
«Cari studenti, benvenuti nella nostra università. Aspettatevi cose politicamente scorrette»

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Più volte abbiamo scritto della cultura del “safe space” e dei “trigger warning” che da diversi anni affligge le scuole e le università del mondo anglosassone, costringendole a un grottesco tentativo di proteggere i propri studenti da qualunque idea politicamente scorretta, con il bel risultato non solo di censurare anche pezzi fondamentali della storia del mondo e del pensiero umano, ma soprattutto di costruire una gioventù intellettualmente inerme (tanto da essere stata ormai ribattezzata “generazione fiocco di neve”).
A questo proposito pubblichiamo di seguito quasi integralmente, in una nostra traduzione, la lettera che il decano degli studenti dell’Università di Chicago ha inviato quest’anno alle matricole del college. Che sia un modo per cautelarsi rispetto a eventuali future polemiche oppure una trovata per farsi promozione sfruttando una tema mediatico “caldo”, poco importa, questo messaggio di benvenuto è in ogni caso indice eloquente di un clima culturale.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]Caro studente,
Benvenuto e congratulazioni per essere stato accettato al college dell’Università di Chicago. Meritarsi un posto nella nostra comunità di studenti non è un traguardo da poco e siamo felici che tu abbia scelto Chicago per proseguire il tuo percorso intellettuale.
Una volta qui, scoprirai che una delle caratteristiche distintive dell’Università di Chicago è il nostro impegno per la libertà di ricerca e di espressione. Incoraggiamo i membri della nostra comunità a parlare, scrivere, ascoltare, sfidare e imparare, senza paura della censura. La civiltà e il rispetto reciproco sono per noi vitali, e libertà di espressione non significa libertà di molestare o minacciare gli altri. Come vedrai, richiediamo ai membri della nostra comunità di coinvolgersi in dibattiti rigorosi, discussioni e anche discordie. A volte questo ti potrà sfidare e perfino provocare disagio.
Il nostro impegno per la libertà accademica significa che noi non condividiamo i cosiddetti “trigger warning”, non cancelliamo inviti agli oratori perché i loro temi potrebbero rivelarsi controversi, e non autorizziamo la creazione di cosiddetti “safe space” intellettuali dove gli individui possano mettersi al riparo da idee e visioni contrastanti con le loro.
Alimentare il libero scambio di idee è una priorità dell’Università – costruire un campus che accolga persone di ogni estrazione. La diversità di opinione è un punto di forza fondamentale della nostra comunità. I membri della nostra comunità devono avere la libertà di sposare e di esplorare una vasta gamma di idee.
Allego un breve articolo [del professor John W. Boyer] (…) che racconta la storia di dibattito, e perfino di scandalo, fiorita dalla nostra storia di libertà accademica. (…)
John (Jay) Ellison, PhD
Decano degli studenti del College
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1 commento
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Commentiamo questo testo, per favore, invece di polemiche retrò. Una certa cultura liberal – che di liberale non ha più nulla – si è ormai cacciata in un vicolo cieco. L’accoglienza dell’università di Chicago, se sarà confermata, è una boccata d’aria fresca.
Per quanto riguarda l’amore alla libertà, sarà bene ricordare che le università sono una creazione dell’età medievale, in piena cristianità. Eh sì, quell’età buia e oscurantista che ci ha dato Giotto e Dante, università e cattedrali, monasteri e rinascita economica e culturale. Dove è nato il rigore logico della quaestio, l’impostazione di un problema attraverso tesi contrastanti, sino a quel capolavoro del pensiero umano che è la Summa theologiae..