
Cosa si nasconde dietro l’ideologia del gender

«Non è vero – scriveva Pier Paolo Pasolini in Lettere Luterane – che comunque, si vada avanti. Assai spesso sia l’individuo che la società regrediscono o peggiorano. In tal caso la trasformazione non deve essere accettata: la sua “accettazione realistica” è in realtà una colpevole manovra per tranquillizzare la propria coscienza e tirare avanti».
Tirare avanti: fin dove? Thomas Beatie non è un uomo, ma una donna: si chiamava Tracy Lagondino prima di innamorarsi di Nancy. I due decidono di avere un figlio: grazie alla donazione del seme da parte di un amico e a una inversa terapia ormonale, si procede con una fecondazione assistita eterologa e a portare avanti la gravidanza è proprio Tracy-Thomas. Oggi i due hanno tre figli che hanno una madre che vuole fare il padre (Tracy-Thomas, appunto), una madre “sociale” (Nancy) e un padre biologico (il donatore) grazie al quale è stata innescata l’intera procedura. Una vicenda resa ancora più complicata dalla separazione, dopo lungo travaglio giudiziario, dei due, un arresto per stalking di Tracy-Thomas nei confronti dell’ex moglie e una intervista rilasciata lo scorso dicembre al Sun in cui l’ormai celebre “pregnant man”, parlando dei suoi figli e dichiarando di volerne altri dalla sua nuova compagna Amber, racconta che il piccolo Austin «aveva i capelli lunghi e ha iniziato a dire che voleva essere una ragazza quando aveva tre anni», mentre Susan, la primogenita, a 7 anni gli ha già chiesto se tutte le ragazze debbano, prima o poi, diventare maschi. Una storia che è un caso limite? No, una storia con tutti i limiti del caso, piena di risvolti etico-giuridici e paradossi etico-esistenziali di immediata (e drammatica) comprensione.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]La vicenda di Tracy-Thomas, una delle molte restituiteci da questi assurdi tempi di opposizione dei diritti/desideri/amori umani all’esercizio stesso del diritto, non è che infatti una delle tante propaggini connesse al tema del pensiero gender, per cui «ciò che è rilevante ai fini della propria identità non è più ciò che uno è, ma ciò che uno ritiene di essere; per cui ci si può percepire come maschio, come femmina, come entrambi o come nessuno dei due», un pensiero radicato in un soggettivismo etico, che combinato agli sviluppi tecnoscientifici conduce in fretta «a tutta una complicata e insolita tipologia fenomenologica che, invece di mettere in evidenza il diritto rivendicato, espone sotto gli occhi di tutti quanto il diritto, nella sua essenza strutturale, venga semmai violato».
Non manca il coraggio della verità ad Aldo Rocco Vitale, autore dell’efficace Gender questo sconosciuto (Ed. Fede & Cultura, 12 euro), 133 pagine e 30 capitoli che rispondono ai tanti punti oscuri sul pensiero poco conosciuto, sottovalutato e da più parti negato come invenzione propagandistica della Chiesa cattolica: il gender, appunto, andato configurandosi nella storia come quel «momento di negazione della differenza sessuata dell’essere umano, o meglio, come pensiero teso a elidere il dato dell’elemento biologico-naturale per sostituirlo con l’elemento psicoculturale». Avvocato, firma preziosa di numerose testate online (fra cui Tempi), socio dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, Vitale si destreggia tra storia e casi di cronaca, mostrando con chiarezza per ciascuno di essi paradossi e problemi antropologici e biogiuridici che il pensiero gender porta inevitabilmente con sé, arrivando ad esprimere «il livello più avanzato di annientamento radicale dell’essere dell’uomo».
Che si tratti di un vero e proprio totalitarismo, «lo si comprende facendo riferimento agli elementi che secondo la più nota ed autorevole teorizzatrice del tema, Hannah Arendt, sono necessari per dar vita, appunto, ad un totalitarismo: l’ideologia, la massa da indottrinare e la polizia politica per tacitare chiunque dovesse resistere all’indottrinamento». Vitale non ha paura di usare le parole giuste, avvalorare la sua scrittura chiara con i contributi di numerosissimi pensatori, da Karl Marx a Judith Butler, dal professor Francesco D’Agostino a Benedetto XVI, e instrada il lettore sulle vie della nascita e dello sviluppo complesso del gender che lungi dal rappresentare un’invenzione vaticana si afferma in un preciso momento storico, come frontiera ultima ed evoluzione sofisticata del pensiero femminista; svela l’interesse dei sostenitori del gender a promuovere l’equivoco che esso c’entri con l’omosessualità; rimette ordine su ciò che è diritto, fondato, come diceva Cicerone, «non su una convenzione ma sulla natura»; smaschera la pretesa di chi vorrebbe porre quale causa prima della famiglia («quell’istituto riconosciuto dal diritto statuale che su quest’ultimo non si fonda, ma che è fondamento di quest’ultimo») non il diritto naturale – che attiene alla natura dell’uomo ed è dunque accessibile attraverso l’esercizio della ragione – bensì il diritto positivo e statale, e quella di chi vede nell’amore «un principio ordinante del diritto che a sua volta deve disciplinare e ordinare l’esistenza», come è accaduto lo scorso giugno quando Corte Suprema degli Stati Uniti d’America ha statuito che i singoli Stati non potessero rifiutarsi di riconoscere il matrimonio tra persone dello stesso sesso senza violare la Costituzione: incentrata non sulla razionalità del diritto, ma sulla passionalità dell’amore, «la suddetta sentenza, lungi dall’essere espressione di giustizia rappresenta piuttosto il triste volto di un diritto violato, cioè, in definitiva dell’ingiustizia».
La diffusione del fast-divorce, la proliferazione delle convivenze more uxorio, le richieste di riconoscimento e tutela giuridica di situazioni «che normalmente dovrebbero essere sottratte al diritto per natura (loro intrinseca e del diritto medesimo), come per esempio in matrimonio omosessuale o l’omogenitorialità (cioè la genitorialità come diritto delle coppie omosessuali attraverso l’istituto dell’adozione o le tecniche di procreazione medicalmente assistita)», evidenziano con forza le spinte contrarie e opposte a cui è soggetta l’istituzione famigliare, tra questi marosi è tuttavia possibile distinguere due principali prospettive «quella che in tende la famiglia come uno dei numerosi prodotti sociali che storicamente si vengono a determinare e succedere» (tipicamente sociologica e marxista) e «quella che rivela la famiglia come società naturale evidenziandone la struttura giuridica sostanziale e sottraendola così a tutte le ipotizzabili manipolazioni»: ecco allora come leggere l’articolo 29 della Costituzione Italiana ai sensi del quale «la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio», ovvero l’unione tra uomo e donna, requisito naturale, essenziale e logico della società naturale.
Uomo e donna: è qui che Vitale affronta i paradossi che derivano dalla negazione della natura propagata dal gender, sostituita dal sentimento e dal desiderio che una volta benedetti dalla politica e dal legislatore approdano facilmente alle storture del caso Beatie, al sostegno delle lobby gender all’industria dell’utero in affitto con la surrogazione di maternità che rappresenta per gli individui LGBT l’opportunità di avere una famiglia. Dai più recenti casi internazionali a quelli italiani, il libro racconta i problemi biogiuridici legati a omoconiugalità e omogenitorialità giocati sulla pelle di bambini ridotti a prodotti ultimi di una catena di montaggio procreativa: valga per tutti il caso del 31enne omosessuale messicano Jorge che nel 2010 decide di diventare padre senza nemmeno essere fidanzato, usa il proprio seme e l’ovulo donato da un’amica e l’utero della madre: nasce un bambino che è figlio di Jorge e della sua amica, figlio della sua amica e di sua madre, figlio e fratello di Jorge, figlio e nipote della madre di Jorge, «essendo figlio di tutti, paradossalmente, è figlio di nessuno. È più figlio o più nipote? E di chi è figlio? E si possono avere due madri e un padre? E se il proprio padre è proprio fratello? E se la propria madre è la propria nonna? Contorsioni esistenziali derivanti da una concezione e da un’applicazione del possibilismo tecnico assolutamente svincolate da ogni paradigma veritativo dell’essere umano».
Un’altra storia che è un caso limite? No, un’altra storia con tutti i limiti del caso, una delle tante provenienti dagli Stati dove l’ideologia gender, sotto l’ipocrisia della tutela dei diritti riproduttivi (un pensiero unico in cui trova accoglimento anche la promozione del reato di omofobia), va frammentando i ruoli genitoriali e trasformando le tecniche di procreazione medicalmente assistita da rimedio estremo per i casi di sterilità e infertilità in mezzi in cui poter strumentalizzare i figli a soddisfazione dei propri desideri e delle proprie aspirazioni.
Scrive Donna Haraway in “A manifesto for cyborgs: science, technology and socialist feminism in 1980s”, pubblicato nel 1985 sulla rivista Socialist Review: «Il cyborg è una creatura di un mondo post-genere: non ha niente da spartire con la bisessualità, la simbiosi pre-edipica, il lavoro non alienato o altre seduzioni di interezza organica ottenute investendo un’unità suprema di tutti i poteri delle parti. Il cyborg non ha nemmeno una storia delle origini nell’accezione occidentale del termine. (…) Il cyborg definisce una polis tecnologica in parte fondata sulla rivoluzione delle relazioni sociali nell’oikos. (…) Il cyborg non sogna una comunità costruita sul modello della famiglia organica». E ben si comprende l’orizzonte in cui si muove l’homo faber, che può modificare a proprio piacimento la realtà e la sua stessa natura, raccontato da Vitale. Un libro per non “tranquillizzare la propria coscienza” e tornare finalmente a ragionare.
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Cosa c’è dietro la c.d. “teoria del gender”? C’è chi se l’è inventata. Il gender-babau non esiste, è una chimera terroristica che serve a deformare una realtà agli occhi degli omofobi, già spaventati dalla loro ignoranza, che abboccano con facilità.
Infatti come si descrive il gender? Ci si mette dentro di tutto, basta che faccia impressione: una o due storie difficili di transessuali (ovviamente non rappresentative della realtà), una storia strana di gestazione per altri (anche questa non rappresentativa) e si cita un “ideologo” che non conosce nessuno, a dare a intendere che sia importante. E si arriva anche a mentire spudoratamente “Un’altra storia che è un caso limite? No” e invece sì, perchè di gestazioni per altri e transessuali ce ne sono a decine di migliaia e quelli descritti sono aghi nel pagliaio.
Si fa quindi disinformazione a effetto, con riferimenti eclatanti e si condisce descrivendo minacce assurde, come quella che si voglia cancellare la differenza tra sessi, analoga a quella che si voglia cancellare la figura di madre e padre: assurdità che infatti nessun movimento politico reale sostiene.
Il gender è la moderna versione della minaccia infernale, altra pena assurda e sproporzionata -condannare all’eternità per le azioni di un battito di ciglia che è la vita di un uomo-, ma faceva paura e quindi era efficace a controllare le menti.
Il controllo delle menti è l’obiettivo, di preferenza quelle deboli, quindi non serve un argomento articolato, ma uno semplice, spaventoso ed esagerato, che faccia paura, che incuta il terrore.
D’altra parte se si è portatori di una verità assoluta, tutto è lecito, perchè dalla verità segue il bene…Ma se per rimarcare la verità occorre mentire, raggirare, deformare, il dubbio che non si tratti affatto di verità dovrebbe venire.
Caro MicheleL sentivo la tua mancanza, cosa dici se ti regalo un bel viaggio in Siria così potrai predicare meglio la tue divertenti teorie, se ne sei veramente convinto e coerente non dovresti rifiutarti.
P.S ti consiglio un paracadute quelli come te li fanno volare dai palazzi…..
Ma buon giorno MicheleL.
Ti ringrazio tanto perchè nessuno più di te mi ha convinto che la teoria gender esiste.
Eccoti del buon sano gender somministrato dai tuoi profeti:
” I due genitori inoltre non svolgono uno il (supposto) ruolo maschile e l’altro quello femminile, ma piuttosto
esercitano tanto la funzione di cura quanto quella di contenimento in un modo proprio e specifico
alle loro personalità. ”
genitori che non sono nè maschi nè femmine: ectoplasmi assessuati che curano e contengono catalogabili in 56 modi diversi su facebook (pensa se lo fa anche l’anagrafe…).
e voi che leggete i commenti che pensate di essere maschi o femmine: sappiate che fantasticate
” sulle “corrette linee di sviluppo” della sua identità sessuale in
rapporto ad un modello rigido e tradizionale, quanto opaco e superficiale, e che indubbiamente si pone
in contrapposizione con quello proposto dalla famiglia stessa del bambino”
Nero su bianco, indirizzato a:
“Alle e ai responsabili, alle e agli insegnanti degli asili nido e delle scuole dell’infanzia
Alle direttrici e ai direttori, alle maestre e ai maestri delle scuole elementari”
E da ieri è indirizzato pure a qualche senatore e parlamentare. Sia mai che qualcuno voglia vederci chiaro con una interrogazione parlamentare visto che la Giannini ha detto che non si fa gender a scuola.
E sempre nero su bianco, in diretta da autorevoli psicologi, care teste “sapevatelo” che:
” non sono né il numero né il genere dei genitori –adottivi o no che siano– a garantire di per sé le condizioni di sviluppo migliori per i bambini bensì la loro capacità di assumere questi ruoli e le responsabilità educative che ne derivano”.
NON IMPORTA NUMERO, GENERE, NATURALE, ADOTTIVO.
Nemmeno il numero! Che la genitorialità sia singola o condominiale non è un problema e se lo pensate siete ascientifici e omofobi.
Caro MicheleL, dico sul serio: nessuno più di te mi ha convinto che la teoria gender esiste.
P.S: un altro giorno riparliamo degli studi: il prossimo che NON vorrai discutere con me sarà sul campionamento statistico.
per chi volesse leggere interamente il documento citato:
famigliearcobaleno.org/it/news/news50/
“un altro giorno riparliamo degli studi: il prossimo che NON vorrai discutere con me sarà sul campionamento statistico”
Seeh, domani!
”non sono né il numero né il genere dei genitori –adottivi o no che siano– a garantire di per sé le condizioni di sviluppo migliori per i bambini bensì la loro capacità di assumere questi ruoli e le responsabilità educative che ne derivano”
E allora? Questo non è “gender”, questo è semplicissimo “buon senso”.
Se ne deduce che per “buon senso” si possono avere, con la tutela della legge, sette o otto padri e dodici o tredici madri?
Cos’è che lo impedirebbe?
Se numero, genere, naturale, adottivo non fa differenza allora anche un gruppo di ben motivati e amorevoli operatori di un orfanotrofio va bene.
Questo è il TUO buon senso.
Il mio dice (esperienza amico stretto, amico da una vita) che crescere senza un padre non ti impedisce di giocare, andare bene a scuola ed essere bimbo sereno.
Bimbo che passerebbe alla grande il PDQ e ECR usato da Baiocco et alt., e so quel che dico perché siamo cresciuti insieme e la mamma di quella persona è una gran brava donna.
Ma da adulti e confidandoci, quella ferita e quel rimpianto del padre so che c’è in quella persona.
Hai capito il MIO buon senso?
Dopo le cantonate che ha preso con Loren Marks e D.P. Sullins ha ancora il coraggio di discutere di letteratura scientifica?
Lei si fa abbindolare esattamente come ogni omofobo che crede di avere la verità in tasca e di poter contraddire la totalità della comunità medico-scientifica.
Lei in quanto ad argomenti è a zero, ogni volta che prova trovare un riferimento “autorevole” fa un figuraccia. Perchè mai dovrei discutere di statistica con lei, che con ogni evidenza è ingenuo e incapace di distinguere un lavoro serio da una fandonia?
Si rintana nel fare citazioni bislacche, come quelle del testo di una associazioni le cui posizioni non sono di certo rappresentative del panorama politico italiano, che è invece rappresentato dalla politica.
Non ha le competenze per discutere i lavori che cita, ed alla sua arroganza ben si addice questo aforisma di Cartesio: “il buon senso è la cosa meglio distribuita nel mondo poiché ciascuno pensa d’esserne così ben provvisto che anche coloro che più difficilmente si accontentano di ogni altra cosa non sogliono desiderarne più di quel che ne hanno.”.
La sua ottusità in sociologia è disarmante. Ma come le viene in mente di paragonare chi ha due genitori felici ad uno che ne ha uno solo, afflitto dal dolore della perdita? Sarebbe questo il suo “buon senso”?
Lei a sociologia non passerebbe nemmeno il test d’ingresso, perchè la sua mente è pesantemente condizionata dalla smania di giustificare i dogmi che vincolano la sua ragione.
Svegliati MicheleL.
Il testo è a firma degli psicologi che come te fanno riferimento alla “supposta” evidenza scientifica. Baiocco compreso.
Ci sono 3 lavori della Patterson che dicono che non importa numero, genere, adottivo naturale.
Il documento è scritto da tuoi autorevoli psicologi LGBT.
Leggi il link e guarda le firme, guarda la bibliografia che allegano.
Chissà che ti nasca uno sano spirito critico oltre alla capacità di copia incollare.
Dopo Pasqua caffè ☕ e due chiacchere sul campionamento statistico.
Buone feste.
Lei Andrea continua a prendere cantonate. Prima cita testi a caso per darsi un tono (Magi Allam!) e poi per criticare cita di nuovo testi pescati in rete (famiglie arcobaleno) senza riflettere sulla loro autorevolezza.
Quegli psicologi dicono quello che pensano, ma non hanno alcun seguito, né scientifico, né politico. Escluso lei, che abbiamo visto abbocca con voracità a tutto quello che le comoda, senza applicare il minimo senso critico.
Lei Andrea non ha alcuna competenza in ambito di ricerca scientifica e discutere con lei di statistica sarebbe tempo perso. Infatti lei non ha la sensibilità nè l’onesta necessarie a disegnare un esperimento che appuri la verità. Non concepisce, accecato dalla foga di fare paragoni che le comodano, come una donna piantata in Nasso da un compagno che si dilegua, patisce chiaramente l’abbandono, oltre a possibili problemi economici. Uno studio del genere per valutare coppie omosessuali sarebbe del tutto inadatto, perchè quei fattori (abbandono, monoreddito) non sono presenti nelle coppie omosessuali. Farebbe la fine di Regnerus, anche se avesse applicato un metodo statistico corretto, sarebbe sbagliata la tesi.
Mi scriva magari, potremmo intavolare una discussione senza proseguire a singhiozzo e un giorno quando saremo i sintonia un caffè lo prendiamo, stia tranquillo. Buone feste anche a lei.
“Lei Andrea non ha alcuna competenza in ambito di ricerca scientifica e discutere con lei di statistica sarebbe tempo perso”
Qui c’è materia per maledire la legge Basaglia.
Ha, il mio amico il padre non l’ha perso.
Purtroppo, forse perché giovani, se l’è data a gambe. Si è comportato come un donatore anonimo facendo sparire le tracce.
Ma per la Patterson rientra nei casi ininfluenti al benessere.
Ti aspetto per il caffè.
Solo per sottolineare che “le cantonate che ha preso con Loren Marks e D.P. Sullins” di cui vaneggia il poverino esistono solo nella fantasia del medesimo.
In realtà gli studi di questi illustri professori tengono benissimo botta alla calunniosa e menzognera attività di delegittimazione attuata dagli attivisti LGBT e se presentono difetti essi rimangono ben poca cosa rispetto a quelli strutturali e grossolani del materiale propagandistico LGBT che il poverino insiste a presentare nella veste di “autorevoli studi”.
Tengono benissimo botta? E questo il suo parere, Esimio Prof. Stoppani? 😀
Loren Marks si è dato da fare durante la discussione della “proposition 8″ (nel 2010) referendum sulle coppie omosessuali.
Sentito dalla Corte della California, è stato escluso dal gruppo degli esperti perchè (come ha ammesso davanti alla Corte):
1) Non ha nemmeno letto gli studi che ha citato.
2) Ha scelto appositamente solo alcuni studi e non tutto il corpo della letteratura.
3) Ha spacciato per biologici genitori adottivi.
4) Ha ammesso di non aver mai studiato coppie dello stesso sesso prima di allora
5) Alla fine ha ammesso che le sue conclusioni non erano supportate dalle evidenze (sic!)
Larks ha ammesso che di essere “neutral on whether there is a difference in outcomes for children raised by gay couples”. Neutrale, dopo tanta fanfara. Caso 10-16696 11/01/2010, DeBoer v. Snyder, Corte Distrettuale della California
Per Sullins le critiche vengono dai professori di sociologia e psicologia Michael J Rosenfeld della Stanford University e Abbie Goldberg della Clark University (che hanno ben altra reputazione rispetto alla Catholic University of America di Sullins):
1) non ha verificato la qualità delle famiglie dei 512 bambini che lui ha interpretato (ma non verificato) essere coppie omogenitoriali. Mentre per quelle etero ha distinto tra divorziati, separati e non, per quelle omo ha fatto tutto un fascio, bastava lo stesso domicilio e lo stesso sesso. Il suo campione non è dunque rappresentativo, perchè non sta paragonando famiglie simili, avrebbe dovuto confrontare separati con separati e divorziati con divorziati.
2) Il campione di Sullins è datato, risale al 1997 (quasi 20 anni fa) e la condizione delle coppie omogenitoriali è molto migliorata con maggiore accettazione sociali e stabilità burocratica (matrimonio e unioni civili).
Sullins inoltre pubblica su riviste senza fattore di impatto e che a pagamento pubblicano qualsiasi cosa, facenti parte della Beall’s Predatory Journals List.
Se vuoi esser formale, chiamami pure “dottor Stoppani”.
Marks, Regnerus e Sullins hanno pubblicato in Peer Review e hanno sbugiardato tutti quanti i tuoi autorevoli studi evidenziando che da un punto di vista metodologico non valgono una cicca.
Se fossi meno ignorante ti renderesti anche conto che la tiritera che copi e incolli ogni volta serve solo a far fare a questi tre studiosi la figura degli martiri della scienza, in quanto esemplifica quanto possono essere pretestuose e strabiche le critiche strumentali di un comunità scientifica ridotta a cricca ideologizzata, misurando l’ansia di delegittimazione e disinformazione che prende ai disonesti quando qualcuno racconta la verità.
Mentre a cotanta ricerca del pelo nell’uovo non si assiste per le emerite minkiate imbastite da noti attivisti come Patterson, Crouch, Baiocco e compagnia gaia.
Se gli studi che ami denigrare sono imperfetti, quelli che esalti come “autorevoli” sono carta igienica.
Ma tu, nella tua asineria selettiva, non te ne rendi neanche conto.
Tanto per chiarire con un esempio della disinformatia consideriamo dal punto di vista metodologico lo studio di Sullins
Sullins è un prete cattolico che ha usato il National Health Interview Survey (NHIS), che è un dataset di 75.000-100.000 annue su un campione di famiglie americane individuato su base probabilistica e riguarda quasi un 1.1.390.999 adulti e quasi 207.007 minori. Le interviste riguardano l’arco di tempo dal 1997 al 2013 (quindi è disonesto dire che il campione “risale” al 1997) e siccome risulta che i minori che vivono con genitori omosessuali hanno i parametri peggiori di tutti gli altri, ovvero anche dei figli di divorziati e dei figli dei single, la questione sulla natura del legame tra i due omosessuali che ne costituiscono la “famiglia” diventa poco meno che pretestuosa.
Lei continua a postare queste proposizioni riguardo allo studio di Loren Marks, che le ricordo prima di essere pubblicato ha passato la revisione dei suoi autorevoli colleghi, ma il loro significato effettivo è sfuggente:
1) Non ha nemmeno letto gli studi che ha citato.
mi pare un’asserzione inverosimile, visto che lo studio di Marks ha superato la peer review.
2) Ha scelto appositamente solo alcuni studi e non tutto il corpo della letteratura.
che vuol dire? Lo studio di Marks cosa riguarda effettivamente?
3) Ha spacciato per biologici genitori adottivi.
“spacciato” che vuol dire? Che senso ha questa obiezione?
4) Ha ammesso di non aver mai studiato coppie dello stesso sesso prima di allora
E con ciò?
5) Alla fine ha ammesso che le sue conclusioni non erano supportate dalle evidenze
Quali conclusioni? Quali evidenze?
Un’ultima domanda: tali asserzioni che lei ogni volta riporta vengono da qualche collega di Marks che ha post-revisionato il suo studio o sono critiche provenienti da profani?
Mi mangio il cappello come Rockerduck se riesce a rispondere – nel merito e non pretestuosamente – ad anche uno solo dei tuoi interrogativi.
Ma tanto ci saranno le obiezioni pretestuose “a raggiera”: se il metodo di analisi è statisticamente congruo e non di comodo, si dirà che il lavoro è pubblicato su riviste che pubblicano solo a pagamento; se invece è pubblicato su riviste non a pagamento ed è pure peer-reviewed, si dirà che non è autorevole perché, non citandolo nessuno, non ha fattore di impatto.
Stia tranquillo che il digiuno del Venerdì Santo non lo guasterà di certo.
I dettagli sono tutti nel documento, basta leggerlo. Se la rivista fa parte della Beall’s predatory list è ovvio che chi vi pubblica lo fa perchè non riesce a fare meglio. Altrimenti serve un motivo molto serio, che spinga persino l’editore a chiedere un audit dettagliato e a pubblicarlo sulla stessa rivista, come è accaduto in questo caso e in altri -per fortuna rari- casi di pubblicazioni da rettificare.
Buon appetito. Rockerduck faceva bocconi piccoli 🙂
Ma di quale documento va parlando?
Le sue illazioni sull’autorevolezza di pinco o di pallino non contano nulla.
Le sono state fatte domande precise.
Ha qualcosa da dire nel merito?
Caso 10-16696 11/01/2010, DeBoer v. Snyder, Corte Distrettuale della California
E lei pensa di aver risposto citando una sentenza?
Le ho fatto forse domande di diritto?
Da quando in qua un magistrato o un collegio di magistrati stabiliscono una verità scientifica?
Forse in Corea del Nord.
E se posto queste cose è perchè sono vere. Basterebbe avere lo scrupolo di indagare sulla stranezza delle condizioni di Marks e Regnerus.
Loren Marks ha pubblicato su una rivista peer-reviewd. Bene. E come lo ha fatto, com’è possibile che con tutte le falle emerse durante l’audizione alla Corte della California sia riuscito a pubblicare lo stesso? Ebbene, perchè anche i revisori erano disonesti (pagati dallo stesso istituto Whiterspoon che ha dato 800.000$ a Regnerus).
Dove sta scritto? Sulla stessa rivista che ha pubblicato Regnerus e Marks, con tutti i dettagli: Sherkat, Darren E. “The editorial process and politicized scholarship: Monday morning editorial quarterbacking and a call for scientific vigilance.” Social science research 41.6 (2012): 1346-1349.
1) E invece è così (lo stabilisce un giudice) e ora capisce perchè.
2) Riguardava solo studi piccoli e vecchi, un po’ come cerca di fare Andrea quando si fissa su Baiocco, che fa i conti con la situazione Italiana, che è come quella USA 30 anni fa.
3) Ha dato da intendere che fossero biologici, mentre con la sua omissione ha fatto tutto un gruppo, falsando i dati e distribuendoli disonestamente (quindi millantare una qualità che non c’è, letteralmente “spacciare”)
4) La Corte ha chiesto ad esperti di manifestarsi. Loren Marks non era esperto.
5) Alla fine ha ammesso i punti precedenti, ovvero le manipolazioni e le incompetenze.
Le critiche vengono dal lavoro citato sopra, che le riporto per sua comodità:
Sherkat, Darren E. “The editorial process and politicized scholarship: Monday morning editorial quarterbacking and a call for scientific vigilance.” Social science research 41.6 (2012): 1346-1349.
Lei fa solo confusione.
1) CHI ha stabilito che Marks non ha neanche letto gli studi che ha revisionato rilevandone i difetti? Un giudice? E quali titoli accademici può vantare questo giudice nel campo della sociologia?
2) Gli studi vecchi e piccoli (?) fanno parte o no degli autorevoli studi su cui si basano tuttora le convinzioni dell’APA? Se sì che torto ha avuto Loren Marks a far presente che sono lacunosi?
3) in che senso e in quale misura i dati sarebbero “falsati” se non si distingue tra genitori biologici e genitori adottivi? Mi spieghi meglio.
4) che c’entra l’esperienza? Se i suoi rilievi sono validi, come ammette lei stesso parlando di studi “piccoli” (è infatti questa una delle criticità individuate da Marks) tirare in ballo l’esperienza serve solo per formulare critiche ad personam che non hanno nulla di scientifico.
5) Quali manipolazioni? Quali incompetenze?
Per quanto riguarda la dissertazione di questo tale Sherkat, il cui curricolo dimostra essere personaggio molto coinvolto nella causa LGBT, si legge: “My review of the editorial processing of the Regnerus and Marks papers revealed that there were no gross violations of
editorial procedures—the papers were peer reviewed, and the ‘‘peers’’ for papers on this topic were similar to what you would expect at Social Science Research.”
E quindi?
Da wikipedia:
In Regnerus’ defense his former doctoral advisor, sociologist Christian Smith, has said that, while “his article is not perfect”, “it is no scientifically worse than what is routinely published in sociology journals.”[34] Smith, who says he is not a conservative, described the response to the Regnerus study as a “witch hunt”, adding that “Regnerus published ideologically unpopular research results on the contentious matter of same-sex relationships. And now he is being made to pay.”[34]
Subsequently, twenty-seven other scholars have also spoken out in defense of the Regnerus study,[35][36] opining that:[37]
We do not think that [the Regnerus study and others] settle the nation’s ongoing debate about gay parenting, same-sex marriage, and the welfare of children. In fact, research on same-sex parenting based on nationally representative samples is still in its infancy. But we think that the Regnerus study, which is one of the first to rely on a large, random, and representative sample of children from parents who have experienced same-sex relationships, has helped to inform the ongoing scholarly and public conversation about same-sex families in America.
Veda sezione facebook in alto per la risposta.
Da facebook non ha risposto affatto.
Ha fatto solo delle insinuazioni e elencato opinioni personali di personaggi ideologicamente schierati che lasciano il tempo che trovano.
Infatti certe considerazioni sui finanziamenti che possono essere usate anche contro certi solerti e pervicaci detrattori che di certo non campano d’aria.
Risponda nel merito con dati di fatto e non con opinioni e non svicoli su facebook, che il sito funziona benissimo.
E dai MicheleL dai retta a me vai in Siria a predicare saranno attenti ai tuoi comici sermoni e pure falsi!
P.S .prenderti per i fondelli è divertente e penso piaccia tantissimo anche a te ( sopratutto a te )
MicheleL,
1) non hai letto la bibliografia che allegano a quel documento (APA, sentenza….)
2) non hai letto che dicono nero su bianco di scrivere alla luce di “quelle evidenze”
3) non hai letto che fra i firmatari dei passi citati c’è un ricercatore che ha pubblicato “peer reviwed” ed è fra quelli selezionati dal what we know project
4) …e tante altre cose, ma non possiamo andare avanti a lenzuolate: stiamo martoriando il mderatore.
MicheleL, sono 3 mesi che ci parliamo. Guarda che non ho nessuna difficoltà a dire che ho commesso errori (in uno dei primissimi post ho confuso editore con rivista)
Ma non ho dogmi da difendere a tutti i costi.
Per risponderti nella maniera più intellettualmente onesta nel limite delle mie capacità mi sono letto ATTENTAMENTE:
1) almeno una ventina di abstract del WWKP
2) tutti i documenti proposti da Famiglie Arcobaleno
3) 65 riassunti (anno – autore – rivistra -strumenti – campione -risultati) di lavori peer proposti dal comitato scientifico di FA (di cui Baiocco fa parte), che poi sono praticamente gli stessi del WWKP
4) un intero studio pro LGBT, compresa la faticaccia di trovare i questionari somministrati (mi manca il FACES IV, si trova solo a pagamento a 95 euro)
5) uno studio sul campionamento statistico peer, fattore impatto > 5 di cui non abbiamo ancora parlato
6) 42 pagine della sentenza della corte della florida che sbandieri tutti i giorni (ci sarebbe tantissimo da dire, veramente interessante)
Inoltre 4 acche di statistica e anche più ti assicuro che le conosco bene.
Tu vuoi discutere o fare una gara di titoli che non leggi?
Scusami, ho perso una enormità di tempo per te quindi in cambio credo di essermi meritato queste richieste:
1) Rileggi l’articolo di Silvana De Mari (laurea in medicina, chirurgo, poi psicoterapeuta) che ti avevo proposto.
2) rileggi l’articolo proposto da Tempi di Eugenia Scabin sul vuoto di origine (titoli accademici chilometrici, guarda in rete)
Quando ti dico “rileggi” intendo leggerli e meditarli, non correre su Google a cercar conferme di quello che pensavi prima di averli letti. Per favore leggili e dimmi con parole tue cosa ne pensi.
Poi riprendiamo sui nudi fatti, statistica, metodo scientifico.
Poi, davvero, abbiamo finito: sul perché siano scelte eticamente rischiose e discutibili gli articoli di Tempi ed anche Toni nei commenti hanno detto benissimo e letteralmente centinaia di volte.
Guarda che io non sono fisso e vitreo sulle idee: quando ho iniziato a leggere Tempi ero molto possibilista sulla Step Child (infatti ho votato Renzi alle primarie vs Bersani, primarie segreteria PD e PD ancora alle Europee), ero perfino favorevole alla legge Scalfarotto!!.
Poi siete arrivati tu e Nino: mi avete fatto diventare una Sentinella di ferro.
MicheleL, ti auguro Buona Pasqua. Lascia stare per questi giorni di festa gli studi e magari chiedi ad un cristiano cosa significhino per lui questi giorni.
Poi dopo pasquetta riprendiamo per la somma disperazione del moderatore.
Ma SE SOLO SE fai quelle due cose che ti ho chiesto.
Auguri!
P.S: il caso del mio amico, amico da 33 anni lo conosco meglio di te. La sua vicissitudine è perfettamente paragonabile a quella di una madre single con donatore anonimo. Ma non ti posso dire perché e per come è perfettamente paragonabile, sono c#### suoi! Fidati!
Caro Andrea, ineccepibile e tecnicamente accurata la tua relazione, ti ammiro per la tua tenacia io non ne sono capace!
Ma purtroppo mi sono accorto ( dalle petulanti risposte ) che il problema di MicheleL non è solo il cieco fanatismo tipico degli LGBT – che potrei anche capire ma non condividere – ma è il basso livello culturale che saccheggia internett senza avere discernimento per fatti e informazioni, una donnetta insomma.
A questo punto comprendo – anche se non condivido – che in certi paesi li buttano giù dai palazzi …….ma per forza! Ti immagini uno così che per ore ti asfissia di parole senza smettere!! Alla fine perdi la pazienza…….
Ho letto meglio il suo messaggio Andrea e mi sono accorto che il testo che ha riportato non è originale ma intarsiato con i suoi commenti.
Per questo l’ho liquidato come inaffidabile, credendo fosse, come altri pubblicati dal sito delle famiglie arcobaleno e poi ritirati. Invece è un testo che merita attenzione, nella sua versione originale.
Come ho detto in passato non ritengo le famiglie arcobaleno politicamente rappresentative (sottolineo politicamente), ma il testo in questione non è della loro direzione ma di psicologi di varia autorevolezza, tra cui pure Baiocco, come fa notare.
Quindi ammetto di aver prestato poca attenzione al suo messaggio e mi ripropongo di non commettere in futuro questa leggerezza. Apprezzo anche la sua ammissione di errori passati e spero che buon pro le faccia.
Il testo dunque merita di essere letto con attenzione, ne convengo. Commento i punti che solleva e sono a disposizione per come potrò per altri.
In nessun punto del testo di parla di negare l’identità sessuale dei genitori, quindi il suo riferirsi ad ectoplasmi asessuati non è giustificato. Quanto al numero di genitori, al frase è generica ma riferimenti alla letteratura sono presenti. Badi che il testo non ha un fine politico, non è rivolto al Parlamento o ad una assemblea politica, ma a degli educatori e in particolare tratta con rilevanza il caso di chi ha perso un genitore (come il suo amico). Questi bambini hanno difficoltà quando la mancanza viene sottolineata. Badi che il testo non dice che avere un solo genitore sia lo stesso, ma fa notare che anche genitori single, con le difficoltà che sono discusse nel testo stesso, meritano rispetto e possono essere buoni genitori facendo del loro meglio.
ll testo inoltre è propositivo e propone di unificare festività che evidenziano differenze, in una che evidenzia l’uguaglianza, ovvero una festa della famiglia dei piccoli anziché una festa di un genitore diversa da quella dell’altro. Sono certo avrà commenti da fare a tale riguardo, e mi fa piacere discuterne.
Quello che non trovo utile è che lei voglia discutere con spirito non franco la letteratura. Dico non franco perchè dopo Marks, Sullins e altri testi di scarsa qualità e rilevanza scientifica (come le ho fornito precise indicazioni) ho la sensazione che lei non voglia informarsi, ma cercare ogni pretesto.
Infatti
1) che lei legga gli abstract del WWKP è un bene. Le ricordo che lei non è un sociologo o uno psicologo e le faccio pure di nuovo presente che lei non vede nulla di strano nel paragonare chi un genitore lo ha perso con chi ne ha due dello stesso sesso per fare uno studio sulle caratteristiche psicologiche del bambino.
2) il sito delle famiglie arcobaleno, come ha notato, è di qualità incostante e può trovarci di tutto, quindi non lo considero una fonte utile (a meno di precisi riferimenti del documento, come quello sopra).
3) Ho visto anche io i riassunti. Molto essenziali.
4) Di quale studio parla?
5) Idem
6) Se vuole discutere la sentenza, discutiamone. Le ricordo che lei non è un giudice e che il testo della sentenza non è ovviamente tutto quello che serve sapere per emetterla, ma un sunto.
De Mara e non è qualificata, non è psicologa né tanto meno ricercatrice.
Eugenia Scabini si squalifica immediatamente da sola, come un biologo che citasse Stamina. Perchè cita Sullins, Marks e persino Regnerus (che bibliografia! Il peggio del peggio). Tutti ampiamente privi di spessore scientifico, come lei sa bene per Marks e Sullins, mentre per Regnerus può leggere l’audit di D. Sherkat, oltre che il comunicato ufficiale dello stesso dipartimento di Regnerus.
Se vuole farsi un’idea di com’è uno sudio cattivo, ebbene, la invito a valutare gli suddetti studi e dirmi se è decente citarli.
Può iniziare da qui:
Sherkat, Darren E. “The editorial process and politicized scholarship: Monday morning editorial quarterbacking and a call for scientific vigilance.” Social science research 41.6 (2012): 1346-1349.
Spero si renda conto che questa non è una gara tra me e lei e il caso del suo amico è ovvio che lei lo conosca meglio di me. Il problema è però che esso non rappresenta chi non ha vissuto lo stesso dramma e questo dovrebbe essere ovvio, se vuole cimentarsi nella lettura critica di testi di psicologia e sociologia.
Grande Andri! Solo applausi per la tua tenacia, la tua dedizione e il tuo amore per la verità e la realtà.
Mi spiace per il tuo amico, ma con te è in ottima compagnia.
Buona Pasqua!
V. sezione facebook in alto per la risposta (la Redazione deve essere in ferie per Pasqua)
AndreaUdT, sei fenomenale.
Grazie Sincere e Auguri di Buona Pasqua.
P.S.: prevedo già la risposta di murodigomma; dirà che non può accondiscendere alla tua richiesta perché:
a) lui non è un esperto (non per niente si atteggia a sapientone ma, oltre a non dire mai che qualifiche abbia per discettarne dall’alto del suo scranno, l’unica cosa che riesce a fare è il penoso copia-incolla al quale si attacca quando non ha niente da dire);
b) di queste cose possono parlare con cognizione di causa solo gli esperti e non il populino che non capirebbe (cosa che ha già sentenziato per gli studi sulla pedofilia dei suoi amiconi dell’APA);
c) che anche tu, pur avendo fatto uno sforzo immane in questa analisi, non puoi parlarne perché non hai tre o quattro lauree, il PhD e non sei ricercatore autorevole della Columbia University, e poi hai parlato male della sua amichetta falsaria che poverina trenta e passa anni fa gli è scappata la manina a farloccare dati;
d) se proprio gli va male dirà che è “uno spaccato” e non rappresenta tutto il mondo variegato;
e) se infine si sentirà di non saper cosa rispondere, svicolerà di lato come ha fatto per il “poliamore”, dove anziché ragionare in base alla logica rispose che negli altri paesi non è successo nulla.
Mah, Buona Pasqua anche a lui, ne ha veramente bisogno.
Ecco qua il nick d’appoggio “luca ” !
Trollona , ma non ti basta sparare le tue copia e incollatissime e noisosissime stupidaggini nelle vesti del povero “micheleL “, di cui si vergogna persino il Galasi ???
Devi farti compatire persino come “Luca ” ?
Che poveraccia.