Corti, il ricordo del Liceo Don Gnocchi. Quella pagina del Cavallo rosso che illustra il nostro presente

Di Liceo don Gnocchi
05 Febbraio 2014
«È stato uno dei fondatori della nostra scuola e uno dei più importanti romanzieri del 900 italiano. L'opera e la sua vita sono state testimonianza costante, per noi e per il Paese, che la vita umana ha una dignità inesorabile»

cavallorossoNella tarda serata di ieri ci ha raggiunto la notizia della morte di Eugenio Corti, uno dei fondatori della nostra scuola, che lui suggerì di intitolare a don Carlo Gnocchi, l’amico sacerdote che aveva condiviso con lui l’esperienza della spedizione militare in Russia e che aveva celebrato le sue nozze.
Nato e vissuto in Brianza, è stato uno dei più importanti romanzieri del 900 italiano. Le sue opere esprimono ancora oggi la vox populi dell’Italia uscita dalle dure prove della guerra, della ricostruzione e degli anni di piombo. A parlare, nei romanzi di Corti, è anzitutto l’esperienza della fede cristiana condivisa e vissuta, che di fronte ai drammi e alle sfide del Novecento ha proposto un modo di vivere “civile”, mite e operoso, che ha sorretto finora la società e le istituzioni.

C’è una pagina del suo romanzo maggiore, Il cavallo rosso, che pur parlando del passato illustra il nostro presente. Si tratta di un dialogo fra il tenente Manno e i suoi soldati subito dopo lo sbandamento dell’esercito italiano l’8 settembre 1943. Per niente scoraggiato dalla liquefazione del grosso delle forze militari, Manno rimane inquadrato e si dà a istruire gli allievi ufficiali di complemento, i quali si rivolgono così al loro superiore:

Ma alla fine di questo corso” gli obiettava con amarezza qualche allievo “noi non sappiamo neppure se riceveremo la nomina a sottotenente o no. (…) Signor tenente: noi a volte ci chiediamo se il nostro studiare non sia semplicemente inutile.

Manno risponde loro:

No. Non fosse perché, rifiutando di studiare, favorireste per quanto vi riguarda questo tremendo caos in cui stiamo sempre più sprofondando. Ci sono dei momenti, a volte periodi di pochi mesi, in cui si gioca il futuro di un popolo per molto tempo. E noi ci troviamo in uno di tali momenti, come non ve ne rendete conto?

L’opera e la vita stessa di Corti sono state testimonianza costante, per noi e per il Paese, di questo: che la vita umana ha una dignità inesorabile, che poggia sul legame con un destino buono per il quale vale la pena spendere la vita, costruendo. Di ciò noi gli siamo debitori. Con gratitudine.

Giacomo Coppo e membri del Consiglio di Amministrazione dell’Istituzione Culturale Don Carlo Gnocchi
Giovanni Antonio Sanvito, Direttore Generale dell’Istituzione Culturale Don Carlo Gnocchi
Francesco Viganò, Dirigente Scolastico dell’Istituto Scolastico Don Carlo Gnocchi
Ettore Villa e membri del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Il Cavallo Rosso

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3 commenti

  1. Alberto

    Un vero e proprio eroe che ha posto il suo coraggio a servizio del prossimo tramite la battaglia cruciale della cultura. Le sue armi: la verità e la bellezza. Riposi in pace

  2. angela

    L’eterno riposo donaGli Signore e splenda a Lui la luce perpetua, riposi in pace. Amen

  3. aldo

    Onore a questo grande scrittore e insieme grande uomo. Cosa che oggi è difficile trovare nella stessa persona. Che il buon Dio lo ricompensi per tutte le battaglie che ha combattuto in questa vita.

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