Dopo averla rovinata, i Democratici vogliono salvare San Francisco con Robocop
I Democratici della California, nello specifico quelli di San Francisco, con in testa la sindaco London Breed e i suoi assessori per la sicurezza sono in lizza per superare in quanto a ipocrisia il presidente Joe Biden, il cui primo atto appena insediatosi fu riprendere i bombardamenti in Siria, seguito dal ritiro dall’Afghanistan, dalla politica verso Haiti denunciata dall’ambasciatore USA Daniel Lewis Foote.
La proposta di usare i robot per uccidere i criminali
Martedì 29 novembre il Consiglio dei supervisori di San Francisco (11 membri, tutti democratici) ha deciso di adottare robot per combattere il crimine. Un’idea che forse nemmeno Biden avrebbe approvato e che dice molto sulla cultura politica e sulla governance dei Democratici californiani che, nell’arco di pochi anni, sono passati da un’entusiastica accettazione di tagli drastici al bilancio della polizia ad accettare di buon grado robot delle forze dell’ordine abilitati all’uso della forza letale. «C’era davvero così poco spazio politico tra abolire la polizia ed emulare i cattivi di Robocop?», si è chiesto meravigliato Jim Geraghty, firma di punta del National Review.
L’uso di robot dotati di bombe doveva essere adottato solo nelle sparatorie di massa o per gli attentati suicidi. «È uno strumento in più per salvare vite umane», aveva detto David Lazar, uno dei capi della polizia di San Francisco, usando come esempio il massacro perpetrato da un tiratore a Las Vegas, nel 2017. In quel caso, un robot armato di esplosivo sarebbe stato molto efficace, anche se il tiratore era rintanato in una stanza del Mandalay Bay Resort, molto lontano dalle sue vittime. Di certo la possibilità di avere una flotta di robot poliziotti, sulla falsariga del film Robocop di Paul Verhoeven del 1987, è stata vista da alcuni democratici come un’opzione per il futuro della Silicon Valley dopo l’approvazione del provvedimento, ma la cosa ha scatenato un vero putiferio, allargatosi a livello nazionale.
Democarici contro le armi ma a favore dei robot armati
Anche perché l’ufficio del difensore pubblico di San Francisco aveva inviato una lettera il giorno prima del voto al “consiglio dei supervisori” Dem, affermando che concedere alla polizia «la capacità di uccidere i membri della comunità a distanza» va contro i valori progressisti della città. Tre supervisori democratici che hanno votato contro la proposta si sono detti «scioccati che una città abituata a protestare contro l’uso di droni militari abbia approvato l’idea di consentire a un robot di uccidere una persona».
Il punto di svolta per fare marcia indietro, tuttavia, è arrivato dopo che l’agenzia statunitense AP si è chiesta perché, pur essendo i membri del consiglio della città «democratici doc che preconizzano il controllo delle armi, le libertà riproduttive e la protezione dei diritti civili», avessero aperto ai “robocop”. San Francisco è così «la prima città a legalizzare l’uso dei robot per eliminare esseri umani», denunciava inoltre il giornalista Jacob Cross, in un articolo durissimo (da sinistra, lui è socialista) contro il partito di Biden.
Dopo queste critiche e le proteste di una parte della popolazione, in una seconda votazione martedì 6 dicembre, il Consiglio dei supervisori Dem ha fatto marcia indietro, per ora, rinviando il tutto a una commissione che condurrà «ulteriori studi sull’uso a distanza di robot dalla forza letale». Di certo la sindaca Breed, una democratica radicale, appoggia l’uso dei robot: «Ae la polizia viene chiamata in una situazione in cui qualcuno intende fare del male o sta già facendo del male a persone innocenti e c’è una tecnologia che può aiutare a fermare la violenza, dobbiamo consentire alla polizia di utilizzare questi strumenti per salvare vite umane». Si tratta della stessa Breed che, nel luglio 2020, aveva annunciato un taglio al budget di 120 milioni di dollari alla polizia di San Francisco.
Le disastrose politiche woke di San Francisco
Al di là di quello che deciderà ora la commissione, è una certezza che le politiche woke tanto amate dalla base più radicale del partito che è al potere a San Francisco, oltre a definanziare le forze dell’ordine hanno degradato il centro città, ormai controllato dai narcotrafficanti. «La città è governata da una leadership così innamorata dell’immagine progressista e umanitaria della città che l’idea di far rispettare leggi fondamentali – in primis quelle che salvano la vita delle persone come il controllo dello spaccio – è diventata reazionaria», scrive il New York Post in un articolo che dettaglia il degrado di San Francisco.
L’uso delle droghe è stato normalizzato a tal punto che oggi ci sono interi isolati con i marciapiedi pieni di persone svenute a terra, strafatte di fentanyl, l’oppiaceo sintetico “inventato” a Wuhan, in Cina, e che triangolando dal Messico sta facendo una strage generazionale negli Stati Uniti. In attesa che i Robocop Dem la cambino, questa oggi è la realtà a San Francisco.
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