
«Chi è l’oscurantista?». Intervista a padre Giorgio Maria Carbone

Padre Giorgio Maria Carbone s’è preso qualche giorno per riposare nella sua terra natia. Nel giardino di limoni e pini dell’abitazione dei suoi genitori che dà sul Golfo di Napoli, cerca di recuperare, ci spiega «uno sguardo contemplativo sulla realtà senza le lenti dell’ideologia». Suo malgrado, è stato uno dei protagonisti dell’ultima edizione del Meeting di Rimini, poiché un video apparso sul sito di Repubblica l’ha etichettato come omofobo e propagatore di «singolari teorie» sugli omosessuali. A seguito delle polemiche, gli incontri che si tenevano allo stand dei domenicani – che non fanno parte di quelli ufficiali del programma del Meeting – sono stati sospesi.
Carbone, domenicano, teologo, esperto di questioni bioetiche, direttore dell’Edizione Studio Domenicano e professore presso la Facoltà di Teologia di Bologna, accetta di parlare con tempi.it della vicenda che lo ha coinvolto. Ora, ci spiega, è più tranquillo, anche in seguito a diversi attestati di solidarietà ricevuti (su tutti quello dell’arcivescovo Luigi Negri, che gli ha inviato una lettera che potete leggere qui). «Quello che mi ha fatto più piacere, tra i tanti espressi dal popolo del Meeting, è arrivato da una coppia di omosessuali, che non conoscevo e che si è presentata al nostro stand. I due ragazzi sono venuti per ringraziarmi di averli a cuore. “Noi siamo stufi – mi hanno detto – di essere trattati come serbatoi di voti per associazioni e partiti”».
Padre Carbone, ci racconti cosa è successo sabato scorso allo stand gestito da lei e dai domenicani.
È accaduto che io e il dottor Renzo Puccetti stavamo tenendo un incontro sul tema del gender. A convegno già iniziato – io stavo parlando – sono arrivati due giornalisti provvisti di telecamera e hanno cominciato a fare delle riprese. Un mio confratello, che gestiva con me il nostro stand, si è avvicinato e ha chiesto loro chi fossero. I due si sono presentati come un service del Meeting di Rimini, regolarmente accreditati presso la sala stampa.
Invece, poi, il video è apparso sul sito di Repubblica.
Sì.
C’erano altre telecamere?
Sì, le nostre. Noi riprendiamo tutti i nostri eventi. Vede, noi gestiamo una piccola casa editrice, che usa dell’occasione del Meeting per far conoscere i propri libri. Filmiamo tutte le nostre presentazioni e, nel giro di pochi giorni, le carichiamo sul nostro canale Youtube. Non abbiamo nulla da nascondere.
Da quanti anni siete presenti al Meeting?
Questo è stato il nostro nono anno.
E da quanti anni presentate i vostri libri allo stand?
I primi anni non lo facevamo. Poi, cinque anni fa, abbiamo copiato l’idea dei carmelitani che, nel loro spazio espositivo, organizzavano queste presentazioni. Devo dire che, con una certa nostra sorpresa, la cosa funzionò bene da subito. Le prime volte interveniva padre Giuseppe Barzagli, discepolo del cardinale Biffi, personaggio noto alla platea del Meeting. Radunavamo un centinaio di persone e così negli ultimi anni abbiamo proseguito con questa modalità. Quest’anno abbiamo avuto incontri anche con duecento, duecentocinquanta persone. Il numero non può essere più elevato perché c’è un limite acustico invalicabile – siamo pur sempre nello spazio aperto di una fiera – e poi noi siamo sempre stati molto attenti a non disturbare i nostri “vicini” di stand.
Il tema delle presentazioni era concordato coi responsabili del Meeting?
Noi col Meeting di Rimini abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto all’insegna della simpatia e dell’accoglienza fraterna. Un rapporto di fiducia e cordialità. Ogni anno io presentavo un programma generale, che poi coincideva coi titoli dei libri che avevamo editato quell’anno e le successive uscite. Non è che dicevo loro i “titoli” degli incontri, ma li mettevo al corrente della nostra produzione. Anche perché, fino all’anno scorso, durante il Meeting avvenivano molte presentazioni di libri e i responsabili, come è accaduto a noi l’anno scorso per un nostro volume su san Giovanni Damasceno, talvolta le facevano proprie, inserendole nel programma ufficiale. Ma, ripeto, tutto questo all’insegna della massima collaborazione e della massima libertà.
Però, dopo il video di Repubblica, il Meeting le ha chiesto di sospendere i convegni.
Il Meeting ci ha chiesto di non fare l’incontro programmato per domenica alle 18 al nostro stand per due motivi: primo perché, ci hanno spiegato, volevano evitare la sovraesposizione mediatica del Meeting stesso e, secondo, per non alimentare inutili polemiche create ad arte. Gli altri, invece, si sono svolti senza nessun problema.
La conferenza di sabato come si è svolta? Lei di cosa ha parlato?
È stata una conferenza normale, tranquillissima. Io ho parlato dei “nuovi diritti” spiegando che l’espressione “diritti civili” è espressione assente nella nostra Carta costituzionale. È un’espressione nata negli Stati Uniti negli anni Cinquanta per indicare le legittime lotte di protesta contro la discriminazione delle persone di colore. Diritti, dunque, giustamente rivendicati perché affondano le loro radici nel diritto umano fondamentale a non essere discriminato per il colore della propria pelle. Ma quest’espressione oggi è utilizzata per chiedere altre cose: il matrimonio, l’adozione, la fecondazione artificiale. Viene fatto un uso strumentale della locuzione “diritti civili”, che comporta una indebita conseguenza: chi vi si oppone è bollato come “razzista”. La seconda osservazione che ho fatto riguarda l’enfatizzazione dell’emergenza omofobia in Italia. Un paese che, è bene ricordarlo, ha due presidenti di Regione dichiaratamente omosessuali. Ma soprattutto ho fatto notare a chi mi ascoltava che già oggi molte delle istanze portate avanti da chi chiede con insistenza l’allargamento di questi diritti sono già garantite dal nostro ordinamento. Accade, ad esempio, per la cura del compagno, riconosciuta dalla legge 91 del 1999. O il caso della successione sul contratto di locazione, di cui si occupa la legge 392 del 1978 modificata dalla Corte Costituzionale con la sentenza 404/88. Rimane esclusa la questione della legittima, cui però si può ovviare con un testamento olografo. E poi quella della pensione su cui, però, si è espressa sempre la Corte Costituzionale con sentenza 461 del 2000 in cui esclude che la pensione di reversibilità sia un diritto umano, ed esige la certezza del rapporto, che è garantita solo dal matrimonio.
Ma lei ha fatto tutti questi esempi per trarre quali conclusioni?
Per spiegare che tutte queste rivendicazioni fanno leva su orientamenti e preferenze trasformati in diritti soggettivi. Ma nel diritto noi ci possiamo basare solo su dati oggettivi o oggettivabili, non su preferenze o pulsioni. Con il genere, come facciamo? Quale diritto si può basare sul “genere” e soprattutto sul fatto che esso è presentato come qualcosa di fluido, di mutevole? Tutte le Costituzioni del Dopoguerra si fondano su beni oggettivi. Slegarle da questi, crea problemi, come ad esempio il ddl Cirinnà che fonda la convivenza civile sull’orientamento sessuale. Il problema attuale è che si parla poco di diritti umani fondamentali, mentre si enfatizzano i diritti civili.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]L’espressione al centro delle polemiche è la sua frase su uno studio condotto sulla popolazione danese da cui si evincerebbe che le coppie omosessuali sono più esposte, rispetto a quella eterosessuali, a rischi cardiovascolari, respiratori, suicidi, tentati suicidi e Aids.
Io ho fatto riferimento a uno studio pubblicato su una rivista, organo ufficiale dell’International Epidemiological Association, pubblicata dall’Oxford University Press. Si tratta di uno studio di correlazione, non di causalità, che ha preso in esame dei dati raccolti sulla popolazione deceduta danese nel corso di trent’anni, dal 1982 al 2011. Ora, io quello che volevo dire è questo: rispetto ai dati che emergono da questa “fotografia” noi ne vogliamo discutere oppure preferiamo ignorarli? Chi è l’oscurantista? Chi è, come mi hanno definito, il “medioevale”? Questa ricerca, diversamente da quanto scritto da Repubblica, non è una «teoria di padre Carbone». Dunque si decida: vogliamo nascondere questi dati o ne vogliamo parlare? Io non cerco polemiche e sono disposto a dialogare con chiunque, ma per dialogare occorre parlare la stessa lingua. Se tu chiami “teorie singolari” delle ricerche scientifiche, come facciamo a intenderci? E, poi, per dialogare è necessario un altro presupposto: il prendere atto della realtà.
Cosa intende con «prendere atto della realtà»?
Le farò un esempio banale che penso renda l’idea. Una decina di giorni fa mi trovavo in montagna a Siusi e mi è capitato di parlare con un contadino proprietario di una stalla e di un pollaio. Questi mi diceva: «Qui la prospettiva del gender non attacca. I miei figli vivono a contatto con gli animali e sanno benissimo che se le cose stessero diversamente da come stanno, nel giro di poco, noi la stalla e il pollaio non li avremmo più». Mutatis mutandis, questo lo dico perché io sospetto che la prospettiva di genere non abbia come scopo un allargamento delle libertà, ma la riduzione della popolazione secondo un piano malthusiano. Perché serve un contadino altoatesino per spiegarcelo? Perché lui è rimasto aderente alla realtà. Ma c’è un ultimo fattore importante che vorrei sottolineare.
Quale?
La prospettiva di genere propone un uomo tondo che si modifica a proprio piacimento, senza apprezzare il dato creaturale. Si basa su una visione strumentale dell’uomo. Noi, oggi, ci troviamo circondati da manufatti, da opere create da noi. Cose bellissime e straordinarie, frutto del nostro ingegno e della nostra intelligenza. Quindi è cresciuto il nostro sguardo su questa realtà costruita e de-costruita da noi, “manipolata” vorrei dire, liberando il termine da ogni accezione negativa. Ma ciò che è venuto meno è lo sguardo contemplativo, cioè la capacità di accorgersi che siamo circondati da una bellezza che non abbiamo creato noi, che esiste anche senza il nostro intervento. La prospettiva di genere estende sulla persona umana l’atteggiamento costruttivo e decostruttivo, arrivando a intaccarne persino la psiche: io, maschio, posso “manipolare” la mia identità a piacimento, comportandomi da femmina e pensando come una femmina. Ecco, io, qui, dal mio rifugio a Napoli, ammiro questo meraviglioso paesaggio, cantato da grandi anime come Goethe e recupero lo sguardo sulla realtà, ammirando e gioendo per una bellezza che è prima di me e che è stata creata per me.
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E qui concludo sarebbe interessante dal punto di vista antropologico fare un semplice esperimento,2 classi 10-12 alunni per classe una di femmine l’altra di maschi ci si incontra quotidianamente per 15 minuti all intervallo…e poi si verifica la volontà di incontro tra i due gruppi , volendo ma qui si entra nei meriti di lunghi periodi di analisi ,dopo tot anni si riscontra la tendenza sessuale dei soggetti.Personalmente ritengo che per quanto riguarda i maschietti il già auspicabile e atteso intervallo,diverrebbe una ragione assoluta di vita..premetto che una simile analisi dovrebbe essere condotta all incirca intorno al periodo del secondo anno di scuola media inferiore di nuovo buona giornata
Ogni cosa che ci è privata ne aumenta il desiderio,è cosi dalla notte dei tempi, se vedi qualcosa che ti incuriosisce ma ti è preclusa niente ti distoglierà dal desiderarla.Se qualcuno di voi ha fatto il militare mi comprende perfettamente.Per quanto riguarda il carcere credo sia più una necessità che una reale tendenza omosessuale, mentre per il collegio e parlo per esperienza le cosidette “interne”(ragazze che dormivano in un altra ala dell edificio) erano un chiodo fisso.La parte istintiva dell’ uomo che è pure quella più naturale va conservata e allo stesso tempo tenuta a freno ma la cattiva informazione la esagerata e esasperante sovraesposizione di immagini a contenuto erotico già solo per dire le ballerine di programmi serali, minano la corretta vita sessuale.E tutto ciò si riperquote anche nei caratteri delle persone uomini e donne .Oggigiorno vi sono ragazzine che ragionano esattamente come il contrapposto maschile e viceversa e questo crea un disagio nel dialogo tra i sessi,problemi di impotenza anche giovanile e mancanza di interesse verso cio’ che è uno dei tre bisogni esistenziali e deviazioni annesse e connesse la dicon lunga su ciò che sta accadendo…un clichè che sovente sento dire è che non ci sono più gli uomini di una volta ma nessuno chiede mai come era la vita dell’ uomo anche solo degli anni 50…meditate gente… ah dimenticavo a scuola manco ci andavano perchè lavoravano nei campi e le ragazze erano viste come miraggi poi però crescevano e facevan famiglie da 10-12 figli (quello che servirebbe oggi in Italia ma pensano a sostituirci con gli immigrati).Invece oggi ci inculcano che tutto va bene tutto è lecito la maternità è quasi un male la sessualità va esplorata in tutte le sue deviazioni..ma il cielo è sempre più blu e và bene cosi’,in un certo senso se pur esagerato i musulmani ci han visto giusto non nel ruolo della donna che laggiù è sottomessa ma anche solo nei vestiti femminili.Il celare ,il nascondere,far capire senza mostrare è di gran lunga il miglior incentivo per l’istinto naturale che ogni essere umano ha (sopratutto il maschio della specie homo sapiens)…comunque ogni opinione che ho letto in questo forum ha valide e interessanti basi che rispetto profondamente buona giornata a tutti
Leggendo lo studio di Frisch e Simonsen, che è valido soprattutto per la popolazione Danese e che si può generalizzare con cautela, si verifica che la condizione con mortalità minore è la coppia eterosessuale, ma che non dice assolutamente che la coppia omosessuale sia peggio del celibato. Infatti gli individui in coppia hanno mortalità più basse dei single (anche etero) e che la condizione migliore, dopo quella di coppie eterosessuale, è quella di coppia omosessuale. Il dato del suicidio, unico in contro-tendenza, su cui gli autori non entrano nel dettaglio? Riguarda 34 (trentaquattro) suicidi in 10 anni su 613 380 morti (tabella 4). Il numero di donne lesbiche che hanno commesso suicidio e in base al quale si stima un valore di 6 volte quelle eterosessuali? 10 (dieci) di questi 34. Mi pare quindi che non si possa di certo generalizzare un dato simile e che si del tutto capzioso cercare di farlo in un dibattito sulle unioni civili.
…invece i “prestigiosi” studi atti a dimostrare che i bambini allevati da gay sono più felici, quelli non sono capziosi quando si discute di stepchild adoption o maternità surrogata, vero?
No, se li legga, non sono finanziati da associazioni di parte, non sono affetti da macroscopici errori e manipolazioni metodologiche e sono molto numerosi (quasi 80).
Sono realmente prestigiosi perchè condotti da studiosi autorevoli, noti e rispettati, che hanno condotti molti altri studi in altri settori ed argomenti diversi considerati seminali dalla comunità scientifica.
Basta che cerchi:
what we know blog the wellbeing of children
Su google.
Gli studi per altro non dicono che sarebbero più felici (altra forzatura polemica che cerca di introdurre lei) ma che non ci sono differenze significative.
Tutta la mia povera ma convinta solidarietà a P.Carbone, che ha il carisma della Parola, della Luce, della ragione illuminata dalla fede che allontana le tenebre del peccato; grazie all’Ordine di san Domenico sono estenuati i fumi della falsità diabolica, come la forza illusoria del mondo è sopraffatta dal carisma della purezza, e quella della persecuzione dalla fortezza, alleluia!
Ringrazio la redazione per questa intervista… mi scuso di aver dubitato di Tempi, ma temevo, visto che erano passati un po’ di giorni che la questione fosse passata nel dimenticatoio.
…adesso mi tocca abbonarmi davvero! 🙂
maria mazzola
suvvia, un Ave Maria, e smettiamola di cercare il pelo nell’uovo. non fa bene a nessuno! Vangelo, i Dieci comandamenti e il Padre nostro, sono ciò che ci guida o che ci dovrebbe guidare. poi alla fine, ci penserà il Buon Dio a giudicarci,
Sbaglio o anche una giornalista della Vs redazione (Benedetta Frigerio) avrebbe dovuto tenere un incontro simile e il meeting non ha dato il nulla-osta per lo stesso motivo?
I motivi del mancato permesso sono comprensibili: effettivamente non ha molto senso testimoniare o dire la verità quando tanto nessuno se la inc…a o, peggio ancora, la distorcono e la usano solo per mettertelo nel c..o senza neanche la vasellina.
Il martirio ha senso solo se può portare qualcosa di molto grande, altrimenti non ha minimamente senso.
Padre Carbone ha tutto il mio sostegno. E tante organizzazioni ecclesiastiche e gran parte dei componenti della Chiesa si sveglino che è ora. Solo a pensare ai rifugiati e basta.
E’ incredibile che CL, per non alimentare polemiche, per non diventare “medievali” all’occhio dei “malefici” media, abbia impedito ad un Padre di parlare di come stanno veramente le cose riguardo all’argomento gender.
Lo capisce la Chiesa che è meglio non dialogare(come dicono sempre loro) con questo mondo?
Meglio essere ritenuti omofobi e medievali pur di non abbandonare certe verità divine e naturali.
Cari signori, la “sovraesposizione mediatica” lasciamo che a temerla chi sa di non essere dalla parte della verità.
Qui, al netto delle chiacchiere per giustificare l’ingiustificabile, si è data la netta impressione che quello che si dice dell’inciucio tra CL e il potere costituito non sia campato in aria.
In che consiste il piatto di lenticchie? Il buono scuola?
Sei arguto!
@Giannno
La “sovraesposizione mediatica” e’ sempre stata un vanto per il Meeting, in effetti come scusa la direzione poteva risparmiarsela. Anche perché più sovraesposizione mediatica del comizio di Renzi – che peraltro si è guardato bene dal rispondere alle domande di Vittadini – sarebbe stato difficile concepirla.
Molto interessante, soprattutto il ragionamento finale. D’altronde l’industria genetica marcia a passi decisi e nell’uomo si è istillato questo senso di onnipotenza di natura positivistica: una grande fiducia nella scienza da cui si pretendono risposte etiche in base al principio non del giusto e sbagliato ma del possibile/non possibile.
Si può citare anche la chirurgia plastica che se era stata giustamente pensata per riparare a traumi fisici sfiguranti oramai viene abusata da pazienti sani per ritocchini di ogni tipo e in ogni parte del corpo. D’altronde la chirurgia non è forse usata per quelli che sono chiamati “interventi di riattribuzione del sesso”?
Una società fondata sulla falsificazione…vuole sostituire la tecnica a Dio!
Quali sono i valori non negoziabili?
Cosa significa “Non negoziabili?”
In che modo dovrebbe essere esercitata la “non negoziabilita’”?
Quanto e quando la non negoziabilita’ dei valori perde contro la diplomazia politica?
Quando la diplomazia politica aiuta a sviluppare e a diffondere quei valori non negoziabili?
Il fatto di non dire determinate cose vere e giuste in un determinato momento per diplomazia politica, può aiutare a sviluppare i valori non negoziabili e ad avere più opportunita’ per divulgare questi stessi valori?
E’ così difficile a volte fare la scelta giusta…
Anche con i più buoni propositi, bisogna sempre dire ciò che si crede giusto in ogni occasione, o bisogna a volte capire lo stato d’animo del proprio interlocutore, o una situazione più generale, valutando se in quel momento e’ meglio tacere e dire le cose quando sortiranno un effetto più positivo…
E’ davvero difficile a volte fare la scelta giusta e, soprattutto giudicare una situazione senza conoscerne tutti i risvolti.
Io credo che Padre Carbone avrebbe dovuto parlare, come era programmato… Però vorrei chiedere a chi ha deciso di modificare il programma, cosa sarebbe successo se avesse parlato all’orario prestabilito?
Il discorso vale, chiaramente, se le persone coinvolte sono in buona fede, ovvero se tali persone non vogliono negoziare i valori non negoziabili.
@AndreaB
Certamente sono certi valori (principi) a non essere negoziabili, non certo la programmazione di un incontro. Il punto quindi non è la programmazione in sé – gli organizzatori del Meeting fanno giustamente quello che gli pare – ma modificarla una volta definita per tutelare il “quieto vivere”: i toni di padre Carbone nel trattare di questi temi non sono certo provocatori, se non può parlare lui su certi temi, chi è che che può farlo?
La realtà è che molti pensano che, siccome senza conversione del cuore non si può recuperare completamente quella “perdita delle evidenze” che caratterizza la nostra società occidentale, allora possiamo tranquillamente fregarcene delle iniziative culturali che fanno appello alla ragione umana. Io non sono d’accordo con questo approccio, perché le iniziative culturali sono di per sé testimonianza per tutti gli uomini di buona volontà, a maggior ragione quando si oppongono alla dittatura del relativismo.
@Cisco
Grazie per la tua risposta… Le domande che ho fatto sono molte e credo che ognuno possa rispondere con l’aiuto della preghiera e della propria coscienza.
Le iniziative che fanno appello alla ragione credo siano uno dei modi per contribuire all’apertura dei cuori, se sono portate avanti per questo motivo.
Qualche volta ci si trova di fronte a persone che desiderano il male, ma qualche volta a persone che cercano veramente di capire ciò che è giusto. Sicuramente a queste ultime l’aiuto di Padre Carbone può servire molto.
Stavolta ho letto solo il sottotitolo e mi chiedo: Perchè un religioso HA DOVUTO sospendere (censurato!) quello che Dio gli dava da dire praticamente durante un meeting d’ispirazione religiosa -se non erro, non ne conosco molto- e non durante un festival dell’Unita? Quali le motivazioni? Grazie a chi mi risponderà, di cuore.
Lo stesso Padre Carbone ha spiegato che è stato sospeso solo un incontro, mentre tutti gli altri sono andati in scena normalmente e tranquillamente. Questo per evitare una sovraesposizione mediatica inutile che avrebbe danneggiato sia il meeting che i domenicani stessi a causa di una manipolazione della verità che sarebbe la specialità vera di alcuni giornalisti di bassa lega che hanno dimenticato il servizio alla Verità per servire un altro padrone. Avrebbero fatto passare una linea che non corrisponde alla verità, bollando di razzismo tutta la kermesse.
Anche la sospensione di un unico incontro è una vigliaccata che dà un’impressione ben peggiore di un articolo falso su Repubblica.
Prima CL lo riconosce e meglio è.
Concordo, già Repubblica e Co. ci hanno marciato sopra… sostenendo, ad esempio, che CL dovesse evitare di scontentare Renzi, plauditissimo al Meeting, che sappiamo bene come la pensa in materia di diritti civili. Oppure sostenendo che hanno bloccato Carbone per paura di entrare in contrasto con le idee del nuovo Papa, secondo i media, apertamente gay friendly .
Gli incontri di padre Carbone avvenivano in un stand apparte… di quale sovrapposizione si parla? Sarebbe come chiedere ad uno sponsor di Expo di sospendere i loro programmi perché ce n’è uno organizzato nello stand Italia… Poi, gli incontri erano concordati con gli organizzatori del Meeting, si sono accorti Sabato che c’erano queste sovrapposizioni?
Diciamo la verità, per il quieto vivere si è preferito far traboccare la menzogna tacendo la verità… andazzo ormai comune nella Chiesa. Ma ricordiamo che ci è stato detto: “ciò che avete udito nell’orecchio, gridatelo dai tetti”. Qui non solo non saliamo sui tetti, ma addii tiriamo giù quei pochi che hanno il coraggio di salire. Quanto manca a che ci ritroviamo in piazza ad urlare “Barabba! Barabba! ” ?
Tra le virtù cardinali ne esiste una che si chiama Prudenza. Usarla di tanto in tanto non è solo conveniente, ma è un dovere di ogni buon cristiano. Intestardirsi con la questione dell’incontro di Padre Carbone non avrebbe fatto altro che decentrare l’attenzione dei più verso un argomento che peraltro non aveva legami con il resto del meeting. Invece, pazientare ha permesso un tranquillo svolgimento del meeting e anche degli incontri dei domenicani che anzi, hanno incrementato visite e vendite di libri. Spesso Dio agisce in modi imperscrutabili, quella che sembra una sconfitta può presto tramutarsi in potente vittoria. Anche gli assassini di Cristo erano convinti di aver vinto la partita…
La prudenza è virtù cardinale.
Già, ma la codardia che virtù è?
“La prudenza è la virtù che dispone la ragione pratica a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per compierlo. L’uomo « accorto controlla i suoi passi » (Prv 14,15). « Siate moderati e sobri per dedicarvi alla preghiera » (1 Pt 4,7). La prudenza è la « retta norma dell’azione », scrive san Tommaso sulla scia di Aristotele. Essa non si confonde con la timidezza o la paura, né con la doppiezza o la dissimulazione. È detta « auriga virtutum – cocchiere delle virtù »: essa dirige le altre virtù indicando loro regola e misura. È la prudenza che guida immediatamente il giudizio di coscienza. L’uomo prudente decide e ordina la propria condotta seguendo questo giudizio. Grazie alla virtù della prudenza applichiamo i principi morali ai casi particolari senza sbagliare e superiamo i dubbi sul bene da compiere e sul male da evitare. (Catechismo Chiesa Cattolica n. 1806)
Cos’è codesta? La raccolta dei passi preferiti da Don Abbondio?
D’accordissimo con le tue affermazioni Emanuele, mi spiacerebbe solo se una parte importante di CL ,quella che ha oscurato Padre Carvo,e e un tema decisivo,fosse già “allineato” al pensiero unico..
Altra conferma che CL è diventata totalmente renziana. Alla faccia della “testimonianza coraggiosa”: censuriamo quel che non va a mamma Repubblica.
Giannino, prima si farebbe allontanando i “falsi” giornalisti, ma credo non sia possibile questo…
@Unafides
Sì, ma questo significa cedere a un ricatto.
Con questa logica da ora in poi il Meeting non potrebbe più essere un segno di contraddizione, ma solo un cagnolino addomesticato dal circo mediatico-giudiziario.
Perché dopo il martellamento giudiziario del 2013, che non ha dimostrato nulla, in compenso ha raggiunto l obbiettivo di intimorire, la dirigenza di CL ora ha paura di prendere qualsiasi posizione scomoda. Come dimostrano le “vedette” di Arcigay, CL sa che sarà di nuovo la prima inquisita non appena riprenderà la tempesta. I laicisti erano alla riderca di nuovi pretesti. Tuttavia il vero cristiano non ha paura del carcere.
Rivedete la conclusione dell’articolo, non c’è nesso
Il nesso invece è proprio quello: la realtà esiste e non la crea la nostra mente, ci è data.
Padre Carbone è una persona onesta e preparata.
Non si può dire altrettanto di certo ingannevole giornalismo…
Non desistere P.Giorgio! E grazie per ciò che sei e fai!
Il link
alla sintesi dello studio citato (pubblicata dal Science Daily) http://www.sciencedaily.com/releases/2013/03/130312092539.htm
e allo studio stesso (pubblicato dall’Oxford Journals, sono meno di una ventina di pagine)
http://ije.oxfordjournals.org/content/42/2/559
Chiedo alla redazione, se possibile, di integrarli nell’articolo, così che ognuno possa vedere da che parte sta la verità (non che ci fossero dubbio, ma ho letto di tutto in giro).
Cordiali saluti
Uno o una nasce maschio o femmina e se la teoria gender inculcata in età scolare aumenterà il numero di possibili omosessuali,è altrettanto vero che per evitarlo sarebbe sufficente tornare alle origini dell’ educazione di un tempo ,sarebbe abbastanza separare i maschi dalle femmine in classi distinte dall’asilo fino ai 16 anni per avere generazioni di persone eterosessuali più che convinte…
Forse non ti è chiaro che la segregazione sessuale incentiva il comportamento omosessuale. Non l’attitudine, solo il comportamento. Vedi i collegi, le carceri, e le società dove la separazione dei sessi è un diktat religioso.
Secondo me non è assolutamente vero quello che hai scritto.
Maschi e femmine hanno da stare assieme fin dalle elementari e devono avviare un percorso di crescita insieme, perché maschio e femmina sono complementari, l’uno senza l’altro è carente.
L’omosessualità non viene né dal gender inculcato obbligatoriamente come un lavaggio del cervello in età scolare, né dallo stare separati per sessi o assieme.
Gli omosessuali sono una ridotta percentuale della popolazione, all’incirca sul 2%, e tali rimarranno con grande delusione degli attivisti lgbt.
E questo 2% è responsabile del 40% dei nuovi casi di infezione da HIV, nonostante i profilattici sia disponibili anche nei distributori automatici fuori dalle farmacie, dunque ci dev’essere qualcosa di più che un semplice pezzetto di gomma sull’organo genitale.
Chi ha dato una grande lezione di saggezza senza dare sfoggio di cultura è stato quel contadino montagnaro del penultimo paragrafo, e le conclusione che ne ha tratto Padre Carbone sono le più logiche e razionali.
Menelik: “Gli omosessuali sono una ridotta percentuale della popolazione, all’incirca sul 2%,
………….e tali rimarranno con grande delusione degli attivisti lgbt”…………………………….
Non penso affatto, signor Menelik, che le cose siano così come Lei le afferma. Se noi poniamo, infatti, come presupposto di base il fatto che l’omosessualità è, in sintesi, un fallimento di identificazione psichica con la sessualità biologica – fallimento dovuto ad uno “smarrimento” psichico – l’esposizione dei bambini sin dalla tenerissima età delle scuole materne a materiale didattico mirato ad artatamente creare confusione, sicuramente otterrà come risultato un sostanziale aumento di casi di smarrimento.
Il materiale didattico che la lobby gay vuole introdurre nelle scuole costituisce, di fatto, una pericolosissima MOSTRUOSITÀ manipolatrice con alta potenzialità di successo. Artatamente si replica, in altre parole, un incidente di smarrimento che fin qui avviene accidentalmente, per porlo su basi intenzionali.
Tentare di riprodurre intenzionalmente il male in un bambino indifeso si chiama MOSTRUOSITÀ che va punita con l’ergastolo!!!
Cordialmente.
leggendo questa intervista mi sembra che Padre carbone sia una persona pacata, ragionevole e di vastissima cultura. mi sembra inoltre che tutte le sue affermazioni siano adeguatamente documentate. Certo, si può non essere d’accordo e discuterne, ma un sano confronto non si fa con le provocazioni di Repubblica e gli insulti dei siti LGBT.
Padre Carbone ha la mia inutile ma sincera solidarietà. Ce l’ha per quello che dice ma ce l’avrebbe comunque per come dice quello che dice, e pure se dicesse cose non condivisibili, poichè è detestabile l’arroganza con cui è stato disprezzato e falsato quello che ha detto. Un saluto
Invece la nostra sincera solidarietà (mi unisco anch’io) non è inutile.
Se ci diamo da fare, tutti insieme, per le cose in cui crediamo, come avvenuto col Family Day del 20 giugno a Roma (dove c’erano un milione di persone) e come avviene ad ogni veglia delle Sentinelle in Piedi, dimostriamo che le nostre prese di posizione e la nostra solidarietà a Padre Carbone non sono inutili.