Il partito comunista ha impedito a 23 milioni di cinesi di viaggiare in treno e in aereo

Di Leone Grotti
25 Febbraio 2019
Il "Sistema di informazione sulla reputazione personale" è il più colossale tentativo mai messo in atto da un regime per controllare, valutare e sanzionare il comportamento di un intero popolo
epa04827480 Surveillance cameras near a Mao Zedong portrait in Tiananmen Square, Beijing city, China, 02 July 2015. China's legislature adopted a new national security law on 01 July 2015 that covers a wide spectrum of topics including defense, science and technology, finance, culture and religion. EPA/WU HONG

Il partito comunista ha impedito nel 2018 a 17,46 milioni di cinesi di acquistare biglietti aerei e a 5,47 milioni di prendere il treno ad alta velocità. Inoltre 3,59 milioni di imprese non hanno potuto candidarsi per appalti pubblici o chiedere linee di credito alle banche. La punizione è stata comminata sulla base del “Sistema di informazione sulla reputazione personale“, il più colossale tentativo mai messo in atto da un governo per controllare, valutare e sanzionare il comportamento di un popolo. Il sistema, in sperimentazione in una quarantina di città, entrerà in vigore in tutta la Cina nel 2020, come riportato il South China Morning Post.

BASTA UNA MULTA PER ROVINARSI LA VITA

L’obiettivo del nuovo strumento, spiega il governo, è «permettere alle persone affidabili di viaggiare dovunque sotto il cielo e rendere impossibile a quelle inaffidabili muovere un solo passo». Ogni cittadino viene valutato in base a una serie di criteri: dal rispetto del codice della strada all’onestà accademica, dalla regolarità con cui si salda la rata del mutuo al pagamento dei debiti, dal rispetto della pianificazione familiare (non si fanno più di due figli e solo quando si ottiene il permesso) alla devozione filiale verso i genitori, dal pagamento del biglietto dell’autobus alla fedina penale, dalle abitudini nello shopping alle opinioni espresse online e offline. Ad ogni azione corrisponde un punteggio che, sommato ed elaborato da un algoritmo in un cervellone elettronico, può elevare una persona a “modello patriottico” oppure rovinarla.

Significa che se passi con il rosso, viaggi in metro senza biglietto, non vai a trovare regolarmente i tuoi genitori, compri troppi videogiochi su internet, navighi fino a notte fonda e non segui pedissequamente la linea del partito in ogni ambito della tua vita sei nei guai. E in guai grossi perché, tra le conseguenze, chi ha un punteggio basso non può più ottenere visti per viaggiare all’estero, comprare biglietti di treno e aereo, pernottare in hotel di alto livello, ottenere prestiti o mutui dalle banche, iscrivere i propri figli in scuole prestigiose, accedere alle cariche pubbliche o lavorare come insegnante, avvocato e giornalista.

14,21 MILIONI DI INFORMAZIONI

Secondo il rapporto 2018 elaborato dalla Commissione nazionale sullo sviluppo e le riforme, le autorità hanno collezionato 14,21 milioni di informazioni su «condotte disoneste» da parte di individui o imprese. Alcuni governi locali hanno messo all’indice pubblicamente i cinesi «inaffidabili» diffondendo una blacklist.

COSTRINGERE I CINESI A ESSERE BUONI

Il nuovo sistema non solo viola la privacy dei cittadini cinesi ma li punisce eccessivamente per scorrettezze veniali, come sedersi in autobus nei posti riservati agli anziani o alzare la voce in ospedale. Inoltre, nel caso del saldo dei debiti, non c’è alcuna distinzione tra chi non riesce a pagarli perché caduto in disgrazia e chi invece cerca intenzionalmente di truffare privati, banche o assicurazioni. Senza contare che per ricevere un pessimo punteggio basta una denuncia o una delazione di un vicino in forma anonima. Il partito comunista vuole così costringere tutti i cinesi a essere buoni e comportarsi bene, ma non fa che estendere all’inverosimile un regime di controllo onnipervasivo che non lascia ormai neanche un briciolo di libertà ai suoi cittadini.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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