Caterina Simonsen. Come nasce il caso della ragazza insultata dai Nazianimalisti

Di Daniele Mont D'Arpizio
04 Gennaio 2014
Ne parla il giornalista che per primo si è interessato alla sua storia. Non c'è alcuna lobby farmaceutica dietro alla ragazza affetta da una malattia genetica e viva grazie alla sperimentazione animale

Pubblichiamo l’articolo “Come nasce il caso Caterina Simonsen” di Daniele Mont D’Arpizio, apparso il 2 gennaio 2013 nel blog Comunitare.

Vengo a sapere della storia di Caterina Simonsen circa un anno fa. Lei è diplomata all’Istituto Barbarigo, per il quale curo la comunicazione on line: il 17 novembre 2013 viene a parlare agli alunni della sua ex scuola durante un incontro dedicato al volontariato, per conto dell’Associazione Nazionale Alfa1-At onlus.
Nel 2009 le è stata diagnosticata una malattia genetica rara, il deficit di alfa-1 antitripsina, che colpisce il fegato e i polmoni e obbliga a fare 7-9 aerosol al giorno, oltre a un altro trattamento che dura dalle 3 alle 6 ore. In seguito le vengono diagnosticate altre 3 malattie rare. Eppure Caterina è sorridente, volitiva, positiva. Nella sua condizione si iscrive all’Università di Bologna, veterinaria, e va a vivere da sola. Si mette persino in testa l’idea di correre… una maratona! La storia mi colpisce e la chiamo per un’intervista, che mi risulti la prima pubblicata, sul notiziario dell’Istituto. Di lei mi impressionano subito la forza d’animo e soprattutto la lucidità: «Mi sto preparando da maggio. Sono arrivata a fare 7 km in un’ora, portandomi dietro la bombola con 6 litri di ossigeno e alternando corsa e camminata. Adesso da due mesi ho una brutta bronchite, ma ho già iniziato ad allenarmi con gli step in casa».

Il 21 aprile 2013 corre 5 chilometri durante la maratona di Sant’Antonio, supportata dagli amici e da alunni e insegnanti del Barbarigo, tra cui i professori Da Re e Zotti. Oltre, ovviamente, che dagli adorati cani.
La sua storia e la sua personalità mi affascinano, la propongo anche a qualche giornale e a un amico giornalista. Senza grossi esiti. Poi, nel novembre 2013, leggo sul suo profilo Facebook che Caterina è all’ospedale per l’ennesimo ricovero. Il 27 novembre 2013 vado a trovarla, pochi giorni prima che scoppiasse il “caso” nazionale, portandole una copia fresca di stampa del nostro ultimo Magazine, in cui si parla di lei.
Porto la macchina fotografica, le scatto qualche foto assieme a una sua amica, poi registriamo un piccolo video per salutare i compagni della sua ex scuola.

In quell’occasione parliamo per la prima volta di ricerca scientifica e Stamina. Caterina è molto colpita dalla polemica su Telethon: alcune associazioni animaliste, in testa il Partito Animalista Europeo, hanno attaccato l’iniziativa, al tempo stesso appoggiando il controverso “metodo Stamina”. Caterina è dispiaciuta, arrabbiata: soprattutto per le malattie rare come la sua le case farmaceutiche non hanno interesse a fare investimenti, e quindi l’unica soluzione è costituita proprio dalle donazioni private.
Dietro non ci sono interessi personali: Telethon non finanzia progetti di ricerca specifici sulle patologie che affliggono Caterina. Conta il principio: non si può minare la fiducia della gente su un’iniziativa meritevole, e allo stesso tempo accreditare una cura – il “metodo stamina” – che non ha ancora un riscontro scientifico. Vorrei girare un altro video, fare a Caterina qualche domanda in più: il tempo delle visite sta però per scadere. Prometto di tornare a trovarla, ma il giorno dopo mi ammalo e rimango a casa più di una settimana.

Caterina gira comunque e pubblica da sola il suo video su Facebook. Parla con la forza di una persona che vive in prima persona queste tematiche, ma anche come studentessa e aspirante medico. Dalla sperimentazione animale, secondo lei, semplicemente non si può ancora prescindere, se non a rischio di intralciare la ricerca scientifica o di mettere a repentaglio la salute di altri esseri umani.

Quando vedo il suo primo video capisco subito che è forte, molto forte. C’è sentimento ma non sentimentalismo, gli argomenti sono logici, documentati, spesso inoppugnabili. Lo segnalo alla pagina Facebook A favore della sperimentazione animale, che seguo da qualche tempo. I moderatori, quasi tutti giovani ricercatori, lo mettono nella bacheca principale. In pochi minuti il video ha già un centinaio di “mi piace” e diverse decine di condivisioni. “Cavolo!” mi scrive Caterina, una volta che glielo segnalo. In breve il filmato supererà le diverse migliaia di “like”.
Il resto molto probabilmente lo sapete già. Seguono foto, in cui Caterina continua ad appoggiare Telethon, i primi insulti e le minacce da parte di alcuni fanatici animalisti, poi altri video. Dopo il 10 dicembre i giornali on line iniziano a parlarne, poi anche quelli cartacei. Finché, il 29 dicembre, anche il Corriere della sera mette Caterina in prima pagina.

Faccio questa ricostruzione un po’ pedante perché mi fanno ridere quelli che vedono in tutto questo un affare poco chiaro, quando invece è stato quanto di più semplice e spontaneo. Io c’ero e posso dirlo. Il problema – a mio modo di vedere – non sono solo gli insulti e le minacce, ma chi oggi cerca di screditare a tutti i costi Caterina, invece di riflettere sul senso della sua denuncia. Mi riferisco al solito PAE, per il quale dietro a tutto ci sarebbe la solita lobby farmaceutica. Al gruppo Io non sto con Caterina!!!, che su Facebook ha già 3.000 aderenti. A quelli che adesso stanno controllando tutti i suoi post e costruiscono veri e propri dossier su di lei, col solo scopo di trovare qualcosa per metterla in imbarazzo. Il tutto sempre cercando il complotto, il fine occulto.

Ho addirittura letto che questo è il trattamento che le spetta, visto che lei avrebbe scelto spontaneamente di mettersi sotto i riflettori. A costoro dico solo: no cari, Caterina non si è candidata a fare la martire o la paladina delle cause perse. Ha solo espresso delle argomentazioni, in maniera peraltro molto corretta. Ha cercato di rispondere a un attacco, che viene portato da molto tempo anche da media e parti politiche, contro la scienza e la ricerca medica. Quella stessa ricerca che le ha salvato la vita.

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12 commenti

  1. Sinbad

    Caro Vegeta,io invece auguro a te di ammalarti di un male come quello di Caterina cosicché possa tu soffrire le pene dell’inferno…si vedrà a quel punto se resterai coerente con le tue affermazioni da professore da 4 soldi contro la sperimentazione animale,se dovesse quindi significare salvare la tua di vita o migliorartela :)))) ! Ricorda che sono tutti gay col c..o degli altri !!!

  2. Vegeta

    Cara Caterina non mi abbasso ad insultarti . Augurarti la morte …no troppo facile . Tu devi vivere. Ma di sofferenze, che spero si ripercuoteranno su ciò che avrai di più caro. Vuoi diventare veterinaria? Ma non farmi ridere falsa Maria Goretti. Cmq avrai sulla coscienza tante anime. Perché se no lo sa, egregio dottore gli ani-mali di questo sono fatti. Mi chiedo con quale coraggio farai il giuramento di Ippocrate ( se i veterinari lo fanno) tante belle cose.

  3. Valeria

    Ammetto di non capire gli argomenti di una parte degli animalisti: dietro ogni persona che supporta la sperimentazione ci deve per forza essere la mano nera della lobby farmaceutica, complotti, denaro e chissà che altro. Non accettano l’idea che ci possano essere persone informate e non corrotte che semplicemente la pensano diversamente da loro.
    A Caterina tutti i miei auguri, complimenti per la tua forza di volontà, speriamo che trovino presto nuove cure.

    1. Tobi

      brava Valeria. La strumentalizzazione della vicenda di Caterina continua. Usano a prestesto le dichiarazioni di quella minoranza di fanatici che ha insultato Caterina per far intendere che tutti gli animalisti sono cattivi. Non lo sanno che ci sono molte ragioni per limitare l’utilizzo degli animali. Io non sono animalista, ma ribadisco che c’è un eccesso di utilizzo degli animali. Sui mass-media poi danno la parola solo ai signori padroni della ricerca, quelli che ripetono in continuazione che con la sperimentazione animale ti troveranno la cura alle mallattie ma che non sono riusciti a produrre un solo nuovo farmaco in molti decenni di attività dei loro enti di ricerca, perché non essendo in grado di produrre innovazione fanno quello che sanno fare da anni, sperimentare (molto spesso inutilmente) sugli animali, e di fatto rallentano la ricerca. Lo dimostrano i loro risultati. Zero farmaci nuovi a fronte di tanti proclami. Strano poi che la vicenda di Caterina sia d’un tratto finita sui media proprio dopo il recepimento di una direttiva europea che pone dei limiti (badate bene, ho detto soltanto “pone dei limiti” senza annullarla), la sperimentazione animale. Che strana coincidenza. Povera Caterina, certo lei si affida a chi dice di fare ricerca al servizio degli essseri umani e sono convinto che la sua sia stata una dichiarazione del tutto comprensibile e spontanea. Ma non sono altrettanto convinto dei media che hanno fatto rimbalzare la notizia accompagnandola con solo il parere dei soliti “esperti” guardacaso a favore della sperimentazione animale. Ci sono invece scienziati che invece ritengono che la limitazione alla sperimentazione animale e l’uso di metodiche alternative potrà dar risultati migliori rispetto agli scarsi risultati ottenuti finora.

      1. Gandalf

        Ancora con la scemata dell’eccesso di animali, Tobi? Sei già stato smontato su un altro articolo, con tanto di riferimenti normativi alla mano, quindi falla finita con la tua lagna basata sul nulla.
        E come ti è stato già detto, nonostante il fatto che tu ti ostini bellamente ad ignorare la cosa dimostrando una dose fin troppo sospetta di disonestà, la direttiva Europea sono i ricercatori stessi a chiedere che venga recepita, ma nella sua versione uscita dalla Commissione Europea, non nella versione imbastardita dagli animalari italiani, che prevedeva la sedazione per un prelievo di sangue!

        1. Tobi

          lei non ha smontato un bel nulla. Lo dimostra quello che ha scritto anche in questo post. La sedazione degli animali da esperimento non è certamente riferita a banali prelievi di sangue. Lei non si occupa di scienze ma beve tutto quello che le dicono gli altri. Continui pure a vivere su google ma si tenga lontano dalla vita reale. Tempo fa ha pure scritto che se lei è a favore della sperimentazione anlimale perché se un giorno si dovesse ammalare le troveranno la cura per lei. Aspetti e speri se crede che l’interesse primario di chi propoganda la sperimentazione animale è di trovare le cure proprio per lei. E ha pure il coraggio di rinfacciarmi disonestà. Continui pure così.

          1. Gandalf

            http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2013;96
            Articolo 13, comma 1, paragrafo b della legge 6 agosto 2013, n. 96:
            1. Nell’esercizio della delega per l’attuazione della direttiva 2010/63/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 settembre 2010, sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, il Governo è tenuto a seguire, oltre ai princìpi e criteri direttivi di cui all’articolo 1, comma 1, anche i seguenti princìpi e criteri direttivi specifici:
            […]
            d) vietare gli esperimenti e le procedure che non prevedono anestesia o analgesia, qualora esse comportino dolore all’animale, ad eccezione dei casi di sperimentazione di anestetici o di analgesici;

            Dai, arrampicati ancora un po’ sugli specchi, raccontaballe.

          2. Tobi

            scusi, ma lei quando va a fare le analisi del sangue si fa fare l’anestesia? Se lei non è in grado di capire quali sono i casi in cui si applica l’anestesia (aprire gli animali vivi, sottoporli ad amputazioni, etc.) non ci posso fare niente. Come le ho già detto tempo fa, lei è molto bravo a cercare su google le leggi, ma quando le avevo dato il compitino di elencarmi i nuovi farmaci trovati negli ultimi anni da chi propaganda la sperimentazione animale come il metodo insostituibile per scoprire i farmaci lei ha fallito miseramente (a fronte di tanti proclami trionfalistici). Se ne faccia una ragione. Lei poi non mi pare abbia un’opinione sua, lei fa solo dei copia-incolla. Ed ancora una volta le chiedo la cortesia di usare termini meno rozzi verso chi ha opinioni diverse da lei. Se non è capace di rispettarle allora inutile discutere….

          3. Gandalf

            No testina, ma per quanto riguarda le mie analisi del sangue non c’è nessuna stupida legge che mi impone l’anestesia, a differenza del caso sopracitato.
            Le tue non sono opinioni diverse dalle mie, ma balle colossali che continui a spacciare per verità nonostante siano state ogni volta smentite dai miei “copia-incolla” che riguardano leggi dello stato italiano, non le opinioni di qualche blogger sciachimicaro laureato in arrampicate sugli specchi carpiate con scappellamento a destra. Divertente come un sedicente “scienziato” come te sia così refrattario a quelle cosine chiamate prove e fonti attendibili di quel che si va dicendo.
            Raccontaballe.

          4. Tobi

            è inutile perdere tempo con lei, i suoi messaggi si commentano da soli e danno una buona descrizione di lei.

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