’epoca aveva commentato: «Se Cristiano resta in campo, avremo un argomento da usare contro suo padre per i prossimi dieci anni». Adesso in campo ci è tornato: basterà a infrangere l’immagine dell’Idv “pura” e giustizialista?


 Per Alberico Giostra, giornalista di Radio Rai che sull’onorevole Di Pietro ha scritto un libro (Il Tribuno, Castelvecchi editore) il problema non si pone nemmeno: l’immagine di un partito che non scende a compromessi «è un pallido ricordo del passato».

Uno dei punti della risoluzioni politica e organizzativa approvata a Tivoli a porte chiuse (nel gennaio 2011) dai dirigenti del partito (e pubblicata per intero sul blog di Antonio di Pietro) non vietava la candidatura di parenti?



«L’Idv è un partito familista per definizione. A Tivoli si stabilì che parenti e affini di dirigenti e iscritti non dovessero essere candidati. Ma si aggiunse furbescamente, e imperfetto stile dipietrese, la postilla: “salvo motivate eccezioni”. Tutti pensarono alla candidatura di Cristiano. che puntualmente è arrivata. Anche a Torino è stato eletto in consiglio comunale il figlio del deputato Gaetano Porcino».

Di Pietro come Umberto Bossi?
«I punti di contatto tra Bossi e Tonino sono molti. Sono due leader populisti, che guidano partiti personali e carismatici dove la democrazia è pressoché assente. E dove anche per questo sono favoriti i casi di trasmissione dinastica del potere. Inoltre sia il Trota che Cristiano non erano molto forti tra i banchi di scuola».

La sezione montenerese dell’Idv ha ap­provato all’unanimità la sua candidatu­ra.
«Mi sarei meravigliato se fosse accaduto il contrario. L’Idv non è un partito, è una caserma, gli ordini del rais molisano non si discutono. La candidatura di Cristiano è cosa decisa da tempo. Credibile o no, poco importa. Tutti i dissidenti sono usciti da tempo, l’Idv non conosce dialettiche interne, almeno in questo senso la Lega Nord è leggermente più “mossa”».

I consiglieri regionali del Molise hanno un’indennità tra le più al­te d’Italia. L’Idv però, in campagna elettorale promette di dimezzare gli stipendi.
«Non cambierà assolutamente nulla: l’Idv non governerà perché vincerà il
centro-destra. E se anche avesse governato non avrebbe cambiato nulla. Di Pietro e il suo partito sono un bluff in tutta Italia ma soprattutto in Molise».

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