
«Bisogna impedire ai calciatori della Francia di farsi il segno di croce in campo. È contro la laicità»

La battaglia francese per il rispetto della laicità in ogni ambito della vita sociale è ormai diventata una vera e propria caccia alle streghe. Dove le streghe, neanche a dirlo, sono le religioni e l’appartenenza religiosa che, se proprio non può essere eliminata, deve perlomeno scomparire quando ci si trova in pubblico.
LAICITÀ PER TUTTI. Per questo l’Associazione dei sindaci di Francia (Amf) ha reso pubblico un documento per chiedere a tutti i primi cittadini e al governo socialista di François Hollande di farsi sentire in materia di rispetto della laicità su alcuni argomenti. Nelle mense scolastiche vanno vietati i “menù halal” per musulmani, i congedi scolastici o lavorativi vanno negati quando il motivo dell’assenza è la partecipazione a una festa religiosa, le uscite scolastiche, così come le feste culturali, come anche gli asili e gli spazi comunali, devono sempre essere tutti improntanti a una rigida neutralità.
«NO AL SEGNO DI CROCE». I sindaci francesi se la sono presa poi con lo sport. E in particolare il calcio. Secondo l’Amf, bisognerebbe impedire ai calciatori, perlomeno quelli che «giocano nella nazionale», ad esempio, «di farsi il segno della croce in campo». E perché mai? «In nazionale bisogna fare attenzione al fatto che, quando si rappresenta la Francia, quando si rappresenta la République, ci può essere un codice comportamentale da adottare. Bisogna parlarne», ha dichiarato il vicepresidente dell’Amf, Patrick Molinoz, riferendosi al gesto più comune tra tutti i calciatori del mondo, cioè quello di toccare l’erba con la mano e di farsi un segno di croce all’entrata in campo.
NO AL VELO. Anche i Comuni dovrebbero sovvenzionare solo le associazioni sportive che rispettano la laicità: «È inconcepibile finanziare un club che apertamente pratichi una segregazione, rifiuti l’uguaglianza tra uomo e donna o che per natura o aspirazione faccia proselitismo». In questo senso, ad esempio, deve essere vietato l’utilizzo delle velo da parte delle donne musulmane in piscina.
Foto Ansa
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20 commenti
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E questi erano quelli che volevano Liberté, Egalité. Fraternité.
Acclarato che le hanno scopiazzate da Altrove, ne cianciano da 200 anni e hanno sputazzato su tutte e tre. Questa del divieto del segno della croce è solo l’ultima puzzetta di una società sempre più maleodorante.
La laicità esclusiva ha la stessa matrice del razzismo.
E come si fa a farglielo capire cosa gli si stio’cca nel cervello!
«In nazionale bisogna fare attenzione al fatto che, quando si rappresenta la Francia, quando si rappresenta la République, ci può essere un codice comportamentale da adottare»
Ah sì? E allora dare testate nella pancia agli avversari è un un codice comportamentale da adottare?
Se non fosse che questi attacchi alla libertà di religione sono pericolosissimi (anche la Rivoluzione aveva cominciato così e poi ha fatto milioni di morti in tutta Europa) , ci sarebbe solo da ridere.
A questo punto mi domando se ad esempio un calciatore bestemmia in campo, la sua è una violazione del principio di laicità (in fin dei conti nomina pur sempre, seppur invano, Dio o la Madonna)? Mi piacerebbe porre il quesito all’Associazione dei sindaci francesi
I nostri amici galli non han capito che se con i cristiani hanno potuto fare di tutto di più, con i musulmani non funziona così. E secondo me faranno bene a capirlo molto velocemente, perché questi (in una microscopica percentuale, per carità..) sparano! Quindi perché andarli a PROVOCARE? Perché costringere una ragazza a togliersi il velo? Ferisce la preziosa anima laica (contraddizione in termini) del puro cittadino della republique? Io credo che uno dei motivi x cui gli attentati hanno colpito la Francia è che sono i più integralisti tra gli infedeli, molto più integralisti dei cristiani.
non hanno ancora chiesto di bloccare il campionato di calcio perchè composto da squadre sessiste che discriminano le donne?
Caro Stefano Danieli, credi che durerà a lungo? Pensa che la Costituzione prevede che siano i genitori i primi che devono occuparsi del’insegnamento di qualunque genere di educazione da impartire ai propri figli, ma a quanto pare….che il popolo è sovrano….fondata sul lavoro…..che la famiglia è la cellula fondamentale….che i più deboli hanno diritto di essere tutelati….etc. etc.
Beh, non ho simpatia per questi laicisti ma questa moda di segnarsi, chissà perché toccando l’erba, esultare indicando il cielo ecc….fa proprio ridere.
Siamo liberi in terra libera…Pensa che in campo c’è chi bestemmia, chi insulta e maledice, chi fa gestacci che imparano prontamente anche tutti i bambini che guardano..Chissà perchè in questi casi quasi nessuno ha da ridire…laicitè?
Ottima osservazione Susanna! In realtà i “laicisti” o come si vogliono chiamare invocherebbero la “libertà di espressione” come visto nel caso Charlie Hebdo
Sara’ casomai contro il laicismo anti clericale , ma non contro la laicita’ e comunque la parola impedire e’ contro la “liberte’ “
Bello! E cmq hanno già messo mano alla toponomastica (troppi nomi di santi di vie e di frazioni), la statua di S. Giovanni Paolo II dileguossi, il gender se non erro è già entrato nelle scuole..;cristiani, SVEGLIA!!!!!!!!
Finiranno tutti a Medjugorje ad implorare la Regina della Pace, vuoi vedere?
Non importa come si vuole chiamarlo io ho messo in evidenza un atteggiamento, una visione del mondo. Sulla libertà ho voluto esprimere la mia preoccupazione perché mi sembra che non la sia interpreti mai nel senso della celebre frase attribuita a Voltaire “non sono d’accordo con quello che dici ma darei la vita per permetterti di farlo”.
Anzi qui non si tratta più solo di parola ma anche di vestiario (divieto di crocifissi e hijab) insomma si tocca la sfera personale dell’individuo che in un sistema liberale dovrebbe essere tutelata. A quando il divieto di un certo taglio di capelli o di un colore dei vestiti?
A tra poco, se tutti dormono!
Mi stupisco con quanta facilità e cuor leggero in Europa tanta gente ispirata dai propositi più disparati (lotta contra razzismo, islamofobia, omofobia, laicismo) sia disposta a limitare la libertà di espressione dimenticando forse che la libertà è una garanzia per tutti. Con quanta faciloneria si invocano leggi autoritarie che istituiscono non solo dei reati di opinione ma ne ampliano sempre di più il campo di applicazione tracimando dagli argini in cui (forse) i sostenitori speravano di confinarli.
A essere toccata è la libertà personale di ogni individuo: direi che la situazione è gravissima. La Francia in particolare ha riportato in auge i fasti della Rivoluzione Francese e sogna fin da Sarkozy di forgiare l'”homo novus respublicanus” meticciato, tendenzialmente filo-arabo e filo-islamico ma strettamente laico. C’è un filo conduttore che lega gli ultimi governi francesi a partire dalle scelte politiche: atlantiste, merkeliane, qatarine.
Il progetto è totalitario e prevede di soggiogare alla “dea Repubblica” sia l’Islam che il cristianesimo apparentemente tollerandone la presenza in realtà disciplinando rigidamente il comportamento pubblico e privato dei credenti nonché le loro coscienze.
Il sostegno viene prodotto attraverso l’indottrinamento scolastico e mediatico da un lato e la repressione giudiziaria e sociale del dissenso dall’altro. La Francia conta una percentuale altissima di persone non religiose, agnostici e atei ( più o meno siamo attorno al 40%) che sostengono apertamente questo disegno. Poi vi è un cristianesimo succube culturalmente dell’ideologia parigina è una minoranza “resistente”. Infine vi sono i musulmani, cui in realtà si rivolgono tutti questi atti di laicismo: si propone loro di sottoscrivere il “contratto sociale” con la Francia basato sulla reciprocità delle rinunce. In pratica si chiede loro di rinunciare al l’identità islamica in cambio della simultanea rinuncia dei cristiani al l’identità cristiana.
Mi viene spesso in mente come sarebbe importante che tutti i religiosi, preti/vescovi e cardinali, ri-iniziassero a fare le processioni religiose. Abitudine ormai in disuso (anche per colpa di alcuni vergognosi “inchini”).
Parlo anche della singola parrocchia e del singolo parroco (non per forza solamente delle grandi diocesi o dei grandi cardinali). 500 metri di processione con il crocifisso o con l’ostia, prima delle festività maggiori (natale, pasqua, corpus domini, immacolata concezione, epifania, pentecoste ecc ecc). 500 metri in giro per le città non sono poi tanti (della serie un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità 😉 ).
Almeno così, certi “democratici”, dovrebbero esplicitamente proibire una libera manifestazione. Invece ora c’è una sorta di auto-censura preventiva
Più che la richiesta dei sindaci francesi – le cui città hanno chiese e si richiamano spesso a nomi di santi – mi pare la richiesta del fondo sovrano del Qatar verso i calciatori del PSG.
Qquando si prostreranno verso la Mecca andrà bene? Ipocriti.
Certo,Yoyo in quel caso “dobbiamo rispettare le culture altrui” secondo la logica dominante !