Da bambino soldato a «salvatore di vite». Storia di Williams e della sua lotta contro Ebola

Di Benedetta Frigerio
13 Novembre 2015
Rapito dai ribelli in Sierra Leone all'età di 15 anni, Prince Tommy è stato istruito ad uccidere. La sua vita è cambiata grazie all'incontro con un predicatore

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Ha dovuto letteralmente subire l’inferno, per poi riuscire ad affrontarlo e sconfiggerlo. È questo il misterioso percorso compiuto da un ex bambino soldato, oggi noto per il coraggio con cui ha salvato centinaia di persone da Ebola in Sierra Leone. Prince Tommy Williams ha realizzato quello che profeticamente gli disse un predicatore, quando per il resto della società era solo un ladro e un assassino: «Quelli come te diventeranno leader di questo paese».

L’INCUBO DELLA GUERRA. Williams si è raccontato alla Bbc: «Avevo una famiglia normale prima che la guerra civile cominciasse nel 1991», quando all’età di 15 anni fu rapito dai ribelli del Revolutionary United Front (Ruf). Lo portarono nella giungla dove «mi fu insegnato ad usare la pistola» e «pensai che sarebbe stata la fine della mia vita». L’esperienza di bambino soldato è descritta come una vita in un «altro mondo». Con incisa sul petto da un coltello la sigla Ruf, il ragazzino aveva paura anche di fuggire sapendo «che sarei stato ucciso dalle milizie che appoggiavano il governo». Non solo, i ribelli minacciavano Williams di tagliagli le gambe e le braccia, «come ho visto accadere ad altre persone. A volte strappavano il cuore dal petto di qualcuno e lo cucinavano con le cipolle chiedendo alle persone di mangiarlo». Sotto l’effetto della droga i ragazzini, lui compreso, venivano costretti ad uccidere. Ora, continua l’uomo, quella vita «mi appare come un incubo».

«PUOI RICOSTRUIRE IL PAESE». La guerra civile finì nel 2002, ma il risveglio dall’incubo per Williams coincise con la fuga nella capitale Freetown. Non trovando i suoi parenti, fu costretto a vivere solo, anche se «giravo con alcuni ragazzi, compiendo reati come il borseggio, e fui arrestato». Paradossalmente fu questa seconda, giusta prigionia a salvarlo: «Per fortuna incontrai un predicatore di nome Richard Cole, fondatore del progetto Lifeline Nehemiah, che cercava di dare speranza e una casa a persone come me». Fu Cole a credere in Williams, incoraggiandolo con parole che lo segnarono fino a cambiarlo completamente: «Tu commettevi delle atrocità, ma puoi contribuire a ricostruire la nazione». E una volta che Williams uscì di prigione, Cole lo spronò ad andare a scuola, aggiungendo che «le persone come me sarebbero state dei leader nazionali».

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]LOTTA CONTRO EBOLA. Quando il predicatore morì, nel 2006, Williams decise di continuare la sua opera. Così, quando Ebola scoppiò in Sierra Leone (dopo Guinea e Liberia) nei primi mesi del 2014, anche se «non eravamo medici, avevamo la passione di cambiare le cose e decidemmo di creare la nostra clinica per ricoverare i casi sospetti. Così molte vite sono state salvate».
Se la terribile epidemia, che nel paese dell’Africa occidentale ha contagiato in 18 mesi 14.089 persone, uccidendone circa un quarto (3.955), è appena finita in Sierra Leone, è anche merito di Williams. Insieme ad altri volontari, ha educato circa 10 mila cittadini in un anno, «visitando le comunità» che faticavano «ad accettare che Ebola fosse reale». Oltre a questo «abbiamo sostenuto le persone portando loro cibo e altri beni. In un’operazione enorme» che ha coinvolto 11 mila cittadini.

«MOLTE VITE SALVATE». Infine, quando Williams vide una donna incinta sdraiata sul pavimento e sospettata di essere stata colpita da Ebola, sebbene privo di competenze, decise di aiutarla: «Non avevamo fondi ma molti aiuti dall’autorità locale e dalla comunità e così cominciammo». Collegati ad altre associazioni «abbiamo creato un’unità di trattamento che ha salvato molte vite». Williams è certo di «un futuro grandioso», perché «stiamo investendo sui giovani e così costruiamo il futuro». E pur «pentito di tutto ciò che ho fatto», è grato di aver salvato più vite di quante ne ha interrotte. E di averle salvate anche grazie al suo passato.

@frigeriobenedet

Foto Lifeline Nehemiah

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1 commento

  1. SUSANNA ROLLI

    Ma guarda un po’, ha incontrato un CRISTIANO -quelli che oggi nessuno vuole al mondo, con annessi e connessi (presepi, processioni, vie crucis, toponomastica di parte, quadri con simboli, religiosi, nicchie ed edicole sparse qua e là, etc. etc.)!!

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