Obama non ha mantenuto le promesse che nel 2008 avevano convinto i musulmani a votarlo in massa. I sondaggi dicono che è ancora più "islam friendly" di Romney, ma in tanti potrebbero voltargi le spalle.
«È importante stare sul mercato, essere testati dal mercato, dimostrare che gli investitori hanno fiducia in noi». Intervista a Laszlo Csaba, economista ungherese indipendente tra i più quotati in patria.
Gli Stati Uniti mettono una taglia da 33 milioni di dollari sulla testa del capo dei terroristi somali di Al Shabaab. Questi rispondono così: «Offriamo dieci cammelli per Obama più dieci galli e galline per la Clinton».
Il numero uno dei terroristi, Al Zawahiri, chiede ai tunisini di «invocare la Sharia». In Egitto e Libia una Costituzione dominata dalla legge islamica è al vaglio. Segnali di allarme dai paesi che già l'hanno instaurata.
Aperta un'inchiesta sull'organizzazione cattolica, che raccoglie tre milioni di ragazze, perché appoggerebbe la lobby abortista Planned Parenthood e sponsorizzerebbe programmi a favore dell'omosessualità.
Intervista ad Andrea Giuricin sulla condizione economica del calcio spagnolo: «Quando la politica governa il business, non ne può uscire nulla di buono. Il problema spagnolo non è legato al calcio, ma alla gestione bancaria».
Abu Yahya Al Libi, numero due di Al Qaeda, è stato ucciso in Pakistan da un drone. Il fratello accusa: «Gli Usa sono disumani. Al Libi era un bravo musulmano. Noi non uccidiamo senza una buona ragione».
Dove sono finiti i vantaggi immaginati dagli ungheresi con l’ingresso in Europa? Viaggio in un paese infiammato dagli attacchi alla sua identità cristiana e da vincoli finanziari «antidemocratici»