Crocetta non è ancora presidente della Sicilia. Mancano i soldi per verificare la legittimità del voto
Slitta la proclamazione del neo governatore della Sicilia Rosario Crocetta: avrebbe dovuto tenersi oggi, invece se ne parlerà forse venerdì, e sino ad allora il presidente appena eletto non potrà iniziare il suo lavoro. Il motivo del ritardo è semplice: mancano i fondi per pagare il personale del tribunale di Palermo che, per conto della Corte d’appello, procede a verificare i voti e che le elezioni siano procedute senza brogli. Si tratta di una pratica di routine, che in ogni tornata elettorale viene eseguita in pochi giorni, ricorrendo a turni straordinari. Ma questa volta i soldi per pagare gli straordinari non ci sono, i dipendenti svolgono quest’attività nel normale turno di lavoro e i tempi si sono allungati. La carenza di fondi – cronica ormai in ogni settore della Sicilia – sta creando numerosi problemi in queste ore, ma non basta invece a fermare l’attività del predecessore di Crocetta, Raffaele Lombardo
ULTIMI PROVVEDIMENTI. L’ex presidente della Regione ha sbloccato 1,3 milioni di euro di fondi destinati all’assessorato al Turismo: con otto nuovi decreti approvati giusto due giorni fa, i fondi sono stati già assegnati a decine di privati (società, associazioni, cooperative) che operano nel campo delle rappresentazioni teatrali: in alcuni casi gli stessi soggetti risultano destinatari di più voci di spesa, accumulando in alcuni casi anche 20 mila euro di contributi pubblici. Ieri è arrivata una batosta sull’ex giunta Lombardo e sui dirigenti nominati dal Governatore: la Corte dei conti ha condannato l’ex assessore alla Formazione, Mario Centorrino, e il dirigente generale Gesualdo Campo per un danno erariale da un milione di euro. Avevano erogato finanziamenti fuori budget per alcuni corsi di formazione.
PARALISI ECONOMICA. Proprio nelle stesse ore, l’Associazione cantieri edili (Ance) siciliana ha proclamato il blocco di tutti i cantieri fino a gennaio. L’Ance denuncia “un’emergenza edilizia”: i crediti vantati dalle aziende nei confronti della Regione ammontano a 409 milioni e sono 76 mila i posti di lavoro già persi, senza tenere conto del fatto che molti stipendi di lavoratori sono bloccati da luglio, quando arrivarono gli ultimi pagamenti da Palermo. Nelle stesse ore, Catania è stata protagonista delle manifestazioni dei lavoratori di un’azienda privata leader della grande distribuzione, ormai in fallimento (oltre 3 mila posti di lavoro a rischio), che chiedono da tempo alla Regione di avviare almeno un tavolo per trovare delle soluzioni. A Palermo, da giorni, prosegue lo sciopero della fame degli ex dipendenti Gesip, una partecipata del Comune che ha messo in sospensione forzata 1.800 lavoratori: mentre alcuni proseguono uno sciopero della fame, uno degli ex operai ieri si è dato a fuoco. Sebbene questi ultimi casi non siano di diretta responsabilità della Regione, vedranno sicuramente impegnato l’ente nel varo di nuove politiche dello sviluppo e del lavoro. A fronte di questi problemi in corso, Rosario Crocetta non ha preso per nulla bene la notizia dell’attività odierna del suo predecessore.
LA LETTERA DI CROCETTA. Il neo governatore ha scritto a Lombardo: «Ancora oggi vengono firmati dalla giunta e dai suoi assessori provvedimenti relativi a impegni di spesa e nuovi incarichi. A parte i criteri di legittimità che sono sicuro gli uffici avranno valutato, essendo noto che nel periodo precedente e successivo alle elezioni non è possibile per legge dare alcun contributo, ritengo che al di là della mia proclamazione formale, non vorrei trovarmi di fronte a provvedimenti da dover annullare. Le situazioni della finanza regionale meriterebbero un’attenzione sicuramente maggiore rispetto a impegni di spesa che potranno sembrare opportuni alla Sua giunta, ma che non sarebbero in linea con i miei indirizzi di rigore e spending review. Le sarò grato se eviterà di farmi trovare in situazioni imbarazzanti».
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