Critica l’invasione dell’Ucraina: prete ortodosso imprigionato in Russia
Padre Ioann Kurmoyarov, sacerdote ortodosso russo di 55 anni, è stato condannato a tre anni di carcere per aver criticato l’invasione dell’Ucraina sul suo canale Youtube in oltre sessanta video. Il tribunale di San Pietroburgo lo ha condannato il 31 agosto in base al nuovo articolo del Codice penale 207.3 che punisce chi diffonde «false informazioni» sull’esercito.
«La guerra in Ucraina è una tragedia»
Padre Ioann è in carcere dalla prima settimana del giugno 2022, quando è stato arrestato per i suoi filmati nei quali ha più volte ripetuto che tutti i cristiani dovrebbero opporsi all’invasione e che i soldati dell’esercito russo hanno compiuto diversi crimini. Soprattutto, prendendo le distanze dalle parole del patriarca Kirill, ha dichiarato che «gli invasori non andranno in Paradiso» e che «nella Chiesa ortodossa russa domina uno spirito demoniaco, visto che la maggioranza dei sacerdoti e dei vescovi appoggiano questa guerra. Sono scioccato».
In un passaggio di una lettera pubblicata sul suo canale Telegram, riporta Forum 18, ha affermato: «Vivo l’operazione militare speciale come una tragedia personale perché entrambi gli schieramenti che si confrontano sono composti da persone che condividono lo stesso sangue e la stessa fede. Come chiunque altro, e soprattutto in quanto cristiano, voglio fare tutto ciò che è in mio potere perché questo conflitto finisca il prima possibile e perché ritorni la pace».
La condanna a tre anni di carcere in Russia
In aula il 30 agosto, durante la sua dichiarazione finale davanti ai giudici, ha spiegato: «È difficile per me accettare una situazione in cui i cristiani ortodossi si combattono a vicenda. In generale penso anche che un cristiano non possa restare indifferente alla sofferenza della gente, specialmente dei bambini, a prescindere da che cosa la causa».
Il pubblico ministero aveva chiesto per padre Ioann sette anni di carcere, ma il giudice è stato più clemente anche perché nei filmati il sacerdote ha spesso criticato l’Ucraina per il trattamento riservato alla popolazione del Donbass a partire dal 2014 e anche perché durante il processo si è scusato «se ho offeso qualcuno con le mie dichiarazioni emotive».
Il prete ortodosso cacciato dal Patriarcato
Padre Ioann era stato ridotto allo stato laicale dal Patriarcato di Mosca nell’aprile dell’anno scorso dopo aver protestato all’interno della diocesi di Novosibirsk contro la costruzione della Cattedrale delle forze armate, dedicata «al 75mo anniversario della vittoria nella Grande guerra patriottica», la locuzione di origine sovietica con cui viene indicata in Russia la vittoria sul regime nazista.
Inizialmente erano previsti mosaici raffiguranti Iosif Stalin e Vladimir Putin mentre dimostrava il suo sostegno all’annessione della Crimea nel 2014.
Prima di essere cacciato dal Patriarcato di Mosca, padre Ioann si era unito alla frangia della Chiesa ortodossa russa all’estero (Rocor) guidata dal metropolita ortodosso Agafangel di Odessa, che nel 2007 rifiutò di ritornare in comunione con il patriarcato di Mosca insieme al resto della Rocor.
«Libertà per padre Ioann»
L’8 settembre l’attivista Dmitry Kuzmin ha protestato a San Pietroburgo con un cartello per invocare «libertà per padre Ioann» ed è stato subito arrestato.
Il sacerdote ortodosso sarebbe stato registrato in carcere come «una persona incline all’estremismo e al terrorismo».
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