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Dialogo aperto sulle riforme politiche tra il Pdl e il Pd. Anche Pier Luigi Bersani ha capito che è autolesionistico non parlare con Berlusconi, sostenendo insieme lo stesso governo. Si riapre il cantiere della politica, che sembrava chiuso con la rinuncia dei maggiori partiti a esercitare le funzioni di governo.

"Qualsiasi professionista, un medico, un avvocato, un ingegnere è responsabile per i suoi atti. Che lo diventi personalmente anche un giudice, che questi sia messo sullo stesso piano di un altro professionista, non scalfisce alcun un principio di responsabilità". Il deputato e magistrato Alfredo Mantovano spiega perché è giusto che un giudice paghi se sbaglia.

Anna Difonzo, responsabile progetti Est Europa e Sud-est asiatico presso Avsi, abbozza un bilancio: «Quei bambini vanno a scuola e i padri stanno imparando un mestiere. Le famiglie, 48 in tutto, da Milano si sono insediate in più di 15 località delle province di Olt, Dolj e Gorj, nella regione Oltenia, situata nel sud-ovest della Romania, a 200-300 chilometri da Bucarest».

Si fanno sempre più insistenti le voci di una possibile convergenza tra Pd e Pdl sulla riforma elettorale, in modo da escludere i partiti minori, compreso il Terzo polo. Il direttore di Europa Stefano Menichini, però, non è d'accordo: «Bersani preferisce avere un Pd amplio, conquistando la sua egemonia sul piano politico del consenso».

Intervista a Giuseppe Calderisi (Pdl), esperto di sistemi elettorali: «Esistono sistemi a base proporzionale come in Spagna, che con esiti maggioritari consentono un ottimo funzionamento del bipolarismo. Il sistema non deve permettere unioni solo a scopi elettorali. Casini vuole una legge che gli permetta di fare l'ago della bilancia senza avere i voti».
