Cento e passa illustri professori chiedono «AMNISTIA SUBITO!»
«Caro Renato, ecco la lettera aperta/appello al presidente della Repubblica sottoscritta da oltre 100 fra costituzionalisti, ordinari di diritto penale e di diritto processuale penale, insieme ad una quindicina di garanti dei detenuti. Quanto all’iniziativa nonviolenta, i quattro giorni di sciopero della fame e di silenzio inizieranno mercoledì 18 luglio». Così l’incipit della fraterna lettera con cui Rita Bernardini, radicale eletta in parlamento nelle liste Pd, informa il deputato Pdl Renato Farina dell’iniziativa con cui un vasto fronte di persone libere si è rivolto al capo dello Stato perché investa il parlamento della situazione disumana, fuori dalla Costituzione e da ogni Stato di diritto, in cui versano le carceri italiane. Non c’è bisogno di entrare nei particolari per ricordare tutto ciò che ci separa da Marco Pannella e i suoi. Ma Pannella e i suoi, così come tanti nostri fratelli cattolici, sono presenti da sempre nel luogo più dimenticato del dolore, il luogo che invece di “rieducazione” produce sovrappiù di violenza e criminalità.
Si può vicendevolmente non condividersi nel modo di pensare e di vivere. Però ci si incontra e si fa insieme quello che si deve fare per battere la grande ipocrisia di quanti si riempiono la bocca di legalità e Costituzione mentre fanno spallucce alla «prepotente urgenza» protestata dal capo dello Stato davanti alle condizioni di tortura in cui versano settantamila detenuti. Nei prossimi giorni, quando Napolitano avrà ufficializzato la sua posizione sull’appello che gli è stato rivolto, sul sito tempi.it i lettori potranno seguire nel dettaglio la comune battaglia per l’amnistia. Che è anche la prima, improrogabile, strutturale, riforma della Giustizia.
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