Francesco chiama i genitori del reporter ucciso. Un collega che ha vissuto con lui la prigionia ne racconta il coraggio. È stata resa nota la lettera che i jihadisti hanno scritto alla famiglia
Sarebbero circa 20 le persone che da 83 paesi diversi si sono recate in Siria per il jihad. Ma i numeri crescono e il video della decapitazione di Foley è salutato come un atto di coraggio
Il cardinale Filoni, di ritorno dall'Iraq, ha raccontato il suo viaggio. «Questa gente ha preferito abbandonare tutto, perdere tutto, anziché la fede e la tradizione religiosa che custodiscono da millenni».
Il Journal of medical ethichs ha raccolto i dati relativi ai suicidi assistiti in Svizzera. Primi i tedeschi, poi gli inglesi e gli italiani. La portavoce di Dignity in dyng: «E' immorale costringere le persone a espatriare per morire»
L'articolo di Roland S. Lauder sul New York Times: «Chi difenderà i perseguitati? Perché nessuno fa niente? Noi non staremo in silenzio. Questa campagna di morte deve essere fermata»
Una delegazione di Acs in Iraq raccoglie le voci dei vescovi cattolici. «Non posso più rimanere qui, troppo sangue è stato versato», racconta la madre di un ragazzo ucciso dagli estremisti.
Articolo dell'arcivescovo di Ferrara. «C'è una grande difficoltà a una denuncia esplicita. Questo mondo islamico che, ci piaccia o no, ha la responsabilità storica di questi eventi»
Il reporter decapitato era già stato rapito delle forze filo governative libiche nel 2011. Questa la lettera che scrisse per il giornale della sua università cattolica
L'Isis ha diffuso il filmato dell'omicidio di James Foley, giornalista di Boston che era stato rapito nel 2012 in Siria. Il titolo era "Un messaggio all'America"
Una giovane nelle mani dei jihadisti è riuscita a contattare l'emittente tv curda Rudaw: «Ci scelgono per i loro emiri. Vengono tre o quattro volte al giorno. Le ragazze li implorano di sparargli in testa e liberarle dalla miseria»