Caro marito, cari figli, aggiornate i vostri programmi: stasera si cena tutti insieme. Firmato: la mamma

Di Marcella Manghi
20 Settembre 2014
È davvero un’impresa così difficile consumare il pasto principale tutti (e cinque, nemmeno fossimo una squadra di calcio) insieme? Tesori miei, oggi si cambia musica.

family-dinner“Al giorno d’oggi, il momento della cena insieme in casa è diventato qualcosa di stressante, irrealistico, spesso inesistente”. La fotografia – scattata da una ricerca d’oltremanica sui comportamenti della famiglia – mi scuote come una tovaglia appena sbattuta: butto l’occhio dal giornale del bar alla mia agenda del pomeriggio e… mi accorgo ahimè che casa mia non fa eccezione. Nell’ammettete che in tutto questo smembrar i tempi e i modi dei pranzi – alla stregua di un pollo arrosto – stiamo perdendoci qualcosa, mentre rigiro il caffè, il senso di mortificazione si mescola con la voglia di rivincita.

Ma che diamine: è davvero un’impresa così difficile consumare il pasto principale tutti (e cinque, nemmeno fossimo una squadra di calcio) insieme?? Tesori miei, oggi si cambia musica.

Caro marito,

– se riesci – non fare tardi: questa sera ceniamo tutti alle 20.30.
Sì, proprio all’ora in cui – tu dici – vanno via tutti dall’ufficio e nella quiete serale riesci finalmente a lavorare meglio. Vorrà dire che per una volta sarai tu ad abbandonare la scrivania, così che sia qualcun’altro in azienda ad avere la ghiotta opportunità di lavorar come si deve.
Se mai non ti rammentassi dell’ultima volta in cui eravamo radunati tutti insieme, ti avviso che – una volta ben pasciuti di un primo piatto – i nostri tre figli con molta probabilità sferreranno uno dei loro soliti attacchi. Ci posso scommettere, che saranno richieste di beni di conforto: telefonini versione-che-verrà, permessi di shopping selvaggio, e da stasera anche la pretesa di cenare a tempi propri e comodi.
Lo sai che tener loro testa sta diventando ogni giorno più dura? Anche perché, di solito, con me sferrano l’offensiva quando ho la guardia abbassata: che so, mentre ho l’occhio giù, perso dentro il pentolino con il sugo che si sta attaccando…  Poter quindi contare sul fatto che stasera mi aiuterai a difendere la trincea, mi rilassa non poco. Anche se so che comunque dovrò restare allerta, tenere le orecchie ben tese.

Con queste stesse orecchie li sentiremo strepitare per essersi unti i “jeans buoni quelli-per-l’interrogazione-di-domani”, li udremo sferrarsi calci da cartellino rosso sotto il tavolo e chiamarsi a vicenda con suoni somiglianti più a vigorosi versi maori che non ai nomi da santi cristiani scelti da noi.
Ma se saremo fortunati, li udremo anche digrignare un “grazie per il sale”, capteremo qualche piccolo segreto sussurrato, avvertiremo lo scostar brusco delle sedie di chi sta per sparecchiare il proprio posto e magari quello del vicino; e poi il rumore disordinato dei loro passi scappar via.
In un attimo saremo di nuovo noi due soli, proprio come quando tu solitamente rientri al freddo delle dieci, affamato di un piatto d’arrosto da consumare tête-a-tête, ma in fondo anche di un contorno che spesso manca: il contorno di tutta la famiglia. Chissà se è proprio per questo languorino insoddisfatto che troppo spesso fatichi a dormire bene la notte…

A presto!

Tua moglie

 

Cari ragazzi,

aggiornate i vostri programmi: stasera si cena alle 20.30! So che per alcuni di voi è quasi un’ora dopo il solito, ma non preoccupatevi, preparerò succulenti bastoncini di sedano per sedare la fame; e comunque, è per una buona causa. Certo, questo richiederà alcuni importanti sacrifici, come ricordarsi di controllare l’orario per non tardare (basterà alzare lo sguardo sul cellulare a intervalli di venti messaggi inviati), o terminare i compiti prima di cena. Eh, sì: stasera niente tempi supplementari. Lo so che per via dell’ora dittatoriale alcuni perderanno qualcosa: il terzo saluto ‘skype’ del pomeriggio al compagno di banco, o l’inizio in TV di una qualche partita col pallone.

Ma non prendete tutto come un vincolo. Vivetelo come un’opportunità.

Ad esempio, se vorrete intavolare argomenti di prim’ordine, con papà a cena avrete pane per i vostri denti. Magari non vedete l’ora di discutere seriamente sulla questione mediorientale, l’eterologa, la faccenda Ucraina… Se invece i vostri interessi gravitano su dettagli più terra-terra – forse ho una vaga idea – provate pure a sentire il parere del pater familias. Io stasera, oltre a cucinare il piatto preferito di vostro padre, non posso fare.

Prima di lasciarvi, mi permetto di ricordarvi alcune note di convivialità civile, valide anche nei giorni feriali: affettare il pane per tutti non è un’onta; sbattere a schiaffo la porta del frigo può causare un uragano in Mozambico; “Beati gli ultimi” è una profezia il cui valore si automoltiplica davanti a un vassoio di patatine fritte. Eh già: in cucina, come nella vita, bisogna darsi per potersi ritrovare.

A stasera!

Vostra mamma

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