Chiesa bombardata in Kenya. Così si vendicano i terroristi islamici della Somalia

Di Leone Grotti
01 Ottobre 2012
La granata è stata lanciata ieri mattina nella chiesa evangelica di san Policarpo. I terroristi somali di Al Shabaab si vendicano così del Kenya, che con il suo esercito li sta mettendo in difficoltà in Somalia.

Ieri mattina a Nairobi, capitale del Kenya, un terrorista ha lanciato una granata contro la chiesa evangelica di san Policarpo, uccidendo sul colpo un bambino di nove anni e ferendone altri otto. L’attentato, che è stato attribuito ai terroristi somali di Al Shabaab, gruppo estremista islamico legato ad Al Qaeda, è stato sferrato mentre la chiesa era gremita per la messa dei bambini. Non solo: proprio ieri il bambino ucciso doveva ricevere una nuova sedia a rotelle, per cui la comunità cristiana aveva raccolto i soldi.

«LA RELIGIONE NON C’ENTRA». L’attacco, al contrario di quanto può sembrare, ha poco o niente a che fare con la religione. Come spiegato a tempi.it da Giulio Albanese, che ha vissuto a lungo a Nairobi e oggi dirige Popoli e Missione, «il problema del Kenya e dei cristiani si può risolvere solo in Somalia. Un anno fa il governo kenyano ha fatto irruzione militarmente in Somalia contro i terroristi islamici di Al Shabaab per salvaguardare la sicurezza del suolo nazionale e rispondere alle minacce degli estremisti contro il governo federale della capitale somala Mogadiscio».

KENYA CONTRO I TERRORISTI. Il Kenya era consapevole che l’intervento avrebbe provocato una reazione da parte dei terroristi, specie contro i cristiani, «che Al Shabaab vede come metafora dell’Occidente che combattono e usano la scusa della guerra di religione per fare notizia. Strumentalizzano la religione, ma non c’è niente di religioso».

AL SHABAAB IN RITIRATA. Se i terroristi islamici ieri sono tornati a farsi sentire, dopo un attacco in una chiesa di Garissa, città al confine, è anche perché le truppe kenyane sono avanzate in Somalia e sabato hanno circondato Chisimaio, bastione degli Al Shabaab e loro capitale economica. La maggior parte dei terroristi è fuggita dalla città ma molti sono rimasti, ecco perché le truppe kenyane, insieme a quelle stanziate dell’Unione africana, sono rimaste in periferia, aspettando che i bombardamenti delle navi militari kenyane stanino gli ultimi membri di Al Shabaab.

@LeoneGrotti

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